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I dolcificanti NATURALI conservano inalterato il sapiente equilibrio di nutrienti bioregolatori previsto dalla natura: oligoelementi, vitamine, enzimi e minerali.
Tale equilibrio risulta irrimediabilmente compromesso nei dolcificanti raffinati e del tutto assente nei dolcificanti artificiali. Queste sostanze, di cui lo zucchero bianco viene privato nel processo di raffinazione industriale, permettono una miglior modulazione nell'assorbimento e quindi nei processi digestivi e metabolici.
L'esigenza di 'edulcorare' resta comunque estranea alla natura dell'uomo la cui fisiologia mal sopporta i carichi di zuccheri introdotti con le più diffuse abitudini alimentari. La miglior (ri)educazione sarebbe quindi quella di riconciliarsi con le infinite sfumature di dolce offerte dai prodotti della terra.
Una prima mediazione può quindi essere rappresentata dal passaggio ai dolcificanti naturali, con l'eliminazione di zucchero bianco e di tutti i prodotti industriali in cui è presente in dosi elevatissime (merendine, biscotti, prodotti da forno confezionati ecc.).
Nel campo delle biomolecole gli zuccheri costituiscono la classe dei carboidrati. Sì, proprio quelli che troviamo nella pasta e nel pane. I cibi che quotidianamente mangiamo ci permettono di assumere una certa quantità di carboidrati (o zuccheri) che costituisce la fonte primaria di energia indispensabile per il funzionamento del nostro corpo.
Secondo i nutrizionisti il fabbisogno giornaliero di zuccheri è di circa 90 grammi e viene soddisfatto in gran parte attraverso la normale alimentazione.
Le linee guida per una corretta alimentazione escludono quali fonti di zuccheri i dolci e le bevande zuccherate perché essi costituiscono un surplus. L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera un consumo eccessivo di zucchero tra le probabili cause di carie, diabete e obesità.
Un sovradosaggio accentua la sonnolenza (quella tipica dopo-pasto), causa sbalzi di umore che portano ad un bisogno inconscio di assumere altro zucchero e irritabilità, origina disagi intestinali come produzione di gas, tensioni addominali e alterazione della flora batterica. Le ultime ricerche scientifiche sembrano anche dimostrare un collegamento tra una spropositata assunzione di zuccheri e malattie come il cancro, l’ulcera e alcuni disagi psicologici.
Oltre al sovradosaggio, la dannosità del comune zucchero da cucina può derivare anche dai processi di raffinazione chimica a cui è sottoposto per ottenere la sua colorazione bianca.
Forse non è pensabile di eliminare i dolci dalla nostra dieta né tantomeno bere bevande amare. Esistono fortunatamente valide alternative naturali allo zucchero senza dover rinunciare al gusto dolce di alimenti e bevande.
LO ZUCCHERO DI CANNA INTEGRALE: costituisce una valida alternativa allo zucchero bianco nel tea e nel caffè. Si presenta come una pasta morbida e leggermente umida, contiene magnesio e potassio e possiede un retrogusto di liquirizia.
IL MIELE: è meno calorico dello zucchero; possiede inoltre numerosissime proprietà, tra quali antibiotiche, antisettiche, diuretiche, lassative, calmanti, depurative, disintossicanti del fegato, antianemiche e ricostituenti; viene utilizzato nella preparazione di dolci.
IL MALTO: viene estratto dalla germinazione ed essicazione dell’orzo e contiene maltosio, amminoacidi, potassio, sodio e magnesio. Il malto ricavato dal riso o dal mais è rientra in realtà nella categoria degli sciroppi.
LO SCIROPPO D’ACERO: possiede uno dei più bassi contenuti calorici (250 calorie per 100 g); contiene potassio e vitamine del gruppo B; ottimo nel latte e negli impasti dei biscotti e, come vediamo nei film americani, con i pancakes.
LO SCIROPPO DI MELE: ricco di vitamine e Sali minerali, è molto digeribile; purtroppo non facile da reperire, viene utilizzato anche nella preparazione di dolci arabi.
IL SUCCO D’AGAVE: presenta un bassissimo impatto glicemico ed è inoltre ricco di Sali minerali ed oligominerali.
IL SUCCO D’UVA: alla bollitura e spremitura dell’uva vengono aggiunti chiodi di garofano, cannella e limone che ne determinano un sapore particolare e caratteristico; dunque, attenzione a cosa lo si accosta.
LA MELASSA: sottoprodotto naturale che deriva dalla lavorazione dello zucchero di canna e di barbabietola; contiene acido fosforico, potassio, fibre ed è ricco di vitamine B e di minerali.
AMASAKE: dolcificante naturale che si ottiene dalla fermentazione del riso; data la sua delicatezza si consiglia il suo utilizzo nella preparazione dei dolci o gelati o sciolto nelle bevande.
LA STEVIA: è un piccolo arbusto del Sud America dal quale si ricava un dolcificante (in polvere non solubile nei liquidi, a meno di non trasformalo in sciroppo) 300 volte più efficace dello zucchero senza contenere calorie. Alla stevia è riconosciuta un’azione digestiva e di protezione della cute e delle mucose del tratto orale, rendendola efficace nella prevenzione della carie. L’assenza di studi che certificassero il suo estratto come additivo alimentare ‘sicuro’ ha limitato in Europa il suo utilizzo ma la Commissione Europea ne ha autorizzato in maniera definitiva l’uso e la commercializzazione a partire dal 2 dicembre 2011.
Queste sono alcune alternative naturali per addolcire cibi e bevande senza utilizzare lo zucchero. Essi, sì possiedono, a parità di quantità di zucchero, un minore apporto calorico ma ciò non toglie che, come ogni cosa, se assunti in quantità eccessive possano avere effetti collaterali.
Alla base di ogni scelta ci deve essere l’informazione e la conoscenza.
Perchè è importante diminuire il consumo di zucchero bianco
Lo zucchero rappresenta una minaccia per ogni persona in dieta. Se bianco poi, anche per qualsiasi persona attenta alla propria salute. Eppure questo dolcificante è il più comunemente usato, anche se da qualche tempo, viene chiamato “veleno bianco” ad indicarne la pericolosità.
Lo zucchero bianco, infatti, è il prodotto di una lunga trasformazione industriale che inizia dal succo della barbabietola o della canna da zucchero per arrivare una sostanza innaturale dalle caratteristiche tossiche.
Usato direttamente come dolcificante o ingerito assieme a moltissimi cibi e bevande, per poter essere assimilato lo zucchero ruba vitamine e sali minerali al nostro corpo, causando così svariati effetti negativi sull’organismo: primo fra tutti sbalzi glicemici e ormonali, e poi perdita di calcio, indebolimento dello scheletro e della dentatura,
Quello dello zucchero è un problema molto spesso ignorato, non per scarsa informazione (che invece circola largamente in internet), ma per pigrizia. E’ difficile sostituire la dolcezza dello zucchero con altre sostanze poco conosciute e altrettanto poco rassicuranti in termine di potenziale zuccherino.
Lo zucchero bianco o saccarosio per esser bianco come lo conosciamo subisce un' enormità di processi: viene depurato con calce, trattato con anidride carbonica, acido solforoso, cotto, raffreddato, cristallizzato, centrifugato, filtrato, decolorato con carbone animale e colorato con coloranti (alcuni dei quali derivanti da catrame e cancerogeni!) e tutto per farlo così bianco e brillante.
In Italia, dagli anni '80, l'industria produttrice di zucchero, per contrastare la concorrenza dei dolcificanti sintetici mise in atto una campagna pubblicitaria in cui si collegava l'uso dello zucchero allo sviluppo delle facoltà celebrali, ma senza alcun fondamento scientifico in quanto ogni essere umano è in grado di "ottenere" zucchero per far funzionare il cervello da molti tipi di sostanze alimentari e non necessariamente dolci; anzi, per poter essere assimilato lo zucchero "ruba" al nostro corpo vitamine e sali minerali importanti come il calcio tanto che le conseguenze sono l'indebolimento dello scheletro, dei denti, la comparsa di artrite, artrosi e osteoporosi e della ovvia carie dentarie.
A livello intestinale invece provoca produzione di gas, tensione addominale, alterazione della flora batterica, coliti, stipsi, diarrea. Ma non è finita infatti agisce sul sistema nervoso e sul metabolismo, dando dei picchi di stimolazione e delle conseguenti ricadute vertiginose con conseguenti stati di irritabilità, euforia e continuo bisogno di ingestione di altre quantità di zucchero creando così una forma di dipendenza data appunto dal picco di glicemia nel sangue conseguente al velocissimo assorbimento dello zucchero stesso; il pancreas per far fronte alla situazione contrasta gli alti livelli glicemici immettendo insulina nel sangue e si crea così la cosiddetta "crisi ipoglicemia" caratterizzata dalla messa in circolo, da parte dell'organismo, tra gli altri, di ormoni atti a far risalire la glicemia, tra cui l'adrenalina che è l'ormone per eccellenza dell'aggressività e della difesa ed ecco spiegato perché la crisi ipoglicemia crea irritabilità, aggressività, debolezza ed infine bisogno di mangiare ancora.
Questi continui "stress" ormonali con i loro risvolti psicofisici portano un esaurimento delle energie ed il conseguente indebolimento generale che a lungo andare danneggiano il sistema immunitario in quanto l'esaurimento delle forze e delle energie si traduce in una minore capacità di risposta alle aggressioni e quindi nella tendenza ad ammalarsi. Non dimentichiamo inoltre che lo zucchero bianco distrugge anche le vitamine del gruppo B, provoca aumento di peso e una maggiore predisposizione a malattie metaboliche gravi come il diabete.
Lo zucchero? Tossico e dannoso come il fumo e l’alcool!
Scritto da Verdiana Amorosi in http://greenme.it
E’ calorico, fa aumentare la pressione, cambia il metabolismo, provoca problemi al fegato e fa’ gli stessi danni del fumo e dell’alcool: non stiamo parlando dell’ultimo menu lanciato nei fast food, ma – più semplicemente - dello zucchero!
A rivelare la nocività di questo ingrediente è un gruppo di esperti dell'università di San Francisco, che in un articolo pubblicato dalla rivista Nature dal titolo "Sanità pubblica: la verità sulla tossicità dello zucchero" ha messo in evidenza come i danni provocati da questo alimento siano molto simili a quelli dati dall'alcolismo.
“Lo zucchero è molto lontano dall'essere soltanto un fornitore di calorie – hanno spiegato Robert Lustig, Laura Schmidt e Claire Brindis - al livello consumato in occidente cambia il metabolismo, alza la pressione, altera i segnali ormonali e causa danni significativi al fegato.
I pericoli per la salute sono largamente simili a quelli che si hanno bevendo troppo alcol, che non a caso deriva dalla distillazione dello zucchero”.
E c’è di più: secondo gli scienziati che hanno condotto lo studio questo ingrediente – così usato e diffuso in tutto il mondo – è uno dei principali responsabili dei 35 milioni di morti l'anno per malattie come il diabete o problemi cardiocircolatori. Naturalmente, come spesso accade, anche in questo caso a fare la differenza sono soprattutto le quantità; un caso su tutti: negli Stati Uniti l'apporto quotidiano di calorie date esclusivamente dallo zucchero è spesso pari o superiore alle 500 unità. Ciò vuol dire che più di un terzo delle calorie ingerite ogni giorno dagli americani deriva solo da questo ingrediente.
Il problema dunque è che nel mondo, e specie in alcuni Paesi ricchi come gli Usa, se ne assume troppo, tanto che negli ultimi 50 anni il consumo medio pro capite è addirittura triplicato. E questo può portare nel tempo a malattie anche gravi, che tendono ad “uccidere lentamente”.
“Non stiamo parlando di proibire lo zucchero – hanno concluso gli esperti - ma questa deve diventare una preoccupazione dei governi. Si dovrebbe rendere il consumo di zucchero meno conveniente, e allo stesso tempo far capire il messaggio alla popolazione”.
Oltre allo zucchero poi, ci sono una serie di altre “varianti” e derivati, come il fruttosio o l’aspartame, presenti comunemente in tanti cibi, che non sono meno pericolosi del classico zucchero. Come confermando gli studiosi, “una crescente mole di prove scientifiche mostra che il fruttosio può innescare processi tossici per il fegato e favorire molte altre malattie croniche”.
E allora come prevenire le pericolose malattie derivanti da un consumo eccessivo di questo ingrediente?
Sicuramente limitandone il consumo - imparando a mangiare e bere cibi e bevande meno zuccherate – e cercando di optare comunque per i dolcificanti naturali, come la stevia, finalmente legale anche in Europa, o il miele, che a parità di quantità hanno un potere dolcificante superiore a quello dello zucchero!
Capitolo a parte sono gli edulcoranti o dolcificanti sintetici (per chi stesse pensando di usare quelli come alternativa!): quasi tutti nocivi, alcuni dei quali anche sospettati di essere cancerogeni. Recenti studi mostrano che l’aspartame risulta essere in relazione con il morbo di Parkinson. L’aspartame, prodotto dalla Monsanto, è neurotossico e provoca il degrado dei tessuti nervosi tanto che è stato vietato in Giappone.
L'aspartame è composto da due amminoacidi, l'acido aspartico e la fenilalanina (per questo motivo, essendo quest'ultima particolarmente tossica per i fenilchetonurici, i prodotti che contengono questo dolcificante artificiale devono precisare chiaramente che sono fonte di fenilalanina), e l'estremità carbossilica della fenilalanina è esterificata con il metanolo.
Le composizioni percentuali sono le seguenti:
acido aspartico (40%), fenilalanina (50%), metanolo (10%).
L'aspartame il dolcificante artificiale per antonomasia, è stato introdotto nel mercato nel 1981 dal Commissario dell'FDA Arthur Hulla Hayes, ignorando i suggerimenti del comitato scientifico e le preoccupazioni dei consumatori.
L'aspartame è una neurotossina che interagisce con gli organismi viventi nella stessa maniera dei farmaci, producendo una larga fascia di problematiche salutistiche, disordini e sindromi.
L'aspartame causa danni "lenti e silenziosi" a tutte quelle persone che ne fanno uso abituale.
L'aspartame è cancerogeno anche usato in piccole dosi
L'aspartame è oggi quasi onnipresente, nascondendosi dietro i prodotti light e senza zucchero e più in generale negli alimenti, bevande, farmaci e prodotti per i bambini. Cerca la parola "aspartame" sull' etichetta ed evita il prodotto che lo contiene.
Recentemente l'Aspartame è stato rinominato nel più gentile e suadente " AminoSweet"
l'aspartame può nascondersi dietro la sigla E951
Stevia: la UE dà via libera al suo utilizzo come dolcificante naturale!
Anche nei paesi dell'Unione Europea è stato autorizzato l'uso di Stevia. Da molti amata, tale pianta, proveniente dal sud America, ha un'elevata presenza di saccarosio ed è un vero e proprio dolcificante naturale privo di calorie, e con molte proprietà benefiche.
Aveva le sue buone ragioni, vent'anni fa, il Dott. Giuseppe Maria Ricchiuto, a dare inizio ad una lunga e, come non spessissimo accade, vittoriosa battaglia in sede legislativa, per il riconoscimento della Stevia rebaudiana, pianta dalle eccezionali proprietà edulcoranti.
Ora a quindici anni dal primo dossier, presentato nel 1996 alla Unione Europea, la Stevia occupa di diritto, fra i prodotti naturali, il posto che le spetta.
Gli estratti di Stevia sono dolcificanti dalle caratteristiche uniche. Sono infatti naturali, acalorici, acariogeni, molto più stabili dei dolcificanti di sintesi. Grazie al loto enorme potere dolcificante non
Conferiscono alcun retrogusto amaro o sapore metallico
Il mercato globale dei dolcificanti è ad una svolta. Finora è stato dominato da due edulcoranti sintetici, l'aspartame e, in misura minore, il sucralosio. Tuttavia, grazie al crescente interesse per ingredienti alimentari di origine naturale, gli estratti di Stevia rebaudiana possono aprire nuove prospettive per i dolcificanti.
La Stevia rebaudiana è un piccolo arbusto originario del Perù, dalle cui foglie si estrae una miscela di composti definititi steviol glicosidi (di cui i principali sono lo stevioside e il rebaudioside A) con potere dolcificante di circa 300 volte maggiore del saccarosio, ma privi di calorie, acariogeni e stabili al calore. Tutto ciò rende questi composti particolarmente interessanti per la produzione di alimenti, bevande, complementi nutrizionali ecc, a ridotto apporto energetico o senza zuccheri aggiunti.
La Stevia rebaudiana ed i suoi estratti hanno una lunga storia d'uso in Sud-America ed in buona parte dell'Asia. Ma anche in altri Paesi il suo consumo si sta affermando.
Negli Stati Uniti il rebaudioside A è ammesso già dal 2008 come additivo alimentare in diverse categorie di prodotti; mentre in Australia ed in Svizzera è la miscela di steviol glicosidi a poter essere utilizzata.
Ma qual è la situazione in Europa e quindi in Italia? Dopo un lungo e faticoso cammino, possiamo dire che siamo giunti al traguardo di avere gli steviol glicosidi ammessi anche in Europa. Infatti, nell'aprile 2010 l'Agenzia Europea per la Sicurezza degli Alimenti (EFSA) ha espresso un primo parere positivo sulla sicurezza degli steviol glicosidi, in linea con quanto stabilito dal comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari della FAO e OMS (JEFCA).
Nel marzo 2011, l'EFSA esprime un secondo parere positivo per l'uso come additivo edulcorante
degli steviol glicosidi con grado di purezza non inferiore a 95% e ne riconferma l'ADI (cioè, la quantità giomaliera consumabile senza alcun rischio per la salute) in 4 mg/ kg peso corporeo/die.
A ciò, a luglio 2011, è seguita l'approvazione del "pacchetto steviol glicosidi" ed il successivo aggiornamento del Reg. CE 1333/2008, avvenuto con la pubblicazione dei Regolamenti (UE) n. 1129/2011 e 1131/2011 come stabilito dalla Commissione Europea. Pertanto questo nuovo dolcificante può definitivamente essere commercializzato ed utilizzato dal 2 dicembre 2011.
Perché preferire la Stevia al comune zucchero da tavola e ad altri edulcoranti di sintesi?
È di origine naturale
È acalorica
È ideale per una dieta ipocalorica
È ideale per tutti coloro che devono limitare il consumo di zucchero
È acariogena
Ha una buona solubilità
èzucchero
50 bustine monodose da 3 g
Prezzo: € 6,00
Zero calorie, zero indice glicemico, 100% naturale, nessun retrogusto. Ideale se utilizzato in una dieta ipocalorica, indicato per tutti coloro che vogliono limitare il consumo di zucchero. Adatto anche per i diabetici. Ottimo per la preparazione di dolci.
Insostituibile nei casi di:
• SOVRAPPESO – REGIMI DIETETICI
• IPO/IPER GLICEMIA – DIABETE
• ACNE – DOLORE MESTRUALE
• ADIPOSITA’ LOCALIZZATA (ADDOME, FIANCHI,GLUTEI)
• CARIE DENTARIA - DECALCIFICAZIONE – MENOPAUSA
• RECIDIVANTI DA MICETI (CANDIDA, HELICOBACTER….)
• VIRUS (HERPES, FUOCO DI SANT’ANTONIO)
• ALLERGIE (MANIFESTAZIONI CUTANEE) – ASMA
• UMORE ALTALENANTE – SVOGLIATEZZA
• IPERACIDITÀ GASTRICA
• GONFIORE (FERMENTAZIONE) ADDOMINALEi
INGREDIENTI
Edulcoranti: eritritolo, glisosidi steviolici (da foglie di Stevia rebaudiana Bertoni).
I glicosidi steviolici sono sostanze naturali contenute nella foglia di Stevia rebaudiana con un potere dolcificante 300 volte superiore a quello del comune zucchero da tavola (saccarosio).
L’eritritolo è naturalmente presente in natura in prodotti di origine vegetale come la frutta.
Stevia (300 compresse da 60 mg)
Prezzo: € 7,00
Una compressa equivale a un cucchiaino di zucchero
Contiene: isomalto, steviol glucosidi (95% Reb A60), bicarbonato di sodio, acido tartarico, sali di magnesio. Valore energetico per dose (una compressa): 0,125 Kcal/0,02 g carboidrati, 0,08 g sodio. Valore energetico per 100 g: 208,8 Kcal/40,5 g di carboidrati/5,4 g di sodio.
La Stevia INNERLIFE contiene il 95% di rebaudioside A60 perciò NON HA RETROGUSTO AMARO!
SENZA RETROGUSTO AMARO! ADATTA PER DIABETICI: dalla pianta di Stevia si ricavano diversi glicosidi, i più importanti sono lo stevioside (più economico e con retrogusto amaro, dolcifica 250-300 volte lo zucchero) che è quello più utilizzato (spesso unito ad edulcoranti o aromi naturali per nasconderne il retrogusto e il rebaudioside A (più costoso, senza retrogusto amaro,dolcifica 350-400 volte lo zucchero).
La Stevia rebaudiana è una pianta perenne originaria del Sud America, in particolare Paraguay e Brasile. Gli indigeni Guaranì la chiamavano "Caà-ehe", che significa "erba dolce", in virtù del suo alto potere dolcificante. Tutta la pianta contiene i principi attivi steviosidi e rebaudiosidi, la cui concentrazione è massima nelle foglie con un potere dolcificante privo di calorie che va da 150 a 250 volte quello del normale zucchero.
La Stevia può essere utilizzata come dolcificante a zero calorie, in compresse o come estratto liquido in gocce. Poiché i principi attivi dolcificanti sono stabili nel tempo e al calore, fino alla temperatura di 200°, la Stevia rebaudiana si può usare anche per preparazioni alimentari che richiedano cottura, come le preparazioni da forno, oltre che per tutti gli usi per i quali si adoperano solitamente i dolcificanti artificiali, come bevande calde quali tè, caffè, tisane. La Stevia non influisce sui livelli di glucosio ematico, quindi è indicata anche per i diabetici; inoltre, poiché fornisce zero calorie, in quanto gli steviosidi e i rebaudiosidi non vengono metabolizzati, è consigliata nelle diete ipocaloriche.
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