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Supporto oncologico
Il cancro non è una malattia
Che il cancro non sia una malattia, nel significato che si dà a questa parola, lo diceva già il Premio Nobel Rita Levi-Montalcini oltre cinquant’anni fa in una lettera scritta alla sorella.
TESTO DELLA LETTERA ALLA SORELLA
Prima di tutto il cancro non può essere definito come malattia. Almeno non nel senso che generalmente si dà al termine “malattia”, che significa un processo patologico, rapido o lento, reversibile o irreversibile dell’organismo, e non prende in considerazione le cause. […] Il cancro è la ribellione di una cellula (che moltiplicandosi ne genera milioni) alle leggi che regolano lo sviluppo e la vitalità di un organismo.
(cfr. Levi-Montalcini R: Lettera da S. Louis del 10 Marzo 1951, riportata in Cantico di una vita, Raffaello Cortina Ed., Milano 2000)
"Noi della Fondazione Pantellini siamo daccordo con Rita Levi Montalcini e con la sua lettera e sviluppando dal nostro punto di vista questo concetto, crediamo che il cancro sia un difetto di comunicazione cellulare attraverso il quale il DNA riceve delle informazioni (che a sua volta elabora e “misura”) che lo portano a creare delle modificazioni in alcune sequenze delle basi, che costituiscono i pioli della scala a chiocciola, cioè della sua struttura a doppia elica.
Naturalmente questo significherebbe che il DNA sia capace di interagire con l’ambiente citoplasmatico, superando (e vorremmo dire meglio, scardinando alla base) quello che viene ritenuto il “dogma centrale della Biologia Molecolare” introdotto oltre trent’anni fa dal Premio Nobel Francis Crick, secondo il quale il DNA lavora solo verso la sintesi delle proteine ma non può ricevere istruzioni od informazioni di qualsiasi tipo. Siamo profondamente convinti che in realtà le cose siano molto diverse (cfr. Paoli G: La via del sale. Scienza e Conoscenza, n.21, Luglio 2007).
Probabilmente per capire davvero cosa sia il cancro dovremmo ripensare e riapprofondire bene l’evoluzione della vita sul nostro pianeta, perché riteniamo che in qualche modo faccia parte di noi da sempre.
L’argomento è così vasto e complesso che non è certo sufficiente questa pagina sul nostro sito per poterla chiarire come vorremmo. Fra poco probabilmente potremmo essere in grado di curare una pubblicazione che possa dare ragione di tali riflessioni.
Naturalmente questa è una nostra chiave di lettura che offriamo alla discussione ed alla critica costruttiva e non ha in alcun modo la pretesa di essere la verità che, d’altra parte, nessuno ha: ciascuno concorre alla sua ricerca, e dovrebbe farlo sempre con la cosapevolezza che ciò che si ritiene vero possa essere poi superato da nuovi dati, nuove misure, nuove interpretazioni. Come diceva Mark Twain, il problema non viene tanto dalle cose che non conosciamo ma da quelle che crediamo vere e non lo sono".
Dal sito della Fondazione Pantellini
La patologia colpisce un organo ma viene elaborata dalla mente
...(Bisogna) capire che esiste una malattia del corpo e una della mente, perché la patologia colpisce un organo ma viene elaborata da una mente. La stessa malattia può essere più o meno grave e sopportabile a seconda della persona che la percepisce. Questo è uno dei motivi per cui dico che la medicina deve ritornare ad essere, come era quella antica, medicina della persona. Non possiamo curare qualcuno che non sappiamo chi è, cosa pensa, che progetti e idee ha, vale a dire se non conosciamo la sua identità. Ed è la sua identità che elabora la speranza, cioè il desiderio per il prossimo minuto, giorno, mese.
dott. Umberto Veronesi.
Espresso 5 gennaio 2015
Il DNA una vera rice-trasmittente
....La dinamica " biologica della vita" non può, infatti, esaurirsi in una mera sequela di reazioni molecolari biochimiche, ma soggiace anche a più complessi e superiori sistemi di mantenimento dell'equilibrio e dell'armonia funzionale che sono dotati di capacità di trasmissione e ricezione ed interazione in tempo reale a tutti i livelli attraverso “informazioni" che svolgono un programma codificato nel DNA. Il DNA diventa, quindi, una vera rice-trasmittente cui arrivano informazioni che vengono verificate, elaborate e restituite all'organismo, insomma una sorta di computer molto sofisticato in cui la "memoria centrale" geneticamente trasmessa è al tempo stesso ilì "programma" che sarà seguito per I'intera vita.
Le cellule, quindi, sono singolarmente anche dei “ripetitori di informazioni" in grado di riceverle, trasmetterle, elaborarle secondo un programma ben definito. Le informazioni "viaggiano" attraverso onde elettromagnetiche che hanno un andamento armonico ed ondulatorio solo in condizioni di benessere e di equilibrio. Delle onde elettromagnetiche molto hanno scoperto gli studiosi della prima metà del XX secolo ...Grazie alle successive conoscenze di fisica nucleare si sono individuate le onde elettromagnetiche cosiddette"ultrafini" a bassissima frequenza responsabili dei sistemi di controllo e di comunicazione dell'organismo che sono alla base della vita.
Le interazioni elettromagnetiche dell’organismo sono quindi l’elemento nuovo alla base del concetto di malattia; tale concetto è ben conosciuto nelle medicine orientali....
...A questo punto, l'esempio della malattia influenzale è totalmente rivisitato come segue: il virus è anch'esso un emittente di informazioni elettromagnetiche che interagiscono con quelle dell'organismo, dando esito ad una sorta di interferenza con conseguenti reazioni di tipo "disarmonico"; a tale situazione I'organismo risponde mettendo in atto tutta una serie di "informazioni" di reazione che cercano di riportare in equilibrio il sistema: reazione immunologica, reazioni bioumorali e cellulari, attivazione di tutti gli organi, apparati e sistemi preposti a ristabilire lo stato di salute.
La terapia dunque, non più solo chimica-farmacologica, grazie ai nuovi concetti bioenergetici, acquisisce nuovi elementi utili affinché le “informazioni” del sistema possano riprendere un loro flusso armonico. La malattia quindi, rappresenta il risultato di una serie di squilibri prima sul piano biolelettrico, poi, dove l’organismo non riesce ad equilibrarsi, si verifica una stabilizzazione dell’alterazione omeostatica anche a livello biochimico ed organico; con la successiva progressione della malattia si avranno da parte dell’organismo continui tentativi di correzione... se l’equilibrio, tuttavia non viene ristabilito, la malattia evolve verso la “cronicità” e può persistere in tale stato...
...Proprio da ciò nasce l’esigenza che ho avvertito da molti anni di definire questo nuovo modo di affrontare il problema diagnostico e terapeutico della medicina come “poliedrico”, in sintonia con le molte sfaccettature e angolazioni che offre questa figura geometrica, in cui ogni parte è utile ma solo se vista nel suo insieme.
Essere pertanto poliedrici significa utilizzare tutto ciò che le conoscenze, ortodosse e non, mettono a disposizione senza creare confini condizionanti di cultura e di appartenenza accademica, il tutto integrato in un unico sistema diagnosi-terapeutico per l’appunto “poliedrico”.
dott Vincenzo Venuto.
Tratto dal libro
VALENTINA IVANA CHIARAPPA La tecnologia delle biofrequenze Anima Edizioni 2011 p 21-24
La chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia sono le terapie in uso per curare il cancro. A questi metodi ufficiali possiamo integrare cure complementari, allo scopo di stimolare le capacità di autodifesa dell’organismo e rendere il tumore più sensibile alle terapie convenzionali e/o alleviare gli effetti secondari della chemio e radioterapia.
E’ importante che questo trattamento complementare sia iniziato il più presto possibile essendo il cancro il più delle volte una malattia a rapida evoluzione.
Va scritto, in primo luogo e come avvertenza generale, che le terapie complementari non devono in nessun modo essere considerate procedimenti terapeutici alternativi che possono sostituire i trattamenti antitumorali radicali.
Non sono un’alternativa, ma un completamento delle terapie oncologiche classiche, con le quali ci si prefigge di prolungare il periodo libero da malattia, quindi di ritardare o addirittura impedire le ricadute o l’insorgenza di metastasi, di prolungare l’aspettativa di vita e di migliorarne la qualità. In questo ambito e solo a tal fine, particolarmente utili sono le cosiddette immunoterapie biologiche, che sembrano in grado di migliorare ulteriormente le tecniche antitumorali radicali dell’oncologia classica, compensando in particolare le difese immunitarie indebolite dall’impiego di queste ultime, prevenendo la metastatizzazione e mantenendo una buona qualità della vita.
Negli ultimi 50-60 anni ci sono state, nell'alimentazione umana, trasformazioni importanti (purtroppo in negativo): la capacità nutritiva degli alimenti si è enormemente deteriorata, di pari passo con la progressiva degenerazione del terreno costituzionale degli individui.
Non c'è dubbio che anche solo fino a 30 anni fa il terreno costituzionale degli individui, cioè la loro capacità metabolica, immunitaria ed energetica, era certamente in condizione assai migliore di oggi.
Un dato estremamente indicativo: le più recenti statistiche della OMS dicono che il contenuto medio di spermatozoi nello sperma dei maschi di oggi è pari circa al 30% dello sperma dei maschi di 100 anni fa.
Poiché lo sperma è ovviamente la parte energeticamente più vitale dell'organismo umano (anche perché deve contribuire a creare una nuova vita), il fatto che ci sia stata una diminuzione del 70% ci dice che probabilmente una diminuzione di simili proporzioni si è verificata anche in rapporto al terreno costituzionale, cioè vitale ed energetico, degli esseri umani odierni.
Questo è un fatto estremamente rilevante per la medicina naturale, proprio perché essa si basa sullo stimolo e attivazione delle risorse energetiche e immunitarie intrinseche dell'individuo. Un terreno energetico e immunitario forte risponde in maniera rapida e profonda al rimedio, sia esso erboristico, omeopatico o altro; un terreno fortemente indebolito, come quello odierno, farà molta più fatica a recepire lo stimolo del rimedio.
Alla base di questa degenerazione dei terreni costituzionali ci sono diversi fattori, come ad esempio l'inquinamento e lo stress, ma certo l'impoverimento nutritivo degli alimenti gioca un ruolo essenziale. Nutrendoci di cibi sempre più vuoti di nutrienti essenziali, anche il nostro organismo diventa sempre più vuoto di energia.
Se non rimediamo a questa situazione, cioè se non riconduciamo a livelli sufficientemente forti il nostro terreno tramite programmi nutrizionali adeguati, difficilmente i rimedi fitoterapici, anche se potenti, riusciranno ad essere pienamente efficaci da soli.
C'è poi da considerare che l'impoverimento progressivo dei terreni agricoli, che sta alla base di quello alimentare, non può non aver colpito le stesse erbe che su quei terreni crescono.
Ciò significa che probabilmente le erbe non sono più quelle di una volta, e dunque la loro stessa efficacia, per quanto ancora elevata, si è ridotta.
Solo rigenerando il terreno costituzionale dell'individuo, cioè i suoi livelli energetici, metabolici e immunitari, l'organismo malato sarà messo in grado di rispondere allo stimolo terapeutico del rimedio erboristico.
E' anche per questo che la malattia neoplastica, ovvero il cancro, è oggi sempre più frequente. Grazie alla diagnosi precoce, alla chirurgia, alla chemioterapia, alla radioterapia, si guarisce di più.
Tuttavia lo stile di vita odierno fa sì che anche ci si ammali molto di più di questa temibile malattia. La conseguenza di tutto ciò è che un numero sempre maggiore di pazienti si sottopongono a terapie antineoplastiche che, pur portando a risultati molto lusinghieri, hanno spesso pesanti effetti collaterali. Tali sintomi secondari talora vengono sottovalutati o ritenuti ineluttabili, altre volte, nel tentativo di antagonizzarli, si impiegano farmaci che hanno un effetto deleterio su reattività immunologica e vitalità generale.
Nell'ambito della medicina naturale esistono tutta una serie di sostanze innocue ed utili per questi pazienti. Esse possono alleviare i sintomi dei chemioterapici e rendere possibile il loro impiego al dosaggio adeguato per ottenere l'effetto terapeutico massimo.
È stato calcolato che attualmente nel nostro Paese circa il 20% dei malati oncologici facciano ricorso alle c.d. Terapie non convenzionali e fra queste in primis alla Fitoterapia. Negli Stati Uniti questa percentuale sale anche al 50%.
Purtroppo il clima di angoscia del paziente e dei familiari di fronte alladiagnosi e prognosi induce alla ricerca di soluzioni alternative non sempre di provata efficacia. Grave a tal uopo è il fenomeno dell'automedicazione: non si deve infatti dimenticare che i fitoterapici agiscono a livello ponderale, con possibili effetti avversi talora anche severi. Inoltre la scelta del trattamento non deve ostacolare l'efficacia di eventuali terapie farmacologiche e/o radioterapiche già poste in essere dagli oncologi.
Va detto peraltro che la farmacopea ufficiale – allopatica – attinge da sempre a piene mani da sostanze vegetali: si calcola che almeno il 60% delle formulazioni oggi in commercio altro non sia se non la rappresentazione sintetica di molecole già esistenti in natura. Inoltre l'associazione fra farmaci chimici e fitoterapici è sempre più frequente in seno ai protocolli ufficiali, sia per potenziare la cura, sia per attenuare gli effetti tossici e collaterali.
In quest'ottica d'integrazione molte Strutture oncologiche hanno recepito l'importanza di questa sinergia: una per tutte il Memorial Sloan Kettering Cancer di New York. Tale indirizzo di fatto rappresenta la naturale evoluzione della ricerca che in ambito epidemiologico, preclinico e clinico procede nella stessa direzione, ponendosi come passo significativo nella definizione di un nuovo paradigma terapeutico oncologico.
Le finalità terapeutiche possono essere così riassunte:
AZIONE IMMUNO-STIMOLANTE
In campo oncologico si tratta di selezionare i rimedi adeguati alla situazione clinica specifica, individuandone altresì modi e tempi di somministrazione. Prevenendo un'osservazione quasi certa da parte degli esperti in materia, si precisa che detto tipo di immuno-stimolazione deve intendersi in un'accezione del tutto compatibile con i convenzionali presupposti oncologici.
AZIONE CHEMIO-PROTETTIVA
Molti fitoterapici sono risultati efficaci nell'inibire i noti fattori di crescita tumorale, altri nell'impedire la degenerazione di cellule sane sottoposte all'azione di cancerogeni ambientali, altri ancora nello stimolare l'apoptosi di cellule già cancerizzate.
AZIONE DI SUPPORTO
Il quadro clinico del paziente neoplastico è gravato non solo dai sintomi peculiari della malattia, ma anche da altre forme ad essa correlate comprese quelle jatrogene. In tal senso l'associazione di fitoterapici riesce a migliorare la compliance del malato, sia relativamente all'evoluzione del quadro di base sia rispetto agli effetti collaterali dei protocolli chemioterapici convenzionali. Inoltre in non poche occasioni si è constatato il potenziamento della terapia classica grazie all'affiancamento di fitopreparati ad hoc, tanto da consentire la riduzione dei tempi di trattamento.
AZIONE CITOTOSSICA DIRETTA
Molti fitoterapici sono stati sottoposti a studi scientifici atti a validarne l'efficacia citotossica diretta versus cellule neoplastiche, peraltro con ottimi risultati. Taluni rimedi vengono usati come tali, altri forniscono il substrato per l'estrazione di preparati semisintetici. Sovente se ne concretizza un uso sinergico.
Campi d'applicazionedell'onco-fitoterapia
Calcolando che il nostro pianeta ospita circa 600.000 specie vegetali, di cui solo il 5% è stato sottoposto a seri studi chimico-farmacologici, è ovvio che molto resta ancora da esplorare. Tuttavia ciò non inficia quanto già esperito con successo ed anzi stimola la ricerca a procedere sempre più in tal senso.
Tumori, la proposta di Pier Mario Biava
In Italia c'è un medico ricercatore, il dottor Pier Mario Biava, che sta portando avanti da diversi anni un filone di ricerca innovativo. Dice che sarebbe utile affrontare questa malattia (anche) in modo diverso.
Biava ritiene che si debba cambiare il modo di affrontare questa ed altre malattie disastrose. Spieghiamo come la vede. Per lui le cellule tumorali sono cellule staminali che si sono bloccate nello sviluppo. La cellula cancerosa è indifferenziata, come le staminali, e continua a moltiplicarsi senza formare cellule specializzate come potrebbero essere quelle della pelle, del fegato e di altri organi.
Bisogna quindi dare informazioni a queste cellule per fare in modo che 'si sblocchino' e si differenzino: non dare grandi quantità di 'veleni' per ucciderle o almeno stopparle nella crescita. Biava, nel suo ospedale a Milano, usa i 'fattori di differenziazione' e ha ottenuto risultati di cui, se volete, potete reperire la biblio al termine di questo articolo. L'idea di cura non è convenzionale: l'oncologia cerca di uccidere o, al limite, di fermare la moltiplicazione di queste cellule assassine. «Ma non si tratta di bloccare queste cellule – dice Biava – la vita non funziona così: bisogna dirgli quello che devono fare». La definisce 'terapia informazionale'.
Queste cellule si devono differenziare, occorre ordine, informazione, non grandi quantità di 'veleni', oppure bloccare recettori come si orienta l'oncologia convenzionale. Bisogna solo fornire la giusta informazione. Che, in questo caso, è costituita da molecole che si trovano negli embrioni, pieni di cellule staminali indifferenziate: sono i fattori che dicono ad ogni cellula staminale che cosa deve diventare, come deve svilupparsi.
La storia è piuttosto interessante perché Mario Biava si sta muovendo da molti anni su questo versante, facendo fronte a molte critiche. E' la cura definitiva per il cancro? In questo momento no, ma Biava va lasciato libero di sperimentare. Probabilmente siamo agli inizi di un filone di ricerca molto promettente.
Lui, e alcuni medici in altri centri, usano questa terapia sui pazienti con tumori avanzati. In questo caso, non si propone un trattamento in alternativa a chemio e altre cure oncologiche convenzionali. Questi medici dicono ai loro pazienti di seguire le cure e poi di tornare da loro nel caso non funzionassero. Secondo Biava, comunque, i fattori di differenziazione potrebbero essere utili anche insieme alla chemio, come terapia complementare. Si dovrà provare in clinica.
E' un paradigma di cura che Biava ha definito insieme a Ervin Laszlo e altri autori. Dalla collaborazione è uscito il libro 'Dal segno al simbolo' edito da Persiani.
Per curare ogni malattia – si sostiene – non si deve rimuovere o uccidere ma dare la giusta informazione al momento giusto. In ogni momento la cellula riceve informazioni dall'esterno, perché non è un oggetto isolato ma parte di un insieme molto più vasto e che comprende anche la mente o la psiche, l'intera creazione, e altro ancora. La nostra comprensione del linguaggio della vita è ancora agli inizi.
Si parla di medicina 'a basse dosi': non serve puntare sulle grandi quantità, come nella medicina moderna, bisogna solo portare un messaggio alle cellule che compongono il corpo.
Per quanto riguarda ciò che è uscito sulle riviste medico-scientifiche:
2014, ultimi studi su Current Medicinal Chemistry (2014; 21: 1072-1081): si vede che questa terapia agisce sui geni coinvolti nei tumori.
2011, su Current Pharmaceutical Biotechnology (volume 12, febbraio 2011): nuove prove sulla possibilità di riprogrammazione delle cellule staminali cancerose con la terapia informazionale. Collaborano al lavoro diverse università importanti.
2005, sulla rivista Oncology Research (2005; 15: 399-408): si vedono interessanti risultati ottenuti con i fattori di differenziazione sui pazienti con carcinoma epatico allo stadio avanzato.
Fonte: laltramedicina.it
Società Internazionale di Semeiotica Biofisica Quantistica (link al sito)
Il dottor Sergio Stagnaro è nato a Sestri Levante (GE) il 07-dicembre-1931; laureato in Medicina e Chirurgia il 16-novembre-1956 all’Università di Genova, nel 1959 si è specializzato in Malattie dell’Apparato Digerente, Sangue e Ricambio all’Università di Pavia. Dal 1955 fino al 1960 ha lavorato presso la Clinica Medica dell’Università di Genova, diretta dal Prof. Lorenzo Antognetti, suo Maestro, iniziando la ricerca nel campo della Semeiotica Fisica, che persiste tuttora. E' il fondatore della Semeiotica Biofisica Quantistica e della Diagnostica Psicocinetica. E' autore di oltre 595 pubblicazioni scientifiche, di 7 libri e oltre una ventina di pubblicazione Pub-Med Medline. La sua biografia è riportata nei principali volumi mondiali specializzati, tra cui Who’s Who in the World (dal 1996 al 2009), Who’s Who in America (dal 1996 al 2009), Dictionary of International Biographies, Who’s Who in the 21st Century (IBC di Cambridge), 500 Greatest Geniuses of the 21st Century (American Bibliographycal Institute dal 2007), Outstanding Scientists Worldwide dal 2007 (IBC di Cambridge).
Intervista (stralci) al dottor Sergio Stagnaro (leggi tutto qui)
Ci può spiegare in modo semplice e pratico cos’è la terapia quantistica con il bicarbonato di sodio? La possono fare tutti a casa propria?
Do volentieri dei suggerimenti essenzialmente pratici, alla portata di tutti. Consideriamo tre differenti possibilità dell’utilizzo dell’acqua:
a) acqua naturale;
b) acqua naturale con aggiunta di bicarbonato di sodio;
c) acqua naturale energizzata con radiazioni di bicarbonato di sodio.
Per semplicità, approfondiamo ciò che chiunque può fare a casa propria, avendo a disposizione pochi elementi essenziali: una bottiglia di vetro (oppure di plastica) trasparente da mezzo litro, un bicchiere di vetro trasparente, acqua naturale, bicarbonato di sodio.
La terapia quantistica con bicarbonato di sodio in questo caso si attua seguendo questa procedura:
1) prima di dormire, sciogliere 3 cucchiaini di bicarbonato di sodio in una bottiglia riempita d’acqua naturale (caso b) e tappare la bottiglia (quest’acqua non va mai bevuta e può essere usata fino a 2 mesi);
2) porre la bottiglia d’acqua con bicarbonato sopra il comodino dal lato dove si dorme per ricevere le radiazioni nella notte;
3) a fianco della bottiglia porre due bicchieri riempiti di sola acqua naturale (caso a);
4) al mattino, al risveglio, bere un bicchiere d’acqua (energizzata durante la notte) dopo averla prima agitata (caso c) con un cucchiaino;
5) alla sera, bere l’acqua del secondo bicchiere (caso c), dopo averla prima agitata con un cucchiaino;
6) ripetere la procedura dal punto 3 al punto 5 per un numero di giorni da concordare con il medico curante (per almeno sette – dieci giorni).
Nota bene: è importante che il bicchiere e la bottiglia siano sul comodino, perché così si possono assorbire le radiazioni dell’acqua energizzata durante la notte, con sicuri benefici effetti (la distanza del corpo umano dalla bottiglia deve essere entro il metro). Per approfondimenti rimando ai miei articoli recentemente postati su “La Voce” ed alle istruzioni sulla terapia quantistica.
Ha accennato prima al fatto che la terapia quantistica con il bicarbonato di sodio combina tre fattori chiave, citando la terapia con onde millimetriche..
Sì, il procedimento appena menzionato spiega un uso semplice, artigianale, pratico, alla portata di tutti, dell’acqua energizzata con l’informazione contenuta del bicarbonato sodico, ma esistono certamente sistemi più professionali in grado di sfruttare il principio della memoria-informazione dell’acqua da me corroborato già nel 2011 secondo la teoria, i principi ed il metodo SBQ. Tra questi, il migliore a mia conoscenza è l’impiego di un dispositivo di fabbricazione russa, il Cem-Tech, che lavora con onde millimetriche EHF ed è soprattutto in grado di leggere, memorizzare e ritrasmettere frequenze provenienti da qualsiasi corpo fisico, es. i vari sistemi biologici del corpo umano, una sostanza naturale, chimica o farmaceutica [ 9].
Un apparecchio che dà anche dei benefici a livello genetico..
Ne ho parlato in una precedente intervista. L’uso appropriato di questo ritrovato delle nanotecnologie, che lavora con un semiconduttore usato nella fisica subatomica, consente di sanare definitivamente le alterazioni genetiche diagnosticate con la SBQ, ed in particolare ICAEM, costituzioni e reali rischio congeniti, se la terapia viene attuata tempestivamente, ossia nelle fasi pre-cliniche, quando la patologia è ancora e solo potenziale.
Lei include nella cosiddetta classe 'blue therapy', oltre alla terapia quantistica con onde millimetriche ed alla terapia quantistica con bicarbonato di sodio, anche l’acqua sulfurea termale: anch’essa va assunta in modo quantistico?
L’acqua sulfurea termale, ad esempio quella di Porretta Terme da me studiata (si vedano le mie Meditazioni Porrettane e le mie Istruzioni per il corretto uso dell'acqua sulfidrilica), è straordinariamente efficace, ancor di più delle onde millimetri EHF (extremely high frequencies) in modalità di BRR (body resonance recording).
L’acqua sulfidrilica va bevuta direttamente; ne basta un bicchiere per iniziare a retroagire efficacemente e – dopo appena una settimana - definitivamente a livello genetico su ICAEM, costituzioni e reali rischi non ancora in fase di evoluzione. Ho testato con successo l’efficacia dell’acqua sulfurea di Porretta Terme anche in termini di energia-informazione, tenendo conto dei suoi meccanismi di azione finora sconosciuti [ 11].
Quest’ultima sperimentazione, fatta su un campione sufficientemente significativo di casi, sempre seguiti da successo, mi autorizza a consigliarne l’impiego anche come terapia quantistica. In breve, chiunque può andare a Porretta Terme per una cura idroponica, ed approfittare dell’occasione per riempirsi una bottiglia d’acqua sulfurea (se ci sono difficoltà chiedete aiuto al gentilissimo Signor Franco dell’hotel Santoli, contattandolo magari preventivamente) da portare a casa, per poi seguire la medesima procedura prima suggerita per la terapia quantistica con bicarbonato di sodio.
In tal caso si tengono due bottiglie d’acqua sul comodino (una con dentro il bicarbonato, l’altra con acqua sulfurea), ciascuna delle quali con due bicchieri d’acqua naturale semplice a fianco, riempiti alla sera, e poi bevuti uno al mattino, al risveglio, ed uno al pomeriggio o alla sera (dopo averli agitati con un cucchiaino, perché quest’azione aumenta l’energizzazione dell’acqua).
Si riempiono ovviamente i due bicchieri ogni volta che si termina di bere la loro acqua, per poi riposizionarli a fianco della bottiglia e berli in analogo modo il giorno seguente, e così di seguito per il periodo consigliato dal medico SBQ: quest’ultimo è un esempio di terapia quantistica con bicarbonato di sodio combinata con terapia quantistica con acqua sulfurea termale.
In una sua recente pubblicazione internazionale apparsa su Current Nutrition & Food di Bentham Science Publisher parla del ruolo della Dieta Mediterranea Modificata e della terapia quantistica nella prevenzione primaria in Oncologia. In altri articoli su peer-reviews nutrizioniste approfondisce il ruolo di altri trattamenti di tipo ‘green therapy’ come il coenzima Q10, la melatonina coniugata, la carnitina nella prevenzione di altre patologie come il diabete mellito tipo 2 e l’osteoporosi. Può spiegarci cosa intende per dieta mediterranea modificata etimologicamente intesa?
Col termine di ‘Dieta Mediterranea Modificata’ intendo una dieta con una maggiore quantità di pesce (es. 5 volte alla settimana), ossia più ricca di proteine, acidi non-saturi (grassi) ed Omega-3, rispetto alla usuale dieta Mediterranea. E’ etimologicamente intesa perché _- come vuole l’etimo, dies, programma del giorno - suggerisco di accompagnare a questa variante un sano esercizio fisico, come ad esempio una camminata di buon passo di almeno 40 minuti al giorno. La ‘Dieta Mediterranea Modificata’ è dunque caratterizzata da un alto consumo di verdure, legumi, frutta e cereali; un’aumentata quantità di pesce; una bassa quantità di lipidi saturi ma un’alta quantità di lipidi non saturi come ad esempio l’olio d’oliva; un basso o moderato consumo di prodotti caseari, per lo più formaggio e yogurt; un basso consumo di carne; un modesto consumo di etanolo come il vino rosso. Suggerisco di arricchire questa dieta con la vitamina D, che riduce l’acidosi tessutale ed ha proprietà anti-infiammatorie. Una dieta siffatta contribuisce a normalizzare l’acidosi tessutale e l’equilibrio acido-basico: migliora infatti e poi normalizza l’attività mitocondriale sempre compromessa in caso di patologia o suo reale rischio congenito.
Lei suggerisce spesso il Coenzima Q10. Perché?
L’utilizzazione dell’ubidecarenone è giustificata dal ruolo centrale bio-energetico del CoQ10 nel metabolismo mitocondriale REDOX e nella fosforilazione dell’ADP. Analogamente ai molteplici meccanismi d’azione della melatonina coniugata [16], il CoQ10 migliora la funzione mitocondriale. Esso ha inoltre effetti anti-aging ed antiossidanti. Le sue peculiarità contribuiscono, assieme agli altri trattamenti menzionati, a rendere residuale il reale rischio di patologie come ad esempio l’osteoporosi, il cancro, il diabete mellito tipo 2.
Melatonina Coniugata. Si riferisce a quella prodotta secondo la ricetta Di Bella – Ferrari?
Esattamente. E’ quella di cui posseggo una sicura sperimentazione clinica, e che preferisco per la sua solubilità eccezionale e per la sua efficacia anche a bassi dosaggi. Benché ce ne siano altre di ottima fattura in commercio, quella che uso e che consiglio ottiene gli effetti da me auspicati, ma con dosaggi inferiori alle rispetto ad altre. La melatonina migliora il metabolismo e l’ossigenazione tessutale, riduce l’acidosi tessutale e normalizza la flow-motion microcircolatoria negli umani. Il meccanismo d’azione della melatonina, che migliora certamente il metabolismo è più complesso di quanto generalmente ammesso, ed include ad esempio anche gli effetti positivi sulla sintesi di adinopectina e sulla attività dei PPARs alfa e gamma.
La carnitina invece..
Parecchi anni fa ho descritto dal punto di vista clinico la ‘Sindrome da Carenza di Carnitina’, facile da diagnosticare in modo quantitativo al letto del paziente. Per quanto riguarda i meccanismi di azione della carnitina, la funzione principale della L-carnitina nell'organismo è quella di facilitare il metabolismo dei grassi per il fissaggio di energia. I grassi sono metabolizzati all'interno del mitocondri cellulari nel cosiddetto processo di beta-ossidazione. Dato che gli acidi grassi potrebbero penetrare nei mitocondri, è necessario un sistema di trasporto specifico composto di carnitina e tre enzimi.
L'attivazione iniziale necessaria per la conversione degli acidi grassi nella lunga catena di Acetil-CoA avviene nei mitocondri e nella membrana più esterna. Ma, la lunga catena di Acetil-CoA non può penetrare nella membrana più interna da ossidare nel caso di sindrome carenza di carnitina.
La carnitina, pertanto, agisce come un sistema di trasporto, come un "shuttle". Questo sistema, identificato come carnitina, Acetil-carnitina, l'Acetil-CoA può attraversare la membrana interna dei mitocondri. Senza la carnitina, i grassi non possono essere bruciati come combustibile. Dato che saranno memorizzati nelle cellule a forma di lipidi e trigliceridi, la sensibilità ai recettori dell’insulina si abbassa patologicamente, determinando resistenza all'insulina stessa.
Che dire degli altri trattamenti di tipo 'green therapy' da lei suggeriti?
Ognuno ha la sua particolarità ed i suoi benefici. Rimando alla mia bibliografia [references] per gli effetti dei NIR-LED e degli LLLT, mentre le proprietà dei bioflavonoidi, degli anticianosidi (es. di mirtillo) e dell’ascorbato di sodio e/o di potassio sono ben conosciute. Penso, ad esempio, all’attività trofica sui microvasi e all’attività anti-cancro.
Personalmente, sottolineo il fatto che uso quotidianamente un integratore dietetico antiossidante di amminoacidi, minerali e numerosissimi enzimi in tracce (il CellFood, ne vengono consigliate 8 gocce per tre volte al giorno mescolate con acqua) che presenta ottimi benefici sotto la lente diagnostica e di monitoraggio terapeutico del metodo SBQ. Esso migliora sensibilmente l’ossigenazione tessutale, la sintesi anticorpale e l’attività scavenger dei radicali liberi dell’ossigeno (ROS); inoltre agisce favorevolmente sui PPARs (alfa) epatici e sui PPARs (gamma) vaso parietali.
Meccanismi di azione immunomodulante e antitumorale dei polisaccaridi dei funghi
I polisaccaridi dei funghi esercitano la loro azione antitumorale principalmente attraverso l'attivazione immunitaria dell'organismo ospite. Queste sostanze sono definite "Biological Response Modifiers" o BRM (modificatori di risposta biologica o anche adattogeni) secondo la definizione di Wasse e Weis nel 1999.
Caratteristiche dei BRM sono:
1. Non causano Danni nè stress addizionale all'organismo
2. Aiutano l'organismo ad adattarsi a stress ambientali e biologici
3. Esercitano sull'organismo un'azione non specifica, supportando alcuni dei principali sistemi tra cui il sistema nervoso, ormonale ed immunitario, così come sostengono le azione di regolazione (Breckman 1980).
Cosa sono i beta glucani?
I B-glucani (beta-glucani) sono polisaccaridi che si trovano nella crusca dei cereali in grano, nella parete cellulare dei lieviti nei funghi e nei batteri. I B-1,3-D glucani sono considerati deiModificatori di risposta biologica (BRM Biological Response Modifier) per la loro capacità di attivare il sistema immunitario. Tuttavia, è importante notare che l'attività dei B-1,3-D glucani è diversa da quella degli agenti che stimolano il sistema immunitario.
Agenti che stimolano il sistema immunitario possono potenziare una iper-stimolazione e pertanto sono controindicati in caso di allergie e malattie autoimmuni. I B-1,3-D glucani modulano il sistema immunitario, ossia lo regolano perché possa funzionare meglio riducendone l'iperreattività. Questa azione è effettuata attraverso l'attivazione dei fagociti, cellule immunitarie la cui funzione è quella di intrappolare e distruggere sostanze estranee quali batteri, virus, funghi patogeni e parassiti. Oltre a potenziare l'attività dei fagociti, i B-1,3-D glucani contribuiscono a ridurre gli LDL (colesterolo cattivo) nel sangue, coadiuvano la riparazione delle ferite, aiutano a prevenire le infezioni, aumentano numero ed efficacia delle cellule Natural Killer e contribuiscono a prevenire e a trattare il cancro.
L'antrace è una malattia che non può essere studiata per ovvie ragioni. In uno studio condotto presso il Dipartimento della Difesa Canadese (Canadian Department of Defense) il Dr. Kournikakis ha dimostrato che l'assunzione orale di B-glucani con o senza antibiotici protegge i topi contro le infezioni da antrace. Una dose di antibiotico insieme a 2 mg per Kg di peso di B-glucani per bocca per 8 giorni prima dell'infezione con Bacillus antracis proteggeva il topo per i 10 giorni dopo l'esposizione (periodo test). I topi trattati solo con antibiotico non sopravvivevano. Un secondo esperimento condotto sui topi per valutare gli effetti dei B-glucani per via orale dopo esposizione a Bacillus antracis ha evidenziato risultati simili al precedente. Il tasso di sopravvivenza nei topi trattati con B-glucani era 80-90% contro il 30% del gruppo di controllo dopo 10 giorni. Questi dati fanno sperare di poter ottenere risultati simili anche nel caso dell'uomo.
L'azione immunomodulante dei polisaccaridi dei funghi è principalmente importante in prevenzione, come trattamento dolce e non invasivo e nella prevenzione della metastatizzazione.
I polisaccaridi dei funghi non attaccano direttamente le cellule tumorali, ma producono i loro effetti attivando determinate risposte immunitarie nell'ospite. Ciò è stato verificato in molti esperimenti, quali la perdita dell'effetto antitumorale in topi timectomizzati o dopo somministrazione di antisieri contro i linfociti (Ooi e Liu 1999).
Tali risultati suggeriscono che l'azione antitumorale richiede una risposta T linfocitaria intatta e che tale attività è mediata da un meccanismo mediato dal timo. L'attività di alcuni polisaccaridi, quali ad esempio il Lentinan, è inibita dal pretrattamento con inibitori dei macrofagi quali la carragenina.
I polisaccaridi e i proteoglicani derivati dai funghi agiscono da immunomodulanti. La capacità di queste sostanze di aumentare o sopprimere la risposta immunitaria dipende da tutto un insieme di fattori tra cui il dosaggio, la modalità di somministrazione, l tempo e la frequenza di somministrazione, i meccanismi di azione e i siti di attività.
È stato dimostrato che molti composti dei funghi sono in grado di potenziare l'attività del sistema immunitario aspecifico e altri di quello specifico, di attivare alcune cellule del sistema immunitario in grado di mantenere l'omeostasi, ad esempio attraverso l'attivazione dei macrofagi (macrofagi, cellule di presentazione dell'antigene, granulociti, cellule NK, cellule dendritiche) e l'induzione della sintesi di citochine (interleuchine, interferoni, fattori di stimolazione delle colonie) che orientano l'azione del sistema immunitario e inducono l'attivazione del sistema del complemento e delle proteine di fase acuta. Possono anche essere considerati come induttori di citochine, in grado di indurre l'espressione genica di varie citochine immunomodulatorie e di recettori per le citochine. Sono in grado di stimolare anche i linfociti B che regolano la risposta anticorpale e i linfociti T che mediano la risposta ciotossica.
PREVENZIONE
Cancer Research UK afferma: studi epidemiologici sull'uomo in Giappone e in Brasile hanno evidenziato che il consumo regolare, nel lungo periodo, di funghi medicinali è in grado di ridurre significativamente l'incidenza di sviluppo tumorale e dice anche che "ci sono prove sempre maggiori, attraverso esperimenti su modelli animali, del fatto che l'assunzione regolare di funghi medicinali o di loro estratti, può esercitare un effetto preventivo sia come elevata attività antitumorale sia come inibizione dell'incidenza di metastasi. Gli estratti di funghi medicinali possono essere utilizzati per migliorare la qualità della vita alleviando gli effetti collaterali di radio e chemioterapia, quali la stanchezza, la riduzione dell'appetito, la deplezione midollare e il rischio di infezioni opportunistiche.
Cancer Research UK afferma anche che, è stato dimostrato che queste sostanze sono sicure, non tossiche, anche quando assunte per lunghi periodi di trattamento e, quando assunte durante trattamenti di chemio e radioterapia, ne riducono in modo significativo gli effetti collaterali. Questi risultati sono in netto contrasto con i ben documentati effetti collaterali della maggior parte dei composti chemioterapici e, anche se in minor misura dei composti immunoterapici (es. anticorpi monoclonali) o alcune terapie biologiche per le quali sono stati dimostrati numerosi effetti collaterali quali febbre, brividi, rash cutanei, edemi, artralgie, ipotensione, insufficienza cardiaca congestizia o tossicità per il sistema nervoso centrale.
Molti composti estratti dai funghi sono stati classificati agenti anti-tumorali dal US National Cancer Institute.
Fonte: oncologiaintegrata.it
Esistono varie classi di farmaci antineoplastici, usati quasi sempre in associazione. I loro possibili effetti collaterali sono diversi. Conseguentemente la terapia naturale di appoggio alla chemioterapia, sarà diversa a seconda del cocktail impiegato. L'uso di queste sostanze, potenti, versatili e specifiche, in microdosi, apre scenari di grande interesse per il trattamento dei diversi danni da chemioterapia. La cura dei tumori sta facendo grandi progressi, penso sia vicino il momento in cui la scienza avrà ragione anche di questa malattia, la medicina naturale può essere un grande aiuto nel rendere questa vittoria meno cruenta.
Nel corso degli anni, nell'ambito delle attività del Centro di Ricerche Nutriterapiche (http://www.nutriterapia.it), è stato messo a punto un protocollo che ha dato e continua a dare straordinari risultati su tutte le patologie degenerative, pur trattandosi di un programma sostanzialmente fondato sull'uso di alimenti, seppur di natura particolare.
Tale protocollo prevede l'uso combinato di almeno altri 3 superalimenti naturali, e precisamente:
Particolarmente interessante e nuovo il contenuto del libro del Dott. Ivo Bianchi sull'uso dei funghi in MICOTERAPIA.
I funghi hanno un ruolo essenziale nell'equilibrio del mondo in cui viviamo. Essi sono coinvolti nella degradazione e nel riciclaggio della materia vivente e sono essenziali per rendere nuovamente biodisponibili i prodotti del catabolismo di piante e animali.
Nel trattato, l'autore ripercorre il millenario rapporto dell'uomo con i funghi, dagli usi rituali alle applicazioni terapeutiche, sia dei funghi velenosi utilizzati in medicina omeopatica che, e soprattutto, dei funghi eduli e terapeutici, da sempre usati in Medicina Tradizionale Cinese. Queste ultime applicazioni hanno trovato conferma nella ricerca scientifica moderna, ampiamente documentata.
E' riscoperto il vasto ventaglio di indicazioni dei funghi medicinali: dalle malattie tumorali al diabete, allergie, ipercolesterolemia, malattie autoimmuni, sovrappeso e obesità, patologie gastrointestinali, reumatismi, artriti, artrosi, dermatiti, tinnito, depressione, emicranie, patologie epatiche e renali.
Azione terapeutica dei funghi in campo oncologico
Terapia tumorale globale con funghi terapeutici
Elenco dei principali funghi medicinali (fonte: Ivo Bianchi, MICOTERAPIA, i funghi medicinali nella pratica clinica, Palermo, Nuova Ipsa Editore, 2008):
Si propone di seguito un elenco dei funghi medicinali e, a titolo puramente indicativo, le patologie più comuni per le quali essi vengono utilizzati, rimandando ad ogni lettore, ovviamente, l'approfondimento dovuto.
Lentinus Edodes - (SHIITAKE): ipercolesterolemia, iperuricemia, cachessia neoplastica, artrosi, affezioni virali, influenza, rinite, steatosi epatica, eczema, cancro polmonare e mammario, sarcoma;
Coprinus Comatus: diabete tipo I e II, stipsi, emorroidi, tossicosi epatica;
Polyporus umbellatus - (ZHU LING): edemi, ritenzione di liquidi, ipertensione, drenaggio linfatico, metastasi linfonodali, cancro, leucemia;
Hericium Erinaceus - (HOUTOU): gastrite, reflusso gastroesofageo, ulcera gastrica e duodenale, allergie ed intolleranze alimentari, rettocolite ulcerosa,
Auricularia auricula judae - (MU HER - KIKURAGE): Infiammazione delle mucose, tracheite, tosse secca, cancro cutaneo, carcinoma epidermoide, eccesso di radicali liberi, emorroidi, obesità;
Cordyceps sinensis - Cordyceps militaris: Stanchezza, convalescenza, depressione, insonnia, impotenza, sterilità maschile e femminile, gastroenteriti infettive, irregolarità mestruali, glomerulonefrite cronica, insufficienza renale, asma, bronchite cronica;
Grifola frondosa - (MAITAKE): Carcinoma mammario, polmonare, gastrico, epatico, vescicale, prostatico, melanoma, glioblastoma, ottimo per controbattere gli effetti secondari della chemioterapia, cistiti ricorrenti, ipertrigliceridemia, deficit immunologico, stress, osteoporosi;
Ganoderma lucidum - (LING ZHI - REISHI): Insonnia, stanchezza, invecchiamento precoce, miotonia distrofica, problematiche cardiovascolari, aritmia, dispnea, precordialgie, allergie, eczemi, epatiti A,B,C, carcinoma nasofaringeo, artrite reumatoide, mononucleosi infettiva, leucopenia.
Agaricus brasiliensis - (COGUMELO DEL SOL): Deficit immunologico, patologie autoimmuni, frequenti ricadute infettive, allergia, asma, invecchiamento precoce, ipertensione arteriosa, intossicazioni, cirrosi epatica, epatite B, epatite tossica,sarcoma, melanoma, patologie neoplastiche.
Coriolus versicolor - (KAWARATAKE - YUN ZHI): azione antivirale, tumori ormono-dipendenti (mammari, prostatici), carcinoma polmonare, sarcoma, tumori cerebrali, linfoma, carcinoma esofageo, gastrico, nasofaringeo, polmonare, colo-rettale, ovarico, cervicale (HPV correlato), vescicale.
Pleorotus ostreatus - (HIRATAKE - PIN-GU O TIAN HUA XIN): è il fungo d'elezione per il trattamento delle ipercolesterolemie: riduce fino al 30% il valore del colesterolo totale! Utile,anche, nei disturbi della prostata, anche in caso di carcinoma prostatico.
Attualmente l'evidenza degli effetti positivi dei funghi nel trattamento delle malattie degenerative trova sempre maggiori conferme anche da parte della medicina occidentale e sempre piú composti da essi isolati si dimostrano promettenti. In questo contesto si inserisce l'iniziativa di un gruppo di professionisti: medici, biologi, farmacisti e veterinari che hanno recentemente costituito l'Associazione Scientifica Internazionale senza fini di lucro chiamata International Mycotherapy Institute.
Vedi anche: http://www.cancerresearchuk.org/
Tesi di diploma in MTC : Il trattamento del carcinoma della mammella
La terapia GERSON ora per ora
Per contrastare gli effetti collaterali di chemioterapia e radioterapia esistono molte strade, dalla riflessologia alla bioterapia nutrizionale, alla fitoterapia.
Mentre sul fronte oncologico si affacciano importanti novità terapeutiche, dalle vaccinazioni all'immunoterapia con anticorpi monoclonali, sta prendendo sempre più piede l'utilizzo delle medicine naturali per attenuare gli effetti collaterali e tossici delle terapie tradizionali come chemioteapia e radioterapia.
Sebbene queste tecniche abbiano portato, in quarant'anni di utilizzo, enormi miglioramenti nelle probabilità di sopravvivenza ai tumori, sono purtroppo ben note le loro controindicazioni.
Diverse da farmaco a farmaco e a seconda della tollerabilità individuale, possono variare da un'intensità media a una talmente elevata da causare danni gravi e permanenti anche dopo aver concluso i trattamenti.
L'approccio migliore per far fronte a queste situazioni è quello olistico, che associa la bioterapia nutrizionale, ovvero l'arte di usare gli alimenti per curare, alcounseling psicologico e all'utilizzo di medicine alternative quali omeopatia, riflessologia plantare, fitoterapia, micoterapia.
L'oligoterapia non cura il cancro ma gli oligoelementi possono essere uno dei rimedi migliori per rendere sopportabili gli effetti collaterali della chemioterapia.
L'assunzione di oligoelementi può essere utile dopo che si è conclusa l'eventuale terapia chirurgica o faramacologica.
Nell'oligoterapia nutrizionale viene data grande importanza a questa terapia per la prevenzione del cancro, nei soggetti a rischio. Il complesso che viene utilizzato in questi casi è il Rame-Oro-Argento, che può essere assunto nella dose di una fiala prima di colazione ed una almeno tre ore dopo il pranzo, rigorosamente a stomaco vuoto.
Questo complesso, permette il miglioramento del tono fisico, psicologico ed immunitario durante la chemioterapia o nel periodo di convalescenza.
Assunto solo al mattino, può essere un ottimo rimedio preventivo del cancro per i fumatori. Per essere efficace in maniera più rapida e con risultati buoni, il complesso Rame-Oro-Argento, deve essere assunto insieme aglioligoelementi Magnesio e Calcio, che in sinergia potenziano le difese dell'organismo dal cancro, migliorando in maniera considerevole l'umore.
Il Calcio va preso insieme al Rame-Oro-Argento al mattino mentre il Magnesio va preso nell'assunzione pomeridiana.
Il vantaggio dell'utilizzo dell'oligoterapia sta nel fatto che non interferisce con le terapie classiche anticancro, senza affaticare ulteriormente l'organismo.
L'oligoterapia globale e nutrizionale si pone come avanguardia nella prevenzione del cancro, consigliando oltre all'assunzione, anche prolungata del complesso Rame-Oro-Argento di assumere estratti di Salvia ( ricca appunto degli oligoelementi utili) e succhi totali di carota, che si trovano in erboristeria o nei negozi di alimentazione biologica.
La carota, grazie alla sinergia tra provitamina A, le altre vitamine e lo specifico equilibrio degli oligoelementi, può aiutare a prevenire il cancro anche se la sua azione meglio scientificamente provata è l'utilità nei periodi di convalescenza.
L'utilizzo di metodi naturali come coaudiuvanti nelle terapie del cancro, sia per la prevenzione sia per migliorare il periodo della convalescenza, è abbastanza accettato dalla medicina ufficiale, per il fatto che permette di avere risultati soddisfacenti senza effetti collaterali, già pesanti nella chemioterapia.
Nessun dialogo invece tra medicina ufficiale e terapie naturali nella cura diretta del cancro, soprattutto dopo le polemiche del caso Di Bella, anche se sono sempre di più le ricerche, anche farmacologiche, sull'uso di piante, oligoelementi e persino oli essenziali, per la cura del cancro
(Si sta scoprendo sempre più che superalimenti come l'alga Klamath, oltre ad essere in grado di ricostruire in maniera significativa il terreno costituzionale, sono ricchi di specifiche molecole nutrizionali cariche però di valenze immunomodulanti e antitumorali).
Al momento, con le attuali conoscenze mediche, la terapia chemioterapica e chirurgica restano quelle che danno la più alta aspettativa di vita ma le terapie naturali e in particolare l'oligoterapia sono in pole position per quanto riguarda la prevenzione e la diminuzione degli effetti spiacevoli della chemioterapia.
Potenziali effetti collaterali della chemioterapia
La chemioterapia può causare effetti collaterali fastidiosi, la cui entità variare da soggetto a soggetto e da trattamento a trattamento. È importante sottolineare che moltissimi degli effetti collaterali sono temporanei, diminuiscono e/o scompaiono gradualmente nei giorni successivi alla somministrazione o alla sospensione del trattamento.
I principali organi che possono risentire della chemioterapia sono quelli in cui le cellule normali si dividono e crescono rapidamente, vale a dire la mucosa che riveste la bocca, l'apparato digerente, la cute, i capelli e il midollo osseo.
Anche se la chemioterapia comporta effetti collaterali fastidiosi, questi devono sempre essere comparati con i benefici che il trattamento produce sia in termini di guarigione che di controllo della malattia. Gli effetti collaterali che più interferiscono con una buona qualità della vita (diarrea, vomito, dolori, fatigue) sono superabili con la somministrazione di sostanze specificamente mirate a ridurre o eliminare questi sintomi.
Potenziali effetti collaterali:
- Stanchezza (fatigue)
- Ridotta funzionalità del midollo osseo
- Effetti sull'apparato gastro-intestinale
- La caduta dei capelli
- Modificazioni della cute
- Modificazioni a carico delle unghie
- Effetti sui nervi di mani e piedi
- Effetti sul sistema nervoso
- Modificazione della funzione renale
- Modificazioni dell'udito
- Insorgenza di tumori secondari
Stanchezza (fatigue): spesso i pazienti accusano notevole stanchezza durante la chemioterapia. Tale sensazione può persistere per un certo tempo anche dopo la conclusione del trattamento. Per chi normalmente ha molta energia, sentirsi sempre stanco può essere molto frustrante e difficile da accettare. Ciò è abbastanza normale e può essere una conseguenza dei farmaci e della reazione dell'organismo alla malattia oppure può dipendere semplicemente dal fatto che il sonno non è ristoratore. È bene dosare le forze non solo sul lavoro, ma anche nella vita familiare, e riposare molto. Di solito la stanchezza scompare gradualmente alla conclusione del trattamento, ma alcuni pazienti continuano a sentirsi stanchi anche a distanza di molti mesi. La stanchezza cronica (fatigue) rappresenta un insieme di sintomi fisici e psichici tra i più debilitanti e meno trattati tra i malati oncologici, perché questi spesso non ne parlano con i medici come, invece, solitamente fanno per altri sintomi (dolore, diarrea, ecc.).
Ridotta funzionalità del midollo osseo: La chemioterapia può ridurre il numero di cellule staminali, contenute nel midollo osseo, le quali danno origine a tre diversi tipi di cellule ematiche:
i globuli bianchi: sono fondamentali per combattere le infezioni;
i globuli rossi: contengono l'emoglobina che favorisce il trasporto dell'ossigeno in tutto l'organismo;
le piastrine: favoriscono la coagulazione del sangue e prevengono le emorragie.
Tutte le cellule ematiche rimangono nel midollo osseo fino alla loro maturazione e poi confluiscono nella circolazione sanguigna per svolgere le funzioni cui sono preposte. Dato che il trattamento chemioterapico comporta la riduzione del numero delle cellule ematiche, si rendono necessari periodici prelievi di campioni di sangue per controllare i livelli di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine.
I globuli bianchi: quando il livello dei globuli bianchi diminuisce, si è più soggetti alle infezioni perché si è indebolito il sistema di naturale difesa dell'organismo contro l'avanzata dei batteri.
I globuli rossi: se il livello dei globuli rossi (emoglobina) nel sangue è basso, si avvertono stanchezza e sonnolenza, e talvolta anche dispnea, dovuta alla minore quantità di ossigeno trasmessa all'organismo. Sono questi i sintomi dell'anemia, che talvolta può essere accompagnata anche da giramenti di testa e senso di vertigini, dolori muscolari e articolari.
Le piastrine: quando il livello delle piastrine è basso, possono comparire lividi ed emorragie nasali, e talvolta perdite di sangue abbondanti anche a seguito di tagli o graffi di lieve entità. In presenza di emorragia o lividi non provocati, è bene informare immediatamente il medico curante, perché potrebbe rendersi necessaria una trasfusione di piastrine per ristabilire subito la funzione di coagulazione del sangue.
Effetti sull'apparato gastro-intestinale
Nausea e vomito: sono associati all'assunzione di alcuni farmaci chemioterapici, ma oggi, grazie alla disponibilità di alcuni farmaci molto efficaci, gli antiemetici, possono essere controllati con facilità.
Perdita dell'appetito: alcuni chemioterapici possono ridurre l'appetito.
Diarrea: alcuni chemioterapici possono avere effetti sulle cellule che formano il rivestimento dell'apparato digerente, causando diarrea per qualche giorno.
Stitichezza: in casi rari alcuni chemioterapici (o i farmaci somministrati per controllare gli effetti collaterali, come la nausea) possono indurre stitichezza.
Infiammazione del cavo orale: alcuni chemioterapici provocano una sensazione di dolore alla bocca e, a volte, producono anche delle piccole ulcere che si manifestano cinque-dieci giorni dopo la terapia e scompaiono nell'arco di tre-quattro settimane.
Modificazioni del gusto: la chemioterapia può modificare il gusto, per cui i cibi risultano più salati, amari o hanno un sapore metallico. Anche in questo caso l'effetto è temporaneo e il senso del gusto torna normale alla conclusione del trattamento. è
La caduta dei capelli: è uno degli effetti collaterali più noti e più temuti dei chemioterapici. Alcuni farmaci non hanno effetti sui capelli, altri li indeboliscono al punto che si spezzano a livello del cuoio capelluto, o molto vicino ad esso, già una-due settimane dopo l'inizio del trattamento; alcuni li fanno cadere completamente, mentre altri provocano una caduta talmente modesta da passare inosservata. In ogni caso i capelli ricrescono alla conclusione dei cicli di chemioterapia.
Se i capelli cadono, l'entità del fenomeno dipende dal tipo di farmaco o dalla combinazione di farmaci usata, dal dosaggio e dalla reazione individuale al trattamento. I capelli iniziano a cadere di solito nell'arco di alcune settimane dall'inizio del trattamento, anche se in casi molto rari cuò può accadere anche dopo qualche giorno. Il fenomeno può interessare anche i peli delle ascelle, la peluria che ricopre il corpo e il pube, ed anche ciglia e sopracciglia.
Modificazioni della cute: alcuni farmaci chemioterapici possono avere effetti sulla cute, che cambia leggermente colore e tende a disidratarsi. Tali effetti possono peggiorare con il nuoto, soprattutto se praticato in piscina con acqua addizionata di cloro.
Modificazioni a carico delle unghie: alcuni chemioterapici possono rallentare la crescita delle unghie, che sono percorse da linee bianche; talvolta cambiano forma o colore, diventando più chiare o più scure; possono anche diventare più fragili e tendere a sfaldarsi.
Effetti sui nervi di mani e piedi: alcuni chemioterapici possono influire sui nervi delle mani e dei piedi. In conseguenza di ciò si può accusare formicolio o quella sensazione che è descritta come 'puntura di aghi'. Questo fenomeno prende il nome di neuropatia periferica.
Effetti sul sistema nervoso: alcuni chemioterapici possono indurre ansia e agitazione, vertigini, insonnia o mal di testa. Taluni pazienti lamentano difficoltà di concentrazione.
Modificazione della funzione renale: alcuni chemioterapici, come il cisplatino e l'ifosfamide, possono compromettere la funzione renale.
Modificazioni dell'udito: alcuni chemioterapici riducono la capacità dell'orecchio di percepire i suoni acuti. Potreste anche percepire un rumore continuo (tinnito), che può risultare molto fastidioso.
Insorgenza di tumori secondari: molto raramente alcuni farmaci chemioterapici possono accrescere il rischio di sviluppare particolari tipi di tumore o di leucemia, anche a distanza di molti anni dal trattamento.
Radioterapia
Per quanto riguarda la radioterapia in genere i problemi sono legati ad un abbassamento delle difese immunitarie, e ad un arrossamento della zona interessata.
A tale scopo, va detto che generalmente sono prescritti farmaci per combattere la leucopenia (abbassamento ematico dei globuli bianchi), i rimedi naturali possibili per ottenere un innalzamento dei globuli bianchi sono rappresentati dall’assunzione di integratori alimentari contenenti vitamina C, E, caroteni, selenio e zinco. Questi possono essere impiegati anche per ottenere gli stessi effetti relativamente ad una cura chemioterapica.
Ginkgo biloba e alghe KLAMATH
La pianta del ginkgo biloba è il simbolo della rinascita di Hiroshima dopo il bombardamento nucleare e serve principalmente per curare le problematiche di cervello e circolazione sanguigna, inoltre favorisce la rigenerazione mielinica della guaina dei nervi, e protegge dall’invecchiamento in quanto è antiossidante contro i radicali provocati dalla morte cellulare.
Qui viene citato per il suo storico impiego in giappone per disintossicare l’organismo dalle radiazioni, a tale scopo viene soventemente integrato con le alghe marine.
N.B.: EVITARE DI ASSUMERLO se si stanno assumendo contemporaneamente antiaggreganti o anticoagulanti come ad esempio l’ASPIRINA per il rischio di aggregazione piastrinica.
Sostegno immunitario
Per dare sostegno immunitario durante queste cure particolarmente debilitanti si possono assumere echinacea come tintura madre, perché aumenta la produzione di LINFOCITI T, la fagocitosi dei MACROFAGI, il LEGAME ANTICORPALE, l’attività delle cellule NATURAL KILLER, ed il livello di NEUTROFILI circolanti (un particolare tipo di globuli bianchi molto importante), ed ha inoltre un’azione antivirale andando ad inibire un enzima impiegato dai batteri per attecchire nelle mucose umane.
Astragalo
Questo rimedio rende reversibili le anomalie dei LINFOCITI T causate dal chemioterapico CICLOFOSFAMIDE, e indotte da RADIAZIONI ed INVECCHIAMENTO, quindi sarebbe utile associare un estratto di astragalo alla chemioterapia che prevede questo farmaco come ad esempio il PROTOCOLLO CHOP per curare i LINFOMI NON HODGKIN in modo da ridurre i danni indotti sul nostro sistema immunitario.
Antiossidanti
Durante la chemioterapia e la radioterapia il nostro organismo è sottoposto ad un forte stress ossidativo indotto dai farmaci introdotti e dalle radiazioni ricevute, per questo è importante assumere noni, aloe, papaya fermentata e succhi di frutta ed erbe.
Papaya Fermentata
Questo rimedio tropicale derivato dalla fermentazione del frutto della papaia è utile a combattere i radicali liberi, e quindi è un valido aiuto per contrastare l’invecchiamento, e ottimo come preventivo per malattie degenerative come cancro, ma anche morbo di Alzheimer e Parkinson, inoltre ha dimostrato di essere un valido sostegno alle terapie standard di chemioterapia e radioterapia durante i trattamenti anticancerogeni nei casi di tumore già contratto, perché in uno studio giapponese è stato visto che contrasta la perdita di peso e l’alta quantità di radicali liberi liberati dalle terapie stesse.
Da studi eseguiti dal Professor Marotta si è visto che un’assunzione per 6 mesi consecutivi di papaya fermentata, riducendo lo stress ossidativo (eccessiva produzione di radicali liberi non controbilanciata dal nostro sistema antiossidante), ha dimostrato un grande potenziale nel diminuire il rischio che malattie come epatite C e gastrite cronica si trasformino in tumori. Rispetto alla papaia non fermentata presenta meno proprietà antiossidanti esogene, relative a vitamine e minerali, e amminoacidi ma una notevole proprietà antiossidante endogena relativa cioè ad un’attivazione indotta di enzimi antiossidanti presenti nel nostro organismo quali SOD (superossidodismutasi) e glutatione perossidasi e proprietà immunitarie come l’attivazione delle cellule NK (natural killer), dei macrofagi e del NO (ossido di azoto) che producono per ovviare agli ospiti indesiderati, proprietà assenti nella papaia semplice. Le cellule NK sono in grado di attaccare direttamente le masse tumorali, e quindi essendo stimolate dalla papaia fermentata essa può avere un effetto antitumorale diretto, come tradizione popolare, nel Ghana, in Indocina e in Nigeria è impiegato contro il tumore dell’utero, inoltre è utile dopo i 35 anni di vita, età a partire dalla quale diminuisce la produzione da parte del pancreas dell’enzima proteasi, utile a scomporre correttamente le proteine per digerirle.
Contro la diarrea
Un altro problema ricorrente durante le terapie oncologiche è la diarrea, questa può essere combattuta efficacemente con dei probiotici naturali, questi sono utili anche senza avere il fastidioso sintomo intestinale per aiutare l’intestino, che ricordiamo ancora una volta gioca un ruolo chiave nella salute del nostro organismo, e che si trova durante le cure oncologiche a dover smaltire un notevole carico di tossine, a causa dei farmaci altamente aggressivi, utili ad uccidere le cellule cancerose, e che inevitabilmente verranno in parte riassorbite dalle pareti intestinali dalla permeabilità alterata e diminuita. Integrando i probiotici si andranno a risanare tali pareti e quindi il relativo sistema immunitario e anche il fegato, che in primis risentirebbe del riassorbimento delle tossine dall’intestino ne trarrà un sicuro giovamento.
Volendo risanare anche il fegato si possono assumere dopo aver terminato l’integrazione con i probiotici, delle tisane o degli sciroppi a base ri carciofo, tarassaco, cardo mariano, curcuma, boldo e fumaria, comunque ripeto farsi consigliare sempre da un erborista, che sicuramente conosce bene i dosaggi e gli eventuali casi in cui sono da sconsigliare tali rimedi (ad esempio alcune erbe che stimolano la contrazione della cistifellea potrebbero essere controindicate per i pazienti che hanno dei calcoli al fegato).
Viscum Album
Il Viscum è una pianta parassita che si arricchisce dell'energia della pianta su cui cresce. ll Viscum album o Vischio europeo, è una pianta sempreverde e semiparassita, che cresce sui rami di alberi decidui in Europa e nell'Asia settentrionale. Le sue radici penetrano, attraverso la corteccia, nel legno dell'albero-ospite. I rami verdi del Vischio, lunghi 40-60 centimetri, formano cespugli pendenti con foglie opposte, coriacee, di colore giallo-verde e strettamente obovate. Da marzo a maggio appaiono fiori che si vedono appena, di colore giallo chiaro o verde; dai fiori femminili si sviluppano bacche bianche che maturano tra settembre e novembre. Il Vischio può essere notato più comunemente sui vecchi alberi di melo, frassino o biancospino. Tradizionalmente, il Vischio di quercia è stato il più usato, sebbene il Vischio cresca meno sulle querce che sugli alberi precedentemente citati. Il Viscum album contiene varie sostanze farmacologicamente attive, come alcaloidi, polisaccaridi, fenilpropani, lignani, ledine e "viscotossine".
Preparati a base di Vischio sono stati usati nella pratica clinica in Europa per il trattamento dei tumori già dal 1926, quando un prodotto fermentato (Iscador), tatto con il succo fresco del Vischio, venne introdotto come agente fitoterapeutico antitumorale. In seguito numerosi studi sono stati eseguiti su questa preparazione, così come su altri preparati e componenti del Vischio. Va sottolineato che la via di somministrazione dell'lscador è intradermica o endovenosa: gli effetti della somministrazione orale dell'lscador, così come di altre preparazioni o di altri componenti del Vischio, non sono stati ancora riportati. L'Iscador e le altre preparazioni a base di Vischio fermentato differiscono dagli estratti non fermentati e sembra che siano meno tossici e più efficaci: infatti, la maggiore viscotossina e la viscolectina I (ML I) non sono riscontrabili nell'lscador. La fermentazione produce un rapido decremento della concentrazione di lectina; si pensa che ML I si degradi, durante la fermentazione, nelle sue catene A e B. Queste catene sono meno tossiche della visco-lectina I, ma hanno importanti proprietà immunologiche. L'attività farmacologica dell'Iscador è dovuta ai composti presenti nel Vischio piuttosto che ad altri costituenti.
L'Iscador contiene lattobacilli (microrganismi che partecipano al processo di fermentazione), che possiedono attività immunostimolante, ma è stato chiaramente dimostrato che sono i componenti del Vischio, e non i lattobacilli, ad essere largamente responsabili dell'attività dell'Iscador, dato che il succo non fermentato della pianta ha dimostrato attività comparabile a quella dell'Iscador. Iscador è più efficace quando viene somministrato localmente, vicino ad un tumore, anche se la somministrazione sistemica ha dato ugualmente risultati positivi. Nella somministrazione locale, provoca un processo infiammatorio che promuove l'infiltrazione di globuli bianchi e la "incapsulazione" del tumore.
I fattori immunitari non-specifici stimolati dal Viscum album includono: aumentata attività citotossica e fagocitica dei macrofagi, neutrofilia, aumento del peso del timo e stimolo dell'attività e della proliferazione dei timociti corticali, stimolo dell'attività delle cellule natural killers, ed aumento della citotossicità cellulo-mediata anticorpo-dipendente. Gli effetti dell'Iscador su questi parametri immunologici sono stati confermati in pazienti con tumore.
L'Iscador stimola il timo, come dimostrato in diversi studi, e la sua attività stimolante la corteccia timica e la rigenerazione delle cellule ematopoietiche, in seguito all'irradiazione con raggi X, è molto maggiore di qualsiasi altro prodotto finora riportato. Inoltre, i linfociti timici si sono dimostrati 29 volte più sensibili alla Concanavalina A, dopo somministrazione di Iscador. E' interessante notare che le ledine purificate di Vischio, in generale, non sono così attive negli studi sperimentali quanto le preparazioni grezze: presumibilmente, un certo numero di composti del Vischio agisce in modo sinergico.
Si è anche ipotizzato che gli alcaloidi del Vischio siano responsabili del mantenimento della struttura e dell'attività delle lectine. Durante le procedure di isolamento e purificazione, i legami degli alcaloidi con le lectine vengono spezzati, dando luogo ad una perdita di specificità per le molecole-bersaglio. Le preparazioni non fermentate di Vischio sono tossiche verso le cellulle tumorali, a causa della loro maggiore concentrazione in viscotossina ML I.
Gli alcaloidi isolati dal Vischio sembrano correlati a quelli riscontrati nelle piante-ospiti. Ad esempio, è stata rilevata stricnina nel Vischio cresciuto su specie Strychnos e caffeina nel Vischio cresciuto su piante di caffè. Poiché i composti attivi sembrano essere concentrati all'interno del Vischio, si possono utilizzare differenti alberi-ospiti, che forniscono differenti costituenti chimici, per le diverse azioni fitoterapeutiche.
Inoltre, le protelne/lectine sono presenti solamente negli estratti acquosi, e ciò sta ad indicare che l'attività fìtoterapeutica può differire tra estratti acquosi ed idroalcolici (tinture). Gli estratti Idroalcolici sembrano molto meno tossici.
Il Vischio era tenuto in gran conto dal druidi. Vestiti con abiti bianchi, essi andavano alla ricerca della pianta sacra. Quando questa veniva scoperta, seguiva una grande cerimonia, mentre un druido raccoglieva il Vischio dalla quercia con un coltello d’oro.
I druidi credevano che il Vischio li proteggesse da ogni male e le querce su cui cresceva venivano rispettate, per le cure meravigliose che ne derivavano. L’uso del Vischio è riportato in Medio Oriente, Africa, India e Giappone. Il Vischio come antitumorale venne menzionato da Plinio, Dioscoride e Galeno.
Nel 1720 un medico inglese, Sir John Colbatch, magnificò le virtù del Vischio in un opuscolo Intitolato “Il trattamento dell’epilessia con il Vìschio”. Per molti anni il Vischio fu usato nel trattamento di una varietà di disturbi del sistema nervoso, incluse convulsioni, delirio, isteria, nevralgie ed astenia nervosa.
ll Vischio ha anche molte proprietà
Ipotensivo e vasodilatatore: da sempre è considerato un efficace regolatore del sistema cardiocircolatorio ed è una delle piante più efficaci che si conoscano contro l’ipertensione arteriosa, poiché migliora l’irrorazione sanguigna del cervello e del cuore, indeboliti a causa dell’indurimento (arteriosclerosi) delle arterie cerebrali o coronariche. Se ne consiglia l’uso in caso di arteriosclerosi cerebrale (nausea, vertigini, ronzio nelle orecchie) o coronarica (angina pectoris). Si può anche somministrare in via preventiva a chi abbia avuto attacchi di trombosi o embolie cerebrali.
Antispasmodico e sedativo: calma la sensazione di oppressione nel petto, le palpitazioni, il nervosismo e le cefalee; anticamente si usava come sedativo anche negli attacchi epilettici e nelle crisi isteriche.
Diuretico e depurativo: aumenta la produzione di urina e l’eliminazione dei residui tossici del metabolismo, come l’urea e l’acido urico; è indicato in caso di nefrite, gotta, artrite e ogni qual volta si voglia depurare il sangue.
Lenitivo e Antinfiammatorio: in applicazioni locali allevia i dolori reumatici, inoltre è molto efficace negli attacchi acuti di lombaggine o di sciatica.
Regolatore del ciclo mestruale: tradizionalmente è anche stato utilizzato in caso di irregolarità del ciclo o in caso di mestruazioni eccessivamente abbondanti e di emorragie uterine grazie al suo effetto emostatico.
Il Vischio è indubbiamente una delle erbe medicinali più complesse; tuttavia, dopo aver esaminato i dati attualmente disponibili, si può dire con molta fiducia che il futuro uso fitoterapeutico di Viscum album è molto promettente.
La dose standard di Viscum album, basata sulla British Herbal Pharmacopoeia, è la seguente (somministrata 3 volte al giorno):
• Foglie essiccate: 2-6 g (o in infuso)
• Tintura (1:5) (alcol 45%): 1-3 ml
• Estratto fluido (1:1) (alcol 25%): 0,5 ml
• Estratto acquoso essiccato (4:1): 100-250 mg
Tossicità
Il Viscum album possiede una significativa tossicità. Storicamente, le bacche sono state considerate decisamente più tossiche delle foglie e degli steli, nonostante che entrambe contengano composti tossici similari. La ragione per cui le bacche sono considerate più tossiche, probabilmente dipende dal fatto che si sono verificati avvelenamenti fatali in bambini, dopo l'ingestione delle stesse.
Dosi letali di lectine di Vischio, somministrate per varie vie di somministrazione a topi, hanno prodotto due tipi di tossicità:
• morte dopo 3-4 giorni, con globale deperimento;
• morte immediata causata da paralisi respiratoria.
La tossicità di Viscum album o di estratti di Viscum album somministrati per via orale non è ancora stata determinata. Come già detto, gli estratti alcolici non contengono, virtualmente, proteine di Vischio e questo implica che gli estratti alcolici siano significativamente meno tossici. Tuttavia, questo implica anche una minore attività, dato che gran parte degli effetti fitoterapie i del Vischio è correlata al suo contenuto in proteine, specialmente la sua attività immuno-stimolante. E' interessante notare che la tossicità del Vischio coreano, Viscum album coloratum, sembra essere minore di quella del Vischio europeo.
Anche questa specie ha dimostrato effetti antitumorali, ma questi paiono dovuti agli alcaloidi piuttosto che alle lectine. Sono stati condotti studi che hanno confrontato gli estratti di Vischio coreano con quello europeo, come pure i loro alcaloidi: i risultati hanno dimostrato che il Vischio coreano è più attivo nell'inibire le cellule tumorali. Inoltre, estratti di Vischio coreano fresco hanno dimostrato una maggiore attività, paragonati ad estratti fermentati. In futuro, il Vischio coreano potrebbe dar prova di essere superiore al Vischio europeo.
Secondo i principi della Medicina Antroposofica (la medicina antroposofica è un ampliamento della medicina convenzionale. Venne sviluppata a partire dal 1920 dal Dott. Rudolf Steiner, fondatore dell'antroposofìa, in collaborazione con la Dott.ssa Ita Wegman e con altri medici. L'antroposofia inaugura un metodo conoscitivo, fondato su una propria epistemologia, che guida la ricerca delle leggi che stanno a fondamento delle manifestazioni della vita, dell'anima e dello spirito nell'uomo e nella natura. Frutto di tale ricerca è un'immagine integrata dell'uomo che permette di valutare tutti gli aspetti in cui la vita umana si realizza. Ciò rende possibile, tra l'altro, una concezione unitaria, razionale e inevitabile di fisiologia, patologia e terapia. I rimedi vengono trovati prestando attenzione da un lato all'aspetto individuale dei fenomeni patologici e dall'altro alla stretta connessione evolutiva tra l'uomo e gli altri regni della natura) il vischio di biancospino ha una buona azione anti-ipertensiva , quello di pino antitumorale, quello di quercia per le vasculopatie cerebrali.
Per le forme tumorali i preparati per via orale sono poco efficaci, mentre i preparati per via parenterale hanno una certa efficacia. Grazie soprattutto alle lectine, il vischio è in grado di stimolare la risposta immunitaria, ha effetti tossici diretti sulla cellula tumorale e inoltre ha una azione di stabilizzazione del DNA in cellule (soprattutto leucociti) sottoposte a chemioterapia. Le iniezioni di Viscum album fermentatum devono essere somministrate per via sottocutanea nella zona addominale o sulla coscia o il più vicino possibile alla zona del tumore primario. Nella somministrazione locale, provoca un processo infiammatorio che promuove l’infiltrazione di globuli bianchi e la “incapsulazione” del tumore. Si possono iniettare anche sui punti di agopuntura come i punti Shu del dorso per la zona posteriore del corpo o i punti Mu per la zona anteriore, detti anche punti Araldici, di Allarme o Collettori.
Essi sono: 1LU (Polmone); 25ST (Grosso Intestino), 25GB (Rene), 3CV (Vescica), 14LR (Fegato), 24GB (Vescica Biliare); 17CV (Ministro del Cuore); 4CV (Piccolo Intestino); 14CV (Cuore); 12CV (Stomaco); 13LR (Milza).
Occorre, in tutti i casi, iniziare la terapia con concentrazioni basse e salire fino a concentrazioni tollerabili con una frequenza di 2-3 fiale sotto cute a settimana. Si possono avere delle reazioni cutanee nella zona di iniezioni con rossore e tumefazioni della pelle che indicano sensibilità del paziente a quel dosaggio. Se la reazione è troppo violenta ritornare a dosaggi più bassi. Si possono avere anche delle reazioni febbrili che stanno ad indicare un buon funzionamento del farmaco, quindi non usare antipiretici. La risposta clinica alla terapia oltre ai sintomi clinici come maggior energia, migliore appetito,sonno, aumento di peso, può essere in parte monitorata con diminuzione dei markers tumorali, aumento dei globuli bianchi, del Tumon necros Factor Beta, ecc. Il viscum album fermentato della ditta Weleda è quello reperibile in Italia e si trova alla serie 0, serie I e serie II, in confezioni di 7 fiale numerate ( la serie 0 è quella con concentrazioni di viscum più basse, la II più alte). Iniziare con la serie 0 per circa 2 confezioni e poi vedere in base alle reazioni cutanee se passare a dosaggi più concentrati.
Fonte: La Mandorla, fogli elettronici di medician tradizionale e non convenzionale, Anno XII numero 47, Dicembre 2008
Approfondimenti:
Intervista alla Dott. Longhi
Dott. Martin,Prevenzione, promozione della salute e terapia integrata in oncologia. Cenni su alcuni casi clinici.
GRAVIOLA miracoloso albero dell'Amazzonia
La graviola si compone di elementi attivi a cui recenti ricerche hanno riconosciuto attive e potenti proprietà biologiche.
La graviola (Annona muricata) contiene 82 differenti acetogenine, a cui se ne aggiungono altre 26 nella graviola di montagna (Annona montana).
Nella medicina popolare della foresta pluviale graviola veniva ed è tuttora usata per tumori, infezioni batteriche e da fungo sia interne che esterne, per parassiti e vermi, per l'alta pressione sanguigna, per depressione, stress e disordini nervosi in generale.
Mentre la gran parte delle ricerche sulla graviola sono focalizate sulle sue capacità anticancro, la pianta è usata da secoli dalla medicina popolare del Sud America per trattare un sorprendente numero di disturbi fra i quali: ansia, ipertensione, influenza, tigna, scorbuto, malaria, eruzioni cutanee, nevralgia, dissenteria, artriti e reumatismi, palpitazioni, nervosismo, insonnia, diarrea, febbre, nausea, foruncoli, dispepsia, spasmi muscolari, ulcera.
Principi Attivi: Potenti sostanze antiossidanti e selettivamente citotossiche: bis-tetrahydrofuran acetogenins, neoannonin, desacetyluvaricin, bullatacin, asimicin, annoglaucin, squamocin, rollimusin etc
Interazioni con farmaci: Non è stata riscontrata nessuna interazione significativa. In ogni caso, la graviola può potenziare l'effetto di farmaci contro l'ipertensione, dei vasodilatatori (fluidificanti del sangue) e dei cardiodepressivi.
Altre indicazioni pratiche:
In seguito ad esperimenti in vitro, sono state riscontrate proprietà antimicrobiche. L'assunzione prolungata di questa pianta può condurre alla diminuzione dei batteri amici presenti nel tratto digestivo. Per questo, può essere utile assumere in concomitanza alla graviola enzimi digestivi.
Sono stati riscontrati nella Graviola molti composti bioattivi e fitochimici che gli scienziati studiano sin dal 1940 e i molti usi nella medicina naturale sono stati convalidati dalla ricerca scientifica.
La Graviola ha dimostrato di possedere proprietà antibatteriche e antimicotiche. Esperimenti condotti alla fine degli anni ’70 dal National Cancer Institute (USA), mostrarono un’attiva citotossicità contro cellule tumorali presente nelle foglie e nello stelo della graviola, per cui i ricercatori hanno da allora proseguito gli studi fino a scoprire nella pianta composti chiamati annnonacee acetogenine i quali sembrano possedere la capacità di inibire la crescita delle cellule di alcuni tipi di tumore (colon, seno e polmoni). La ricerca sugli effetti della graviola sul cancro sta proseguendo e quattro nuovi studi sono stati pubblicati nel 1998 i quali sembrano confermare le acquisizioni degli studi precedenti.
Studi hanno dimostrato proprietà emetiche. Un dosaggio eccessivo può causare nausea o vomito. In questi casi, si consiglia di ridurre il dosaggio o assumere la graviola durante i pasti.
Si consiglia di bere molta acqua (almeno 8 bicchieri al giorno) per ridurre la reazione di Herxheimer (reazione da disintossicazione) ed eliminare le tossine dal corpo. Eventualmente, si può assumere Graviola Max contemporaneamente a Stomach-Ez
Uno dei tre meccanismi di azione documentati della graviola si esplicita nell'abbassamento dell'energia delle cellule anomale. Assumere supplemeti che accrescono l'energia cellulare (come il CoQ10) può contrastare o rendere inattivo questo meccanismo.
I prodotti della ditta Raintree Nutrition Inc. non sono più disponibili. A causa dell'inasprimento delle regole sugli integratori alimentari, la Raintree Nutrition non poteva più neppure accennare agli usi dei suoi integratori alimentari. Leslie Taylor, presidente della Raintree Nutrition Inc., ha deciso che diffondere le sue conoscenze sulle erbe della foresta pluviale è molto più importante che continuare a produrre e vendere integratori. Così, la Raintree Nutrition Inc. ha chiuso l'attività il 21/12/2012. Tuttavia le formulazioni della Raintree Nutrition Inc. e le conoscenze sulle erbe dell'Amazzonia non sono andate perdute. Graviola ed altri prodotti sono ora disponibili grazie a un nuovo produttore.
Per quanto la ricerca sulla Graviola sia focalizzata sui suoi effetti di combattente del cancro, la pianta è stata usata da secoli dagli uomini della medicina del Sud America per curare uno strabiliante numero di indisposizioni, inclusi:
ipertensione
influenza
sfoghi
nevralgia
artrite
reumatismi
diarrea
nausea
dispepsia
ulcera
tricofizie
scorbuto
malaria
dissenteria
palpitaizoni
nervosismo
insonnia
febbre
bolle
spasmi muscolari
In seguito ad esperimenti in vitro, sono state riscontrate proprietà antimicrobiche. L'assunzione prolungata di questa pianta può condurre alla diminuzione dei batteri amici presenti nel tratto digestivo. Per questo, può essere utile assumere in concomitanza alla graviola enzimi digestivi.
Studi hanno dimostrato proprietà emetiche. In caso di alti dosaggi si consiglia di assumere la graviola durante i pasti. Si consiglia di bere molta acqua (almeno 8 bicchieri al giorno) per ridurre le reazioni di Herxheimer (reazione da disintossicazione) ed eliminare le tossine dal corpo.
Uno dei meccanismi di azione documentati della graviola si esplicita nell'abbassamento dell'energia delle cellule anomale. Assumere supplementi che accrescono l'energia cellulare (come il CoQ10) può contrastare o rendere inattivo questo meccanismo.
Queste indicazioni sono da intendersi come puro suggerimento per l'utilizzo del prodotto e non intendono sostituirsi ai consigli del medico. In presenza di patologie, prima dell'utilizzo del prodotto è meglio consultare il proprio medico curante.
La funzione principale della graviola grazie al suo principio attivo, la acetogenina, è quello di aiutare a inibire la crescita di cellule degeneranti. L’estratto liquido citato in svariati studi ha dimostrato di avere una elevata citotossicità selettiva. Le sostanze fitochimiche sono contenute soprattutto nelle foglie di questo frutto tropicale.
Approfondimenti importanti su graviola (dal sito della ditta fornitrice)
approfondimento 1
approfondimento 2
approfondimento 3
approfondimento 4
bibliografia su graviola
Il sito ufficiale della Rain-tree con moltissime informazioni sulla graviola (annona muricata)
Ascorbato di potassio per potenziare efficacemente la risposta immunitaria dell'organismo.
Nell'organismo umano, i processi metabolici di base a livello cellulare sono di tipo bio-chimico-fisico. Il corretto funzionamento cellulare è regolato da quattro cationi. Sodio, Calcio, Potassio e Magnesio, attraverso i processi di legami reversibili che influenzano le reazioni di ossido-riduzione.
In particolare il Potassio è considerato il catione guida (cofattore) dei processi metabolici intracellulari l'organismo sano si contraddistingue per il corretto funzionamento della pompa Sodio-Potassio. L'acido ascorbico, che è un fortissimo antiossidante, si comporta come veicolo trasportatore per il Potassio, mantenendo o riportando la sua concentrazione intracellulare ai valori corretti. Infatti uno squilibrio di questo catione è il segnale che l'organismo è a rischio di processi degenerativi e porta come conseguenza lo sbilanciamento degli altri cationi.
L'importanza del potassio per il metabolismo cellulare e la sua carenza nelle patologie degenerative è nota in letteratura fin dagli anni '30. Durante la degenerazione, c'è una perdita di potassio intracellulare avantaggio del sodio (alterazione della pompa sodio/potassio), con conseguente sbilanciamento elettrolitico. Questo evento, che completa una catena di processi bio-chimico-fisici complessi, ha un peso decisivo nella proliferazione incontrollata delle cellule degenerate perchè il potassio è un elemento che gioca un ruolo decisivo nella regolazione dell'attività metabolica di enzimi e proteine.
La perdita di potassio è legata ad una degradazione di particolari strutture proteiche ed enzimatiche conosciute con il nome di anelli pirrolici e l'unico modo per reintegrare questa perdita è attraverso la somministrazione di ascorbato di potassio. L'acido ascorbico, oltre all'effetto antiossidante, si comporta da veicolo di trasferimento intracellulare per il potassio ed è in grado di sostituire le strutture pirroliche degradate.
Nell'esperienza del biochimico Dott. Gianfranco Valsè Pantellini questi fatti producono un arresto nel processo di proliferazione incontrollata, un riequilibrio degli elettroliti con ripristino del corretto metabolismo cellulare ed un ripristino del corretto funzionamento cellulare.
L'ascorbato di potassio non è una metodica alternativa perchè agisce sui meccanismi cellulari fondamentali e può essere considerata come una metodica biochimica di base. L'interesse per l'agente antiossidante ascorbato di potassio è legato appunto agli straordinari effetti contro le patologie degenerative, ed i tumori in particolare, perchè agisce per ripristinare il corretto equilibrio di potassio intracellulare, alterato dalla patologia intra cellulare.
Già nel 1932 Moravel e Kishi misero in evidenza l'alta concentrazione di POTASSIO all'interno della cellula sana in normale attività fisiologica; contemporaneamente notarono i seguenti valori di concentrazione di POTASSIO in vari tessuti neoplastici (tumorali).
Tessuto sano: 290 mg/100 ml
Tessuto neoplastico in via di sviluppo: 50 mg/100 ml
Tessuto neoplastico altamente sviluppato: 25/100 ml
Tessuto neoplastico sviluppato in fase terminale: 5 e 0 mg/100 ml
Dean Burk, del National Cancer Institute, dichiarò gia nel 1969: il grande vantaggio che gli ascorbati possiedono come POTENZIALI AGENTI ANTICANCRO è che essi sono partilcolarmente non tossici per i normali tessuti del corpo e possono essere somministrati senza effetti collaterali degni di nota anche a dosi estremamente alte (fino a 5 g/kg o più).
Il biochimico Gianfranco Valsè Pantellini della NEW YORK ACADEMY OF SCIENCE notava gia' negli anni ottanta l'attività dell' ASCORBATO DI POTASSIO nei confronti delle malattie degenerative ed in particolare nei confronti delle degenerazioni Tumorali.
Valsè Pantellini stabilì dosi e tempi di somministrazione di questo rimedio assolutamente non tossico e benissimo tollerato determinandone il valore di rimedio eminentemente preventivo oltre che curativo.
Nel 2004, rispetto alla formula originaria, l'Ascorbato di Potassio è stato integrato con il Ribosio.
Il ribosio svolge un ruolo importantissimo nel metabolismo cellulare ed e precursore fondamentale dell'RNA (Acido RiboNucleico) e dell'adenosina (componente di base per la produzione di ATP) la sua assunzione orale viene metabolizzata e non va ad interferire con la glicolisi. Si tratta di una novità assoluta in campo internazionale, poiché questa sostanza non è mai stata impiegata a livello terapeutico né preventivo verso patologie oncologiche e/o degenerative.
L'impiego del 2% di ribosio rispetto all'acido ascorbico, è legato alla sua potenziale attività catalitica per velocizzare il processo di assorbimento di potassio nel citoplasma cellulare, anche perché non segue il destino della vitamina C (dopo pochissime ore dall'assunzione si trasforma in acido ossalico e se ne va dall'organismo per via renale), ma si "consuma" in modo diverso.
Informazioni da: pantellini.org e associazionesaras.it
L'Ascorbato di Potassio con Ribosio interviene per riequilibrare i meccanismi che sono all'origine dei processi degenerativi ed agisce anche per potenziare la risposta immunitaria dell'organismo alle aggressioni di "agenti esterni". La presenza del ribosio aumenta l'efficacia del composto in virtù della sua potenziale attività catalitica.
Si capisce quindi l'importanza di una corretta prevenzione basata sull'impiego di Ascorbato di Potassio con Ribosio, la cui efficacia preventiva potrebbe essere indagala attraverso un'indagine epidemiologica adeguata. Per l'assenza di tossicità e di effetti collaterali (a meno di intolleranza alla vitamina C) l'assunzione del composto può essere protratta a tempo indeterminato.
Ricerca
La ricerca sull'Ascorbato di Potassio con Ribosio viene condotta dalla Fondazione Internazionale Valsè Pantellini insieme con il Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università di Parma e con l'Istituto di Mutagenesi e Differenziamento del C.N.R. di Pisa.
Attualmente questa collaborazione ha permesso di presentare una relazione al Congresso Internazionale di Pisa sui meccanismi di antimutagenesi ed anticancerogenesi (Ottobre 2003) organizzato dal C.N.R., che ha messo in evidenzia le caratteristiche antiossidanti e non tossiche del composto. La stessa Fondazione Pantellini e stata invitata, nel Giugno 2003, a presentare una relazione negli Stati Uniti all'Università del Connecticut in occasione della Conferenza Internazionale NPA su tali sviluppi della ricerca.
Cos'è
L'Ascorbato di Potassio con Ribosio è un sale ottenuto dall'acido ascorbico, facilmente solubile in acqua, che si ottiene mettendo insieme acido L'ascorbico (vitaminaC), D-ribosio e bicarbonato di potassio in forma cristallizzata purissima.
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Approfondimento1
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Approfondimento8
RASSEGNA STAMPA:
PANTELLINI A VICENZA
NOVEMBRE 1990
Metodo Pantellini: l'ascorbato di potassio in oncologia
RECENTI STUDI SULLE PROPRIETÀ ANTI TUMORALI DELL’ALOE ARBORESCENS
(fonte: dietabianchini.com)
Adelio Alberto Mora, collaboratore del Dottor Paolo Lissoni, noto oncologo dell’ospedale San Gerardo di Monza, direttore degli oncologi che hanno realizzato i più recenti studi sull’Aloe Arborescens ha gentilmente fornito aggiornamanti sui recenti sviluppi della ricerca anti-cancro sull’Aloe Arborescens attraverso uno studio effettuato nel 2009 che ha rivelato i benefici dell’aloe arborescens abbinato alla chemioterapia in alcuni pazienti con carcinoma metastatico in fase iniziale, suggerendo la possibilità di manipolare biologicamente l’efficacia e la tossicità della chemioterapia attraverso sostanze immunomodulanti endogene o esogene.
Lo studio originale è visionabile in lingua inglese qui
Sono stati “studiati” 240 pazienti con tumori metastatici solidi (cancro al polmone, cancro del colon-retto, cancro gastrico e cancro del pancreas), che sono stati trattati con chemioterapia con o senza trattamento dell’aloe.
L’aloe è stato somministrato su una parte dei pazienti per via orale, sia durante che dopo la chemioterapia, a 10 ml tre volte al giorno senza interruzione fino alla progressione della malattia, a partire da 6 giorni prima dell’inizio della chemioterapia, in una miscela costituita da 300 g di foglie fresche di Aloe, 500 g di miele più 40 ml di alcol 40% (ricetta di Padre Romano Zago).
La Chemioterapia, invece, è stata somministrata settimanalmente.
Le risposte cliniche sono state radiologicamente valutate dopo almeno tre cicli di chemioterapia.
I pazienti sono stati controllati settimanalmente da test di laboratorio di routine.
Le percentuali complessive di risposte complete (CR) e le risposte parziali (PR) raggiunte nei pazienti trattati contemporaneamente con aloe, erano significativamente più alte rispetto a quelle dei pazienti che hanno ricevuto la chemioterapia da sola (34% vs 19%).
Le risposte complete si sono verificate nel 10% dei pazienti trattati contemporaneamente con aloe ed in solo il 3% dei pazienti trattati con chemioterapia da sola. Questa differenza era statisticamente significativa. La malattia stabile (SD) è stata raggiunta nel 31% dei pazienti trattati solo con chemioterapia e nel 34% dei pazienti che hanno ricevuto una concomitante somministrazione di aloe. Il controllo della malattia ottenuta nei pazienti trattati contemporaneamente con aloe ha dimostrato una percentuale significativamente maggiore di quella riscontrata nei pazienti che hanno ricevuto la chemioterapia da sola (67% vs 50%).
Anche la percentuale di sopravvivenza a 3 anni ottenuta nei pazienti trattati contemporaneamente con aloe era significativamente superiore rispetto a quella riscontrata nel gruppo di chemioterapia da sola.
L’Aloe è stato ben tollerato in tutti i pazienti ed è stata riscontrata un’ assenza di effetti metabolici indesiderati.
Inoltre, come illustrato in Fig. 2, il numero medio dei linfociti osservato dopo terapia nei pazienti trattati contemporaneamente con aloe è stata significativamente superiore a quello osservato nel gruppo trattato con sola chemioterapia, mentre nessuna differenza era stata osservata prima dell’inizio del trattamento.
Infine, la chemioterapia è stata sostanzialmente più tollerata dai pazienti trattati contemporaneamente con aloe. In particolare, la comparsa di astenia e/o fatica era significativamente minore nei pazienti trattati contemporaneamente con aloe che in quelli che hanno ricevuto la sola chemioterapia (26% vs 46%).
Questo studio sembra suggerire quindi che l’aloe può essere associato con successo allachemioterapia per aumentare la sua efficacia in termini di velocità di regressione deltumore ed aumento del tempo di sopravvivenza, almeno in pazienti con stato clinico povero a causa della bassa PS o importanti malattie mediche, in cui l’attività terapeutica di chemioterapia da sola è generalmente bassa.
La formulazione recente di regimi di biochemioterapia potrebbe rappresentare una strategia molto semplice e promettente nel trattamento di neoplasie umane.
L’Aloe è una delle piante più importanti per l’attività antitumorale e la proprietàantineoplastica è dovuta alle proprietà antiproliferative, immunostimolanti e antiossidanti.
Oltre all’Aloe, si è scoperto che anche la Cannabis e la Mirra hanno proprietà antitumorali.
Nonostante le differenze nella struttura chimica delle loro molecole, l’attività antitumorale di aloe, cannabis e mirra è basata su meccanismi molto simili, costituiti da attività antiproliferativa, immunostimolante, antinfiammatoria e dall’effetto antiossidante.
In cannabis e mirra, gli effetti antiproliferativi e immunoinflammatori-modulante sono attribuiti alle stesse molecole: tethrahydrocannabinol cannabinolo per la cannabis e la T sesquiterpene cadinol per mirra.
Al contrario, l’attività antiproliferativa e gli effetti immunomodulanti dell’aloe sono principalmente esercitati dall’aloe-emodine, la cui azione oncostatica ha dimostrato di essere particolarmente evidente contro le cellule tumorali neuroendocrine.
D’altra parte, le proprietà immunostimolanti dell’aloe sono principalmente a carico diacemannan e glycomannan, la cui stimolazione antitumorale è mediata, almeno in parte, dalla inibizione di secrezione di interleuchina, con conseguente aumento della produzione di IL-2, che svolge un ruolo fondamentale nella generazione dell’immunità antitumorale.
Le proprietà antitumorali dell’aloe sono state confermate da diversi esperimenti in vitro e in vivo rivelando che non dipende solo dal suo effetto immunomodulante, come creduto fino a poco fa, ma anche da una inibizione diretta della cellula tumorale attraverso la proliferazione di aloenin e molecole simili.
Il considerevole numero di studi clinici condotti con gli estratti di aloe finora effettuati, tuttavia, hanno prodotto risultati controversi.
La terapia dell’Aloe è stata particolarmente studiata nel trattamento della psoriasi,iperlipidemia e diabete mellito e può esercitare effetti anticolesterolo ed effetti antidiabetici. Inoltre, stimola la riparazione delle ferite.
Infine, l’aloe è stato utilizzato per il trattamento della neoplasia umana, sebbene sono disponibili solo dati preliminari.
La maggior parte degli studi sono, però, molto limitati da un punto di vista metodologico, a causa del basso numero di pazienti e la mancanza di randomizzazione.
Pertanto, il presente studio sull’abbinamento dell’aloe alla chemioterapia, è stato previsto nel tentativo di studiare l’influenza dell’aloe nei pazienti con cancro a basso stato clinico.
Lo studioso Adelio Alberto Mora, le cui ricerche sono state fatte senza fine di lucro ma solo per amore e passione per chi soffre di malattie varie, ha anche apportato dellemodifiche alla ricetta di Padre Romano Zago, per adattarla meglio ad alcuni pazienti affetti da patologie particolari.
Modifiche alla ricetta di Padre Romano Zago
MIELE
Nella preparazione casalinga della ricetta , informando anche Padre Romano Zago, hanno diminuito la quantità del miele da 500g a 150 g , anche se sarebbe meglio mettere solo 50g di miele in particolare per chi soffre di Diabete; meglio di tutto sarebbe il Miele di Melata (meno zuccherino); è stata sperimentata anche la Stevia invece del miele, che ultimamente ha sostituito tutti i dolcificanti , ritenuti TOSSICI .
In alternativa è possibile sostituire il miele con un frullato di frutta, meglio di tutti sarebbe una banana semi acerba e NON matura, perché i diabeti possono sopportarla molto bene dato che gli zuccheri non si sono ancora formati ( Scoperta brasiliana).
GRAPPA
Invece della Grappa o del Whisky (peggio il Cognac che è astringente), aggiungere la spremuta di mezzo limone (confermato anche da Padre Romano Zago via e-mail), che è anche un antiacido per eccellenza ed un antitumorale naturale (questo, in particolare per chi non può assumere alcolici).
PREPARAZIONE
Per quanto riguarda la procedura, le foglie NON devono essere frullate, ma ‘passate’ con un normale ‘passa pomodoro’.
Questo perché, se le foglie vengono frullate, il perno centrale del frullatore, con l’alta velocità, raggiunge una temperatura superiore ai +70° gradi, che può alterare alcune proprietà dell’Aloe. Diverso il caso, se si possiede un Bimby Worwerk, che non và in surriscaldamento alla velocità 10.
Quindi dopo il ‘passato’ delle foglie, mescolarle con il miele o la Stevia e con il limone.
Questa particolarità fu riscontrata da un ingegnere chimico ed Adelio Alberto Mora, quando nel 1983 iniziarono lo studio di un progetto di grandi dimensioni per la coltivazione e la lavorazione dell’Aloe in Venezuela. Progetto non realizzato per ragioni burocratiche con il governo venezuelano.
Le differenze delle percentuali dei componenti tra l’Aloe Vera e l’Aloe Arborescens, hanno determinato la decisione di preferire l’Aloe Arborescens all’Aloe Vera, per lo studio del gruppo del dottor Paolo Lissoni, quale componente ‘naturale’ per la terapia e la cura di alcune forme tumorali .
ZEOLITE COME ADIUVANTE NELLA CHEMIO E RADIOTERAPIA
Le caratteristiche peculiari della zeolite clinoptilolite attivata (ZECLA) sono costituite dalla capacità di legare, a livello intestinale, radicali liberi, metalli pesanti, ione ammonio e tossine, allontanandole dall’organismo, attività descritte nella definizione stilata dal Nomenclatore Europeo dei dispositivi medici.
Una combinazione con entità variabili dei quattro tipi di sostanze tossiche prima riportate (TRAM®) è stata rilevata nei tumori nei quali esse possono svolgere la funzione di responsabili diretti nella loro insorgenza odi adiuvanti nella loro induzione, come dimostrato da numerose ricerche.
Confortato da tali dati il Prof Pavelic (1) ha svolto ricerche in vitro per verificare la possibilità che l’eliminazione di questi induttori potesse influenzare la velocità di sviluppo dei tumori ed ha evidenziato un’azione inibitrice della ZECLA nei confronti della crescita delle cellule tumorali variabile in funzione del dosaggio utilizzato e della tipologia di neoplasia.
Ulteriori studi in vivo effettuati trattando con ZECLA topi e cani affetti da una varietà di tumori ha portato ad un miglioramento dello stato di salute, prolungamento del tempo di sopravvivenza e ad una diminuzione delle dimensioni del tumore. Inoltre l’applicazione locale di ZECLA su tumori della pelle ha diminuito la formazione del tumore stesso e la sua crescita. Infine studi tossicologici effettuati su topi e ratti hanno dimostrato che il trattamento non ha effetti negativi (2).
La ZECLA è anche in grado in indurre una stimolazione della risposta immunitaria legata ad una diminuzione della perossidazione lipidica derivante dalla formazione di radicali liberi in eccesso. Alcuni studi hanno evidenziato in culture cellulari in soluzione nutriente senza silicio l’arresto dopo breve tempo delle principali funzioni di sintesi, ad esempio la sintesi proteica e la sintesi clorofilliana, con compromissione della parete cellulare che diventa instabile (3).
Questa perdita metabolica presente anche nel substrato della matrice extracellulare nei malati cronici e tumorali è stata confermata, tra l’altro, da deficit di adenosina trifosfatasi, dall’inibizione della pompa Na+/K+, dalla riduzione dell’ossiemoglobina nel sangue, dal maggiore consumo di ossigeno, dall’eccesso di radicali 02 liberi ed infine da problemi di natura elettrofisiologica. In caso di neoplasia infatti si riscontra un potenziale negativo eccedente in quanto il tessuto tumorale agisce come una batteria che si sta fortemente scaricando.
Gli effetti collaterali generati dalla radioterapia sono legati all’elevata energia che viene assorbita dalle cellule circostanti la massa tumorale con formazione di radicali liberi che comportano un incremento dello stress ossidativo e dalla reazione infiammatoria locale, anche a livello del derma, che modifica la fisiologia cellulare. La capacità adiuvante della ZECLA nella terapia antitumorale, chemio e radio, può essere quindi attribuita alla sua partecipazione alla sintesi proteica, alla capacità di contribuire alla costruzione del tessuto connettivo, all’azione adsorbente, al controllo del metabolismo del calcio nelle cellule da parte del silicio presente nella sua struttura ed infine all’azione antiossidante.
Numerose applicazioni cliniche hanno pienamente confermato tali attività ed il risultato finale è caratterizzato da migliori condizioni di vita dei pazienti trattati, con tempi di recupero funzionale molto brevi dopo le applicazioni di chemio o radio-terapia. Tali risultati sono confortati dai dati cImici che dimostrano un incremento dell’emoglobina fino alla sua normalizzazione ed il netto miglioramento nel tempo della formula leucocitaria in genere sconvolta dalla terapia (3). L’organismo è quindi in grado di reagire meglio nei confronti del tumore rendendo più efficaci le terapie.
1) M. Colic Al, K. Pavelic, Journal of Molecular Medicine 78, 333—336, (2000)
2) K. Pavelic et al. Molecular Medicine 78: 708-720 (2001)
3) K. Hecht, E. Hecht-Savoley, Natur-Mineralien, Regulation und Gesundheit. Schibri-Verlag, Berlin! Milow (2005)
Nella recente intervista del Dr Giuseppe Di Bella a Telecolor "i tumori più diffusi" sono state evidenziate le più frequenti cause dei tumori, tra cui i maggiori, più pericolosi e documentati fattori di rischio di induzione neoplastica, nascosti al pubblico:
" L'elevato incremento della radioattività atmosferica
(http://www.metododibella.org/it/La-strage-avanza-lentamente-sotto-i-nostri-occhi-ma-non-ce-ne-accorgiamo.html#.VxuZLVJH7My)
Questa è stata causata anche dall'indiscriminato uso bellico di grandi quantitativi di uranio impoverito in Serbia, nel Kosovo, in medio oriente, soprattutto in Iraq, e nei poligoni militari. Le radiazioni ionizzanti, mutagene, da elementi radioattivi, rappresentano sicuramente uno dei massimi rischi di malattie neoplastiche oltre che degenerative, causando anche malformazioni e gravi danni all'equilibrio biologico e alle funzioni vitali. Si calcola che i bombardamenti nucleari americani di Hiroshima e Nagasaki, oltre al milione di morti provocato al momento dell'esplosione e nei giorni immediatamente successivi, abbiano causato un numero almeno doppio di decessi per l'induzione di tumori solidi e leucemie.
" La crescente dispersione nell'ambiente di notevoli quantitativi di chemioterapici .
Per il continuo estendersi delle patologie neoplastiche è aumentato progressivamente l'uso generalizzato dei chemioterapici, tra cui quelli somministrati ad alte dosi in vena, come i derivati del Platino, Vincristina, Taxani, Topotecani, ecc… che si possono considerare tra le sostanze tossiche a più alto rischio mutageno (il tumore nasce da una mutazione) e pertanto oncogene, disperse poi senza alcuna precauzione nell'ambiente. Infatti gli escrementi di quanti sono sottoposti a chemio non sono trattati come rifiuti tossici speciali, ma eliminati attraverso la comune rete fognaria. Significativo il rapporto N°02/16 (2002) dell'Istituto Superiore di Sanità sull'induzione di tumore da parte dei chemioterapici: "Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici" che ha preso in considerazione i danni a breve e/o a lungo termine causati dall'esposizione professionale ai chemioterapici antiblastici (CA) . "Proprio a causa delle loro proprietà citotossiche e immunosoppressive - si legge nel Rapporto - gli antiblastici possono paradossalmente causare tumori secondari. Infatti, non solo sono in grado di innescare la trasformazione di cellule normali in maligne, ma tendono a ridurre le difese endogene contro l'insorgenza di neoplasie". E ancora: "Mentre per i pazienti tali effetti tossici sono considerati 'accettabili' in vista dei possibili (palliativi) benefici terapeutici, essi non dovrebbero mai colpire i medici, i farmacisti, gli infermieri e gli altri possibili operatori. Invece, a partire dagli anni '70, numerosi studi hanno dimostrato la pericolosità per gli operatori sanitari". "Alcuni degli effetti tossici che colpiscono i pazienti sono stati osservati anche in operatori sanitari e in particolare in infermieri dei reparti oncologici (…) sono stati rilevati disturbi a livello oculare, cutaneo e respiratorio causati da chemioterapici vescicanti; reazioni allergiche da composti del platino (…). Possibili tumori causati da chemioterapici cancerogeni; effetti sull'apparato riproduttivo, aumento degli aborti spontanei e delle malformazioni congenite. I danni risultano anche trasmissibili all'apparato riproduttivo, aumento degli aborti spontanei e delle malformazioni congenite. I danni risultano anche trasmissibili all'apparato riproduttivo dei figli degli operatori sanitari " dei figli degli operatori sanitari "
L'induzione tumorale da chemioterapici è ormai scientificamente documentata. La prestigiosa rivista medico scientifica Nature,( ai massimi livelli dell' Impact Factor) ha pubblicato uno studio intitolato: "Treatment-induced damage to the tumor microenvironment promotes prostate cancer therapy resistance through WNT16B" . Gli autori hanno spiegato i meccanismi biochimici e molecolari per cui la somministrazione di chemioterapici può indurre il cancro. Questo studio spiega che la chemioterapia, usata per combattere il cancro, in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende 'immune' il tumore a ulteriori trattamenti. Analizzando gli effetti di un tipo di chemioterapia su tessuti raccolti da pazienti affetti da tumore alla prostata, sono state scoperti "evidenti danni nel DNA" nelle cellule sane intorno all'area colpita dal cancro.
Queste ultime producevano quantità maggiori della proteina WNT16B che favorisce la sopravvivenza delle cellule tumorali.
La scoperta che "l'aumento della WNT16B...interagisce con le vicine cellule tumorali facendole crescere, propagare e, più importante di tutto, resistere ai successivi trattamenti anti-tumorali...era del tutto inattesa", ha spiegato il co-autore della ricerca Peter Nelson del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, nello stato di Washington. "I nostri risultati, hanno spiegato i ricercatori, indicano che il danno nelle cellule benigne può direttamente contribuire a rafforzare la crescita "cinetica" del cancro, e questo ha trovato conferma anche nei tumori al seno e alle ovaie. " In pratica è un meccanismo generalizzato , esteso ad ogni tipo di varietà istologica di tumore".
Se è pertanto documentato che i chemioterapici possono eliminare un certo quantitativo di cellule neoplastiche, è altrettanto documentato e incontestabile che possono indurre raffiche di mutazioni, ognuna delle quali seleziona cloni tumorali più aggressivi e resistenti in soggetti debilitati dall'effetto tossico e immunosoppressivo della chemio, creando così le premesse di disseminazioni tumorali generalizzate e inarrestabili.
Ovviamente queste non sono che vili calunnie e basse insinuazioni dei soliti biechi complottisti contro gli immacolati e disinteressati circoli di potere globali, che gestiscono con la massima e nota onestà e trasparenza, economia, politica, finanza e informazione.
Giuseppe Di Bella
Nell'intervista del Dr. Di Bella è spiegato come vengono confermate in modo sempre più ampio ed evidente nella letteratura scientifica le basi biochimiche e molecolari del MDB, il suo ruolo determinante e insostituibile nella terapia e nella prevenzione dei tumori, la sua efficacia nelle patologie degenerative, e nei deficit immunitari. Nel trattamento e contenimento dei gravi effetti dello stress ossidativo causato dall'induzione di radicali liberi, oggi non esiste alcuna alternativa che abbia la possibilità di azzerare le reazioni ossidative come l'uso sinergico, fattoriale, interattivo della Soluzione dei Retinoidi Del Metodo Di Bella, associata a vitamina D3 e Melatonina biologica idrosolubile in legame d'idrogeno con Adenosina, stabilizzata da Glicina. Viene spiegato attraverso quali meccanismi biochimici e molecolari queste molecole svolgono una funzione fisiologica essenziale realizzando, e mantenendo, l'equilibrio biologico tra energia e materia su cui poggiano la vita e gli scambi energetici. Vengono illustrati i criteri e modalità di verifica delle preparazioni galenica dei farmaci impiegati nel MDB. Si spiega come siano in atto diverse linee di ricerca attivate e finanziata dalla Fondazione Di Bella con la collaborazione di eminenti ricercatori e qualificati istituti di ricerca , e i primi incoraggianti risultati.
Il Metodo Gerson (fonte: EfferveScienza)
Un medico illuminato. Un ebreo scampato all’Olocausto. Un’emicrania invalidante. Una dieta in grado di curare tutto, anche il tumore.
Qual è il comune denominatore di tutte queste cose? Max Gerson, un medico tedesco nato nel 1881 in Polonia e morto a New York nel 1959.
Per parlare dello straordinario Metodo Gerson approfitto di una recente intervista radiofonica che ho fatto su Gamma5 a Margaret Straus, una delle poche persone al mondo che più hanno diritto di parlare del Metodo: Gerson era suo nonno!
Gentile Margaret cosa ci può dire di suo nonno?
Mio nonno Max Gerson aveva una grande istruzione classica di medicina.
Ricordiamo che all’inizio del Novecento la Germania era un paese leader nel campo medico e scientifico.
Quindi ha avuto una delle migliori istruzioni dell’epoca, con grandi professori.
Sicuramente Gerson avrebbe preso la strada dell’insegnamento universitario se non fossero accadute nella sua vita fondamentalmente due cose. La prima è stata la Grande Guerra, la seconda è che dall’età di 25 anni soffriva di allergie e tremende emicranie a grappolo così intense che doveva chiudersi in una stanza buia per qualche giorno ogni settimana, con nausee e vomito.
Siccome non poteva vivere in quella maniera, leggeva, studiava, chiedendo anche ai suoi professori, ma il tutto inutilmente. Fino al giorno in cui lesse un articolo di una signora che aveva risolto il suo stesso problema con la dieta. A questo punto Gerson s’illuminò e volle provare sulla sua pelle, anche perché tutto il discorso aveva una sua logica: quello che mettiamo dentro il nostro corpo sotto forma di alimenti, tutto quello che digeriamo, determina l’equilibrio biochimico interno.
Quindi eliminò tutto iniziando con quello che all’epoca era considerato l’alimento più leggero: il latte! Prese solo latte vaccino per alcuni giorni, e il suo problema di salute invece di migliorare si aggravò. Da questa esperienza, e ragionando fino in fondo, prese coscienza che infatti nessun animale in natura beve latte dopo lo svezzamento, e quello che bevono non è mai latte di un’altra specie animale. Così eliminò il latte dalla sua dieta per sempre. E’ bene precisare che nella Terapia Gerson (come del resto in quella molto valida di Johanna Budwig) viene aggiunta, dopo circa 6-12 settimane, una piccola dose di yogurt e quark biologico senza grassi. Secondo la sua ricerca questo era importante per evitare carenze del sistema immunitario.
Il Dottor Gerson era allergico al latte e in ogni caso una dieta di solo latte vaccino non poteva che essere dannosa.
A questo punto ragionò sulla dieta degli animali più vicini all’uomo, i primati. Le scimmie si nutrono esclusivamente di frutta e verdura.
Siccome nella Germania del XX secolo il frutto più comune era la mela, il dottor Gerson iniziò a mangiare solo questo frutto.
Incredibilmente e forse inaspettatamente, mangiare mele gli fece sparire completamente l’emicrania! A questo punto, a poco a poco, alle mele aggiunse lentamente un alimento alla volta, e tutto quello che gli dava fastidio lo eliminava per sempre.
Alla fine è rimasto solo con una dieta a base di frutta e verdura.
Il dottor Gerson, oltre ad essere felice, era finalmente rinato: la sua emicrania era sparita.
Quando dei pazienti andavano da lui con il problema del mal di testa, Gerson consigliava la strada che aveva guarito lui e ogni volta, la sua dieta per l’emicrania funzionava anche per le altre persone. In particolare un paziente che soffriva di emicrania e di tubercolosi della pelle, dopo qualche settimana della dieta Gerson, tornò e oltre all’emicrania gli era sparito anche il problema alla pelle.
Fu così che lentamente Gerson, giorno dopo giorno, paziente dopo paziente, estese la sua dieta a qualsiasi altro problema di salute, anche alla tubercolosi polmonare, che in quegli anni mieteva tantissime vittime.
Mio nonno guarì dalla tubercolosi polmonare anche la moglie del grande dottor Albert Schweitzer, medico, musicista, filantropo, filosofo, biblista e Premio Nobel per la pace.
Già all’epoca furono pubblicati oltre 500 articoli sulla cura della tubercolosi con la dieta di Gerson.
A questo punto mio nonno comprese una cosa importantissima: la dieta non curava una malattia, ma dava al corpo il necessario per ripristinare il meccanismo di autoguarigione. Era per così dire una terapia metabolica, in grado di ripristinare tutti i sistemi del corpo, in grado di curare tutte le altre patologie (diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, ecc.).
L’organismo umano ha molti sistemi all’interno del corpo: immunitario, ormonale, nervoso, ecc. e se questi funzionano bene, perché nutriti bene e non intossicati, l’uomo torna in perfetta salute.
Il corpo quindi non guarisce selettivamente, il corpo guarisce tutto. Se viene alimentato bene e soprattutto disintossicato da veleni e tossine, è in grado di guarire praticamente da tutto.
In pratica cos’è il Metodo Gerson?
La terapia agisce simultaneamente su quattro livelli. La prima fase è una alimentazione a base di vegetali biologici in grado di fornire tutto quello che serve all’organismo. La seconda è la disintossicazione che si realizza somministrando ai pazienti notevoli quantità di succhi di frutta e verdura biologica fresca che stimolano l’eliminazione attraverso i reni e un gran numero di clisteri al caffè. I succhi freschi contribuiscono anche alla terza parte della terapia, perché aiutano il corpo a ottenere tutte le sostanze nutrienti essenziali, i minerali, le vitamine.
Per le prime sei settimane vengono eliminate tutte le proteine di origine animale e tutti gli alimenti industriali, quelli conservati e pieni di additivi e chimica varia, per permettere al pancreas di tentare di sopprimere e digerire il tessuto canceroso. I succhi inoltre stimolano il fegato e reni ad eliminare le tossine accumulate. La quarta fase è l’integrazione: trattamento epatico di sostegno sotto forma di ioduro organico e inorganico, notevoli quantitativi di una combinazione di tre sali di potassio in soluzione al 10% (acetato, gluconato e fosfato monobasico di potassio), enzimi pancreatici e vitamina B3.
Nell’alimentazione una cosa molto importante da sapere è il rapporto tra sodio e potassio.
Noi abbiamo bisogno di una alimentazione molto alta in potassio e bassa in sodio. Il cervello per esempio richiede molto potassio perché questo favorisce lo sviluppo differenziato, mentre il sodio promuove la crescita rapida.
La frutta e la verdura coltivate in un terreno ottimale (biologico) contengono molto potassio e poco sodio, esattamente quello che serve al corpo umano. Mentre nei terreni fertilizzati e pregni di chimica i frutti, oltre ad essere tossici e pieni di veleni, sono gonfi di acqua perché il terreno è ricco di sodio e povero di potassio…
L’industrializzazione fa il resto: ad ogni passaggio viene aggiunto sodio.
Parliamo dei clisteri: quando suo nonno iniziò a sperimentare l’enteroclisma al caffè?
Non tutti sanno che nel famoso Manuale della Merck, la cosiddetta bibbia della medicina ufficiale, almeno fino agli anniSettanta esisteva la voce “clisteri di caffè”. Quindi la tecnica era considerata anche dalla medicina. Poi stranamente (dicono ‘per problemi di spazio’) la voce è stata fatta sparire… e oggi non se ne parla più.
I clisteri di caffè si conoscono da ben prima della Grande Guerra.
Non è una leggenda metropolitana che durante la guerra, i soldati feriti che avevano bisogno di antidolorifici usavano la morfina tramite i clisteri, con l’aggiunta di caffè. Il caffè che non mancava al fronte, arrivava con i treni, e i poveri medici per stare svegli ne bevevano a litri.
Quando la morfina per via della guerra iniziò a scarseggiare, i clisteri vennero fatti, forse per disperazione, solo con acqua e caffè. Ma incredibilmente l’effetto antidolorifico rimaneva.
Fu a questo punto che due medici incuriositi, ne studiarono l’effetto, pubblicando uno studio.
Il dottor Gerson lesse esattamente questo studio…
In pratica scoprirono che la caffeina, presa per via emorroidale apre i dotti biliari permettendo una espulsione di bile, che depura profondamente l’organismo.
Facciamo un po’ di gossip: quanti clistere al caffè si fece il dottor Gerson?
Questa è una cosa molto simpatica che non dico spesso, ma il dottor Gerson non si fece mai un clistere al caffè! Anche perché con la sua dieta andava in bagno già molte volte.
Ha iniziato ad usare i clisteri al caffè nei casi di cancro perché clinicamente notava che le persone cancerose avevano sempre un fegato assai intossicato. Il regime che usava mio nonno a base di succhi di frutta e verdura fresche (circa dieci succhi suddivisi nell’arco della giornata), provoca il rilascio di tossine dalle cellule e dai tessuti e queste tossine devono uscire il più velocemente possibile dal fegato. I clisteri servono proprio a questo: far uscire con la scarica le tossine rapidamente.
Recenti scoperte, che mio nonno non poteva conoscere, hanno dimostrato che la caffeina introdotta nel retto aumenta del 600% la produzione di un enzima chiamato glutatione. Questo enzima è una delle sostanze più potenti dal punto di vista antiossidante: combatte i radicali liberi e distrugge le cellule tumorali.
Le scoperte del dottor Gerson hanno oramai oltre 80 anni, eppure oggi la medicina ufficiale non considera l’alimentazione. Perché secondo lei nelle università non si studia nutrizione in maniera corretta?
E’ semplice: tutte le scuole di medicina sono nelle mani dell’industria farmaceutica. Grosse fondazioni finanziano la ricerca privata ma non la prevenzione.
Vi racconto un aneddoto curioso: qualche anno fa c’è stata una grossa fondazione in Texas che avrebbe donato 1 miliardo di dollari a chi avesse trovato una cura efficace per cancro e diabete.
Subito mia mamma Charlotte Gerson e mio fratello Howard Straus raccolsero tutto il materiale e inviarono la documentazione, riportando numerosi casi di persone con tumore e diabete guariti. All’inizio i responsabili della fondazione sembravano interessati e incuriositi, a tal punto da invitarli nella sede texana, ma quello che venne fuori ha dell’incredibile: nel bando del concorso c’era scritto che la cura non poteva essere dovuta ad un ‘cambiamento di stile di vita’.
In pratica stavano cercando una sostanza chimica da brevettare per poter guadagnare molti miliardi di dollari…
La realtà è questa: a nessuno interessa una cura dietetica e di stile di vita, perché non è brevettabile e quindi non si può vendere.
Parliamo degli importantissimi succhi di frutta e verdura.
I succhi giocano un ruolo fondamentale nel Metodo Gerson.
Il dottor Gerson era convinto che se le verdure venivano macinate e mescolate prima di essere pressate, spremute, i nutrienti venivano esaltati dalla presenza della mela.
L’acido malico presente nelle mele aumenta la potenza dei nutrienti delle verdure.
Questo è il motivo per cui nei 10 succhi che ogni giorno la persona deve bere vi è sempre questo importante frutto.
Quante persone sono guarite con il Metodo Gerson?
Il numero esatto non lo sappiamo ma si tratta di migliaia. Nelle cliniche gersoniane che si trovano in Messico e a Budapest, le cartelle cliniche parlano chiaro. Mio nonno guarì, oltre a persone normalissime, anche personaggi come Giorgio V, il dottor Albert Schweitzer, Marlene Dietrich, la Signora Clemenceau, il Cancelliere Dollfuss, ecc.
Perché questi grandi personaggi della storia sono andati a chiedere aiuto a Gerson invece di andare dalla medicina ufficiale? Domanda retorica quest’ultima, la cui risposta è scontata.
Un grazie di cuore a Margaret Straus perché la sua missione di far conoscere al mondo il Metodo scoperto da suo nonno è importantissima per tutti noi.
Infine, un grazie di cuore al grandissimo Medico Max Gerson, il quale invece di ricevere l’onorificenza e il riconoscimento universale come genio e benefattore dell’umanità, prima è stato stritolato dalla macchina nazista e poi in America ha subìto una congiura senza precedenti. Gerson è stato isolato, deriso e poi boicottato dai colleghi medici, per invidie e rivalità accademiche e dalle industrie farmaceutiche per gli enormi interessi economici messi a rischio dalla sua scoperta non brevettabile.
“Prima ti ignorano,
poi ti deridono,
poi ti combattono.
Infine tu vinci”
Gandhi
Per maggiori informazioni “Il Dottor Max”, Giuliano Dego, ed. Aedel e “Guarire con il Metodo Gerson”, Charlotte Gerson e Beata Bishop, ed. Macro
Olio di CBD, un altro volto della canapa
I cannabinoidi sono estratti naturali derivati dalla pianta di canapa e il CBD (cannabidiolo), assieme al THC (tetraidrocannabinolo), è il componente presente in maggior misura nonché la sostanza non-psicoattiva più utile e più sfruttata dall'industria per i più svariati settori. Si tratta dei due principali composti contenuti nelle piante di canapa. I cannabinoidi sono una classe unica di principi attivi cui appartengono sia il THC che il CBD. Il CBD interagisce direttamente con il sistema endocannabinoide. Questo è un sistema di comunicazione intercellulare che percorre tutto il nostro organismo, compreso il cervello, importante per la sua capacità di modulare tutte le funzioni generali del nostro corpo. Il CBD agisce legandosi ai recettori di questo sistema, influenzando le sue normali funzionalità.
Per sua natura, il CBD risulta essere la controparte del THC, calmando e rilassando gli effetti psicoattivi indotti da quest'ultimo. Molti ricercatori stanno dedicando i loro sforzi nella creazione di nuove varietà di cannabis, con il preciso obiettivo di ottenere elevate concentrazioni di CBD. Un esempio degno di menzione è la Royal Medic, della Royal Queen Seeds. Questa genetica contiene livelli di CBD altissimi, circa il 12%, superando addirittura quelli di THC, del 10%! Queste nuove varietà di Cannabis stanno cercando di soddisfare la domanda crescente del mercato, sempre più interessato ai potenziali benefici del CBD per la nostra salute (da molti ritenuti più importanti degli effetti psicoattivi del THC).
Innanzitutto, si deve considerare che il nostro organismo produce cannabinoidi naturali, importanti molecole endogene che giocano il ruolo di "mediatori" delle risposte fisiologiche del corpo, e che quindi sono estremamente vitali per la salute in quanto proteggono le cellule da virus, batteri, cancro e da molte altre patologie. I cannabinoidi sono presenti persino nel latte materno e, come si legge nella pubblicazione di una ricerca scientifica effettuata sulla stimolazione dell'appetito infantile, sembra che gli endocannabinoidi influiscano positivamente la capacità di suzione del neonato, e quindi, il corretto sviluppo umano, fino dai primi istanti di vita.
Gli studi scientifici svolti negli ultimi anni hanno ampiamente messo in evidenza i benefici del cannabidiolo estratto dalla canapa per scopi terapeutici, ma l'attenzione di molti consumatori e di molte aziende produttrici di integratori alimentari e prodotti erboristici si sta sempre più concentrando sull'olio di CBD. Questo prodotto innovativo e totalmente naturale sta acquistando popolarità grazie alle sue innumerevoli proprietà benefiche, non solo come terapia contro malattie croniche o infiammatorie o contro i più disparati disturbi.
L'olio di CBD può essere giornalmente assunto grazie alla sua azione protettiva e alla sua derivazione naturale soprattutto se proviene da coltivazione biologica.
Grazie all'estrazione di cannabidiolo effettuata su piantagioni di canapa (legalmente coltivata) ad alto contenuto di CBD e a contenuto praticamente pari a zero di THC, questi integratori alimentari sono sicuri in quanto non generano alterazioni sulla psicologia e sul comportamento dei consumatori, non generando alcun effetto psicoattivo. Al contrario, possono svolgere azioni analgesiche, antinfiammatorie e antiossidanti e operare contro ansia e panico, oltre a regolarizzare ritmo cardiaco e respiratorio.
L'olio di CBD è anche in grado di potenziare la salute e il sistema immunitario poiché agisce attivamente sull'organismo modulandone le risposte attraverso l'azione sui recettori naturali del sistema endocannabinoide, che permettono la comunicazione tra cellule, regolano il metabolismo e tutti gli altri processi fisiologici e le funzioni del nostro corpo. Può quindi essere utilizzato per promuovere il recupero fisico dopo un periodo di particolare stress, oppure per migliorare le prestazioni atletiche, ma più in generale per potenziare il benessere psicofisico.
Le numerose testimonianze dei consumatori abituali di olio di CBD confermano di aver tratto molti benefici da questo nuovo prodotto, presente sul mercato sottoforma di liquidi, capsule o vaporizzatori. Alcuni consumatori lo utilizzano regolarmente contro lo stress quotidiano, altri per migliorare la qualità del sonno, per proteggere l'organismo dagli attacchi esterni di virus e batteri, oppure per alleviare situazioni dolorose croniche di varie entità, migliorando quindi la qualità della vita.
L'olio di CBD non ha controindicazioni o particolari effetti collaterali, ma è tuttavia fondamentale rivolgersi ad aziende qualificate che garantiscano severi processi produttivi finalizzati alla realizzazione di un prodotto non contaminato e di alta qualità.
Questo per quanto riguarda l’aspetto nutrizionale e relativo a disturbi lievi, ma diversi studi sull’olio di CBD hanno evidenziato un impatto positivo anche su patologie più gravi. L’olio viene ad oggi usato in alcuni paesi per fronteggiare l’epilessia infantile. È il caso degli Usa, e in particolare di alcuni stati quali Georgia e Alabama, nei quali si sta portando avanti una sperimentazione in questa direzione.
Sempre in termini medici l’olio è stato spesso utilizzato per altri disturbi gravi come diabete, sclerosi multipla, malattie cardiache e Parkinson; è importante sottolineare che l’utilizzo dell’olio di CBD si è rivelato utile non per guarire queste patologie, ma per lenire gli effetti che esse portano. Il tutto senza gravare in altro modo sulla salute dato che, come detto, si tratta di un prodotto naturale realizzato senza supporto di sostanza nocive.
In definitiva, un modo alternativo di utilizzare la canapa andando a sfruttarne quelle che sono le proprietà benefiche; tanto da un punto di vista alimentare quanto curativo. In alcuni paesi questo approccio è già realtà e l’olio di CBD viene impiegato con costanza.
L'olio è impiegato per contrastare gli effetti collaterali spiacevoli ed indesiderati di molte medicine.
La sua capacità nel ridurre il dolore è uno dei motivi principali per cui viene impiegato con finalità terapeutiche.
I malati di cancro utilizzano questo prodotto per ridurre la nausea e gli spiacevoli effetti collaterali della chemioterapia.
Approfondimenti in rete sulle recenti scoperte dell'efficacia del CBD nel supporto al trattamento contro il cancro.
Cannabis contro il cancro, qual’è la verità?
Studio Usa: il cannabidiolo blocca le metastasi "Cannabis, una cura contro il cancro"
Proprietà terapeutiche del CBD
SALSAPARIGLIA INDIANA (Hemidesmus indicus): la superpianta che induce la morte immunogenica nelle cellule umane di carcinoma del colon-retto (1).
La salsapariglia indiana (Hemidesmus indicus), è usata da secoli sia in India che dalle popolazioni indigene del Centro e del Sud America. Secondo uno studio premiato dalla Società Italiana di Farmacologia e da Farmindustria è l'unico prodotto di origine naturale in grado di provocare la "morte cellulare immunogenica".
Sariva, anche conosciuta sarsaparilla indiana è una specie di pianta che si trova in Asia meridionale. Il nome botanico di Sariva è "Hemidesmus indicus". È un arbusto slanciato, latifero, avventato, talvolta prostrato o semi-eretto. Le radici sono legnose, sottili e aromatiche. Le radici hanno un odore simile alla canfora, quindi la pianta è anche conosciuta come Kapoor. Sariva è anche chiamato "Anantmoola" in sanscrito: radice senza fine.
H. indicus ha svolto un ruolo importante nella medicina tradizionale indiana (inclusa l'Ayurveda) e anche nella medicina europea. Le principali proprietà farmacologiche dell'H. indicus includono proprietà epatoprotettive, antitumorali, antidiabetiche, antiossidanti, neuroprotettive, antiofidiane, cardioprotettive, nefroprotettive, antiulcerogene, antinfiammatorie e antimicrobiche. Valutazioni fitochimiche della radice hanno rivelato la presenza di aldeidi aromatiche e loro derivati, fenoli, triterpenoidi e molti altri composti, alcuni dei quali sono stati attribuiti alla sua bioattività (2,3).
Una pianta utilizzata da secoli nella medicina tradizionale in Asia e in Sud America potrebbe rivelarsi un alleato prezioso nella lotta contro i tumori. In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Oncotarget (1), un gruppo di ricercatori ha mostrato come l'estratto di salsapariglia indiana (Hemidesmus indicus) sia in grado di uccidere le cellule tumorali attivando al tempo stesso i meccanismi di difesa del sistema immunitario: una particolare capacità antitumorale nota come "morte cellulare immunogenica" che non era mai stata osservata prima in un prodotto di origine naturale.
La scoperta, che potrebbe portare alla nascita di nuovi farmaci per la lotta contro il cancro, è valsa ad Elena Catanzaro - assegnista di ricerca dell'Università di Bologna che ha condotto lo studio - uno dei premi annuali consegnati della Società Italiana di Farmacologia e da Farmindustria.
MEDICINA TRADIZIONALE E PROPRIETÀ ANTITUMORALI
La salsapariglia indiana è usata nella medicina ayurvedica in India e dalle popolazioni indigene del Centro e del Sud America per curare diversi tipi di disturbi. "La medicina tradizionale ne consiglia l'uso sotto forma di decotto della sua radice", conferma Elena Catanzaro. "Si tratta di un rimedio utilizzato da secoli in diverse parti del mondo e per questo abbiamo voluto analizzarne le caratteristiche in modo scientifico, utilizzando gli strumenti avanzati a nostra disposizione". Un'indagine che ha subito prodotto risultati promettenti.
"Le prime scoperte interessanti su questa pianta sono arrivate già negli scorsi anni: con una serie di articoli abbiamo mostrato che Hemidesmus indicus è in grado di proteggere il DNA delle cellule da lesioni potenzialmente cancerogene", conferma la ricercatrice. Il nuovo studio fa però un importante passo avanti. "Con questa nuova ricerca, per la prima volta, abbiamo messo in luce come la salsapariglia indiana abbia anche la capacità di combattere attivamente i tumori".
MORTE CELLULARE IMMUNOGENETICA
Uno dei problemi principali della lotta contro il cancro è che il sistema immunitario non è in grado di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali, cosa che finisce per limitare l'efficacia delle terapie farmacologiche tradizionali. Per superare questo ostacolo, la ricerca si è allora concentrata su una serie di trattamenti in grado di risvegliare la risposta immunitaria, che però a loro volta non colpiscono direttamente le cellule tumorali. Due diverse direzioni terapeutiche che con Hemidesmus indicus potrebbero ricongiungersi su un terreno comune.
"L'estratto di Hemidesmus indicus - spiega Elena Catanzaro - ha un duplice effetto antitumorale: da una parte è in grado di uccidere le cellule tumorali e dall'altra fa sì che le cellule morenti siano riconosciute dal sistema immunitario, provocando così la naturale attivazione dei meccanismi di difesa dell'organismo. Si tratta di un fenomeno noto come morte cellulare immunogenica, e la salsapariglia indiana è l'unico prodotto di origine naturale capace di provocarlo".
A differenza di altre sostanze di origine naturale con proprietà antitumorali, pensate solitamente per diminuire gli effetti tossici dei farmaci tradizionali, l'estratto di Hemidesmus indicus permetterebbe quindi anche di stimolare il sistema immunitario, sostenendo così la risposta dell'organismo nel combattere la malattia. I ricercatori ne hanno testato l'efficacia con successo su cellule di tumore del colon e del retto.
UNA NUOVA SPERANZA PER LA LOTTA CONTRO IL CANCRO?
Elena Catanzaro è cauta ma ottimista. "Questi risultati sono solo un primo passo verso la realizzazione di un vero e proprio farmaco", precisa la ricercatrice. "Ma i dati che abbiamo ottenuto sono particolarmente promettenti: crediamo molto nelle proprietà di questa pianta".
Elena Catanzaro, assegnista di ricerca dell’Università di Bologna che ha condotto lo studio
I PROTAGONISTI DELLO STUDIO
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Oncotarget con il titolo "Hemidesmus indicus induces immunogenic death in human colorectal cancer cells". Gli autori sono: Eleonora Turrini, Elena Catanzaro, Manuele G. Muraro, Valeria Governa, Emanuele Trella, Valentina Mele, Cinzia Calcabrini, Fabiana Morroni, Giulia Sita, Patrizia Hrelia, Massimo Tacchini e Carmela Fimognari.
Lo studio è stato realizzato da un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita coordinato dalla professoressa Carmela Fimognari, attivo al Campus di Rimini dell'Università di Bologna, in collaborazione con ricercatori dell'Università di Basilea (Svizzera).
LO STUDIO (5,6,7,8,9)
La resistenza alla morte cellulare e la capacita? di superare la sorveglianza immunologica sono due delle strategie più insidiose dell'arsenale di difesa delle cellule tumorali. Di conseguenza, una strategia che potrebbe rivelarsi di altissimo valore terapeutico e? quella che associa la completa ed estensiva eradicazione delle cellule tumorali all'attivazione del sistema immunitario, promuovendo la cosiddetta morte cellulare immunogenica (MCI).
La capacità di un composto di indurre MCI risiede nella contestuale induzione di stress ossidativo e del reticolo endoplasmatico (RE). Questi eventi attivano una via di segnalazione del pericolo che promuove la mobilizzazione degli effettori di questo processo, i DAMP (damage associated molecular patterns).
I DAMP sono molecole endogene, come calreticulina (CLR), proteine da shock termico (HSP) e ATP, che acquisiscono proprietà immunostimolanti se esposte sulla membrana cellulare o rilasciate nella matrice extracellulare. Quando mobilizzati, i DAMP agiscono sia da segnali di pericolo che come adiuvanti per il sistema immunitario innato. Se la capacità di indurre MCI da parte di diversi farmaci antitumorali è stata caratterizzata ampiamente, evidenze simili sui botanical drugs, costituiti da miscele complesse di più molecole attive, scarseggiano.
Lo scopo dello studio è stato quello di valutare la capacità del decotto di Hemidesmus indicus (Hi) di indurre MCI su una linea cellulare umana di carcinoma del colon (Dld-1). Il decotto di Hi è stato preparato secondo le linee guida della Farmacopea Ayurvedica Indiana. La pianta (voucher #MAPL/20/178) è stata raccolta dal Ram Bagh in Rajastan, India e autenticata dal Dott. MR Uniyal, Maharishi, Ayurveda Product Ltd (Noida, India). Il potenziale citotossico di Hi è stato valutato da solo o in presenza di N-acetilcisteina o di un inibitore dello stress del RE (acido tauroursodeossicolico). La vitalità cellulare è stata misurata usando il 4-metilumbelliferil etanoato e avvalendosi del lettore di piastra Victor X3 (Perkin Elmer). L'espressione di specifiche proteine è stata valutata per via citofluorimetrica [FACScalibur (Becton Dickinson); Guava EasyCyte 6-2L (Merck)] mediante anticorpi monoclonali marcati. Per misurare i livelli di ATP extracellulari, è stato utilizzato il kit ATPLite 1 step (Perkin Elmer).
Al fine di valutare la maturazione delle cellule dendritiche (CD) umane, CD immature (iCD) sono state co-coltivate con le Dld1 (1: 4) e trattate con Hi. L'espressione di specifici cluster di differenziamento sulle CD è stata analizzata mediante citometria a flusso. Hi induce una diminuzione della vitalità cellulare dose-dipendente e induce stress ossidativo e del RE.
Come conseguenza di questi eventi, Hi modula positivamente l'espressione e la mobilizzazione dei DAMP più caratteristici, inclusi CLR, HSP70 e ATP. Spinti da queste osservazioni, è stata studiata la capacità di Hi di promuovere l'attivazione delle iCD.
I risultati hanno mostrato che le cellule tumorali trattate con Hi promuovono il passaggio da uno stato immaturo a uno maturo delle cellule presentanti l'antigene generate in vitro.
In conclusione, è stata dimostrata per la prima volta la capacità di un botanical drug di innescare tutti gli eventi caratterizzanti la MCI. Infatti, il decotto di Hi è in grado di indurre un tipo immunogenico di morte cellulare, come indicato dalla sua capacità di indurre stress ossidativo e del RE, di attivare la mobilizzazione degli effettori di questo processo e di promuovere la maturazione delle iCD. Nel complesso, il profilo antitumorale di Hi che emerge da questo studio fornisce le basi per la progettazione di esperimenti in vivo al fine di valutare il reale potenziale di "vaccino endogeno" delle cellule tumorali trattate con Hi.
Fonti:
Bibliografia:
1. L'Hemidesmus indicus induce la morte immunogenica nelle cellule umane di cancro del colon-retto ( https://www.oncotarget.com/article/25325/)
2. Sarsaparilla indiana (Hemidesmus indicus): recenti progressi nella ricerca su etnobotanica, fitochimica e farmacologia ( https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32007632/)
3. Studio in vitro del profilo citotossico, citostatico e antigenotossico di Hemidesmus indicus (L.) R.Br. (Apocynaceae) Estratto di droga grezza su cellule T linfoblastiche ( https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29415441/)
4. Il potenziale bioattivo e terapeutico dell'Hemidesmus indicus R. Br. (Sarsaparilla indiana) radice ( https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22887725/)
5. Catanzaro E.1, Turrini E.1, Muraro M.2,Trella E.3,Governa V.3, Mele V.3,Fimognari C.1
6. Scienze per la qualità della vita, Università di Bologna, Rimini, Italia
7. Oncology surgery, department of biomedicine, University hospital of Basel and University of Bas, Basilea, Svizzera
8. Cancer immunotherapy, department of biomedicine, University hospital of Basel and University of Bas, Basilea, Svizzera
9. https://congresso-sitox-2020.s3.eu-central-1.amazonaws.com/allegati/comunicazioni_orali/pdf/083_19308.pdf
10. Uno studio a lungo termine sul potenziale anti-epatocarcinogenico di un medicinale indigeno composto da Nigella sativa, Hemidesmus indicus e Smilax glabra ( https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1475831/)
Geopatie, smog elettromagnetico e salute umana
Le ricerche del ventunesimo secolo relative all'ambiente, hanno evidenziato l'effetto delle radiazioni cosmotelluriche subite dagli esseri viventi in funzione del luogo dove essi dimorano o svolgono le loro attività giornaliere. Detta corrente di ricerca fu battezzata con il nome di geobiologia, ovvero lo studio degli effetti su tutto ciò che è vivente in presenza di radiazioni elettromagnetiche, telluriche o ioniche di origine naturale e, dei possibili danni derivati alla salute umana dalle patologie dando vita allo stress geopatico.
Con il termine raggi tellurici, s'intende l'insieme delle radiazioni emesse dalla terra, essi comprendono principalmente il campo e la radioattività naturale. Un gradiente elevato di campo magnetico, così come un'anomalia di emissione radioattiva, costituiscono un segnale di disturbo per gli organi viventi. I siti in cui tali fenomeno si verificano vengono denominati "punti geopatici o nodi geopatogeni".
Lo stazionare su un punto geopatico, provoca uno stato prepatologico denominato stress geopatico, diagnosticabile con strumenti bioelettronici della medicina funzionale.
Anche in questo caso non si riscontrano fenomeni immediati di causa-effetto (stress geopatico-malattia) a breve termine, ma nel medio e lungo termine si osservano dati statistici altamente significativi.
Questi campi magnetici, associati a prodotti entrati a far parte del quotidiano, quali manufatti metallici o di sintesi chimica, i derivati degli idrocarburi ecc. producono ioni positivi che neutralizzano gli ioni negativi (che sono benefici).
Nel punto di incidenza dei fasci denominati "nodi di Hartmann" o "nodi di Curry", quando i reticoli sono in corrispondenza di fratture rocciose, giacimenti gassosi, strati non omogenei della crosta terrestre, spaccature profonde nel terreno dette faglie, e scorrimenti di corsi d'acqua sotterranei, l'energia che si espande dal sottosuolo verso il cielo viene esaltata.
In questi punti denominati patogeni o geopatici, battezzati dal Dr. Hartmann "punti cancro", l'uomo che vi soggiorna per lunghi periodi, quali, il posto di lavoro, la poltrona di relax, il letto, ecc., è soggetto a stati di malessere definito "stress geopatico".
Dove l'incrocio ha carica ++, potrebbe verificarsi una maggio proliferazione delle cellule (come diceva Curry), con possibilità di cellule cancerogene, mentre la carica - - porterebbe a rischio di infiammazioni.
Sempre più frequentemente viene pertanto suggerito da medici e architetti di non soggiornare in presenza di queste anomalie.
La geopatia rappresenta una patologia o un disturbo o un'alterazione biologica causata da radiazioni naturali o artificiali, che determina una modifica della polarità cellulare cambiando lo spin o senso di rotazione della membrana cellulare esterna ed interna.
La polarità è un fenomeno magnetico: in presenza di stress geopatico può verificarsi un'inversione della polarità cellulare (come dimostrato con strumentazione scientifica dai Nobel Neher e Sakman, 1991, e Rod Mac Kinen, 2002).
Il legame fra stress geopatico e tumore fu confermato dal rapporto dell'8° Congresso Internazionale per la Difesa Biologica dal Tumore, nel 1999, congresso al quale parteciparono oncologici livello internazionale quali Ulrike e Reimar Banis. Questi medici dichiararono che il meccanismo delle radiazioni sull'uomo - i cui effetti avevano tempi di latenza che andavano dai due o tre anni sino a trent'anni e oltre - si manifestavano spesso con la comparsa della malattia tumorale.Decisiva per l'azione patogena è la permanenza per diverse ore consecutive su punti radianti senza muovere il corpo, come in particolare nel letto o su una postazione di lavoro sedentario.
L'affermazione più forte di tutto il Congresso, condivisa da tutti i relatori, riguardava un dato oggettivo e cioè che tutti i pazienti affetti da tumore presentavano stress geopatico.
Di fatto nel 1999 non si era in grado di stabilire di quali radiazioni si trattasse né tantomeno esistevano sistemi di schermatura: l'indicazione che molti di questi medici davano ai loro pazienti affetti da tumore era quella di cambiare la posizione del letto affidandosi alla legge della probabilità, nella speranza di spostarsi in una zona non perturbata!
Utilizzando uno strumento di propria ideazione, brevettato, successivamente certificato, denominato Geopotenziometro, l'architetto Nicola Limardo, esperto geobiologo, ha scoperto che in corrispondenza dei nodi di Hartmann e di Curry ma anche in corrispondenza di vene d'acqua sotterranee, vi sono emissioni verticali, simili a laser, dello spessore di circa un micron, costituite da radiazioni gamma ionizzanti, estremamente pericolose per la salute.
Il dr. Hartmann aveva rilevato che la permanenza prolungata su questi punti geopatici poteva causare danni fisici anche irreversibili, ma non poteva sapere, in quanto non esisteva nessuna strumentazione che lo permettesse, di cosa si trattasse. Con quelle stesse conoscenze, non aggiornate, procedono oggigiorno praticamente tutti gli operatori olistici del settore, radioestesisti, rabdomanti, in buona fede o meno, con una strumentazione che non permette di valutare la componente della radiazione ionizzante presente in corrispondenza di nodi o vene d'acqua: questi operatori spesso forniscono prodotti genericamente schermanti (in realtà utili solo per schermare la componente elettromagnetica artificiale dei nostri impianti) mettendo a repentaglio la salute di chi, convinto di avere schermato un punto radiattivo, vi posiziona sopra il letto!
Certamente il nostro letto, su cui dormiamo e stazioniamo per un terzo del nostro tempo in stato di abbandono è un punto cruciale e fondamentale da proteggere, ma in un'abitazione sarà bene schermare anche la cucina (dispensa, frigo, fuochi, lavandino) per non contaminare (o per decontaminare) i nostri alimenti e lo stesso dicasi per zone in cui si dovesse stazionare per parecchie ore consecutivamente.
È' ovvio che se in aggiunta all'esposizione alle pericolose radiazioni gamma, che influiscono a livello tiroideo, cardiaco e respiratorio, si somma anche la componente elettromagnetica artificiale del proprio impianto di rete, si avrà una maggiore perturbazione dell'attività elettrica della testa e una riduzione di produzione di melatonina da parte della ghiandola pineale.
Nella realtà quotidiana, siamo ovunque circondati da apparecchi elettrici di cui non potremmo più fare a meno, come computer, telefonini, radio e radiosveglie, TV, ventilatori, coperte scaldasonno, robot e tanti altri aggeggi da cucina, ecc.
L’elettromagnetismo ambientale di fondo (in origine del tutto trascurabile), ha subito negli ultimi anni un notevole incremento per l’installazione e diffusione di tutta una serie di dispositivi in grado di generare campi elettromagnetici (em) come gli impianti radio-Tv, i telefoni cellulari, la rete di distribuzione dell’energia elettrica, ecc.
La loro presenza su tutto il territorio rappresenta per l’uomo una fonte di esposizione da non sottovalutare.
Le interazioni dei campi elettromagnetici con i sistemi biologici assumono diversa configurazione a seconda della frequenza, intensità e tempo di esposizione e, conseguentemente, ogni tipo di radiazione può? dar luogo ad effetti diversificati.
Gli effetti termici per i campi a radiofrequenza e microonde, originati principalmente dai sistemi di radiotelecomunicazione, sembrano produrre effetti cancerogeni (melanoma), come nel caso della radiazione ultravioletta derivata da lunghe esposizioni solari e dall’uso improprio di lampade abbronzanti.
Ancora poco conosciuti sono gli effetti sulla salute derivanti dai campi a bassa frequenza [(50 Hz) (ELF, Extremely Low Frequency)] generati dalle linee ad alta tensione, unitamente agli strumenti elettrici presenti in ambiente lavorativo e domestico.
Secondo numerose indagini epidemiologiche, l’esposizione cronica a campi elettromagnetici (come ad es avviene per chi vive in prossimità di elettrodotti) è stata messa in relazione con un incremento di incidenza di leucemie infantili anche con campi magnetici molto deboli, inferiori cioè a 0,2 µT (micro Tesla).
Le più recenti e qualificate ricerche in materia sono state effetuate in Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca e USA.
Anche l’Istituto Superiore di Sanità nei Rapporti ISTISAN “Rischio cancerogeno associato a campi magnetici a 50/60 Hz”, sottolinea che la letteratura scientifica segnala rapporti e parallelismi fra esposizione cronica a campi di 50/60 Hz e leucemia infantile sebbene nel mondo scientifico non esista univoca concordanza sul possibile meccanismo biologico dell’azione dei campi magnetici.
La crescente attenzione verso i problemi sanitari e l’aumento della popolazione esposta (installazioni di nuovi elettrodotti e potenziamento di quelli esistenti) ha portato anche alcune ASL a promuovere indagini ambientali per la rilevazione dell’entità dell’esposizione.
I valori rilevati risultano, spesso, superiori a quelli indicati da alcune indagini epidemiologiche per esposizioni croniche, in cui un livello ambientale di campo magnetico superiore a 0.2 µT viene ritenuto un potenziale fattore di rischio per la salute.
APPROFONDIMENTI (clicca sui titoli):
Il tuo letto è al posto giusto?
Domoterapia da energie sottili di R.Zamperini
Geobiologia
Inquinamento invisibile
Effetti visibili stress cosmotellurico
Inquinamento elettromagnetico
Inquinamento elettromagnetico e danni sulla persona
Effetti biologici da campi elettromagnetici
Effetti dei campi magnetici sugli spermatozoi umani
Acqua ed elettrosmog
Il bene e il male che mangiamo
Il forno a microonde
Geopatie: testimonianze
Geopatie e tumori
Tesi di Laurea
Effetti delle geopatie
Punti geopatici e geopatie in medicina
Vedi anche la pagina Energie sottili
"La forza vitale non è racchiusa nell'uomo, ma irradia in esso e intorno ad esso come una sfera luminosa (Paracelso)"
Tutto l'essere umano è un emettitore/ricettore d'energia, capace d'emettere e di captare delle onde. Le onde emesse dal corpo formano attorno al corpo dei "campi". Questi campi sono ciò che i fisici chiamano "delle onde stazionarie". Il Metodo ACMOS, con l'aiuto di apparecchi scientifici, permette di misurare questa emissione di onde e quindi questi campi. Se questi campi sono perfettamente simmetrici il nostro corpo è in grado di gestire stress e aggressioni della vita corrente.
Il ruolo della luce nell'Alchimia della vita
Analisi di Compatibilità della Materia sull'Organismo e loro Sinergia
Già nell'antico Egitto le onde di vita erano evocate sul frontone dei templi: "Nulla è inerte, tutto è vibrazione, tutto vibra!" Noi oggi sappiamo che tutti i meccanismi della vita sono gestiti dalle onde elettromagnetiche. L'evoluzione dela specie stessa rivela tali meccanismi.
Storicamente tutte le scuole di medicina del passato compresa l’Ayurvedica, la Cinese, la nostra scuola d’ Ippocrate, hanno considerato l’energia individuale e l’ambiente come i più importanti fattori determinanti la salute dell’essere umano.
Gli antichi lo sapevano oppure no?
Le onde elettromagnetiche sono onde immateriali: non hanno bisogno di un supporto di materia per propagarsi come per esempio le onde sonore che si propagano grazie ad uno schoc delle molecole d'aria. Nel momento in cui si provoca un movimento di elettroni in un conduttore, si provoca un campo elettrico centrifugo. Sul piano fisico, si genera, in prossimità di questo conduttore, un campo magnetico centripeto. La componente di un campo elettrico e di un campo magnetico dà come risultato un campo elettromagnetico. Questo campo si propaga, anima l'universo che lo circonda e agisce su ogni essere energetico.
Per esprimere questo fenomeno i fisici e i matematici si sono dati da fare per esprimere con una serie di equazioni, partendo dai dati fondamentali come la lunghezza d'onda, la velocità di propagazione, il periodo, cioè il tempo che ci mette il fenomeno per compiere un ciclo completo e ritornare alle sue condizioni di partenza e la frequenza che rappresenta il numero dei cicli completi al secondo.
Queste spiegazioni riguardano l'onda centrifuga che si propaga nell'universo e governa la materia. E' l'energia Yang dei Cinesi.
Nel concetto Acmos, un senso molto più forte è dato alla forza interiore di essenza sovrasensibile, che connette l'essere, attraverso la sua interiorità alla forza universale che non è governata nè dal tempo nè dallo spazio. La polarità interiore è regolarmente verificata nel quadro del protocollo Acmos perché essa condiziona la qualità delle risorse energetiche dell' essere. E' questa la vera energia Yin della tradizione cinese.
Nel 1900 Max Planck con la sua meccanica dei quanti, Albert Einstein con la sua teoria della relatività e molti altri fisici, includendo Heisenberg, Weizsacker e Hein, grazie ad anni di ricerche, hanno confermato che materia ed energia sono inseparabili ed esse non possono esistere l’una senza l’altra.
La materia è una manifestazione dell’energia e tutti i processi vitali dell’organismo vivente sono influenzati e controllati dalle forze elettromagnetiche.
Il fisico italiano Prof. Carlo Rubbia, che ha ottenuto nel 1984 il premio nobel per la fisica, mette in risalto che la materia rappresenta soltanto una piccola percentuale dell’universo e che i fenomeni d’ interazione energetica e di risonanza che controllano la materia, sono di gran lunga più importanti.
Le ulteriori ricerche in biologia ci rivelano che tutte le cellule dell’organismo vivente comunicano le une con le altre e hanno l’abilità di immagazzina ed emettere particelle di luce che sono chiamate fotoni.
Molti altri ricercatori di questo secolo hanno inoltre dimostrato che la vita cellulare emette campi elettromagnetici; questo dimostrerebbe quindi che tutti i fenomeni presenti sul pianeta (sia naturali che artificiali) possano influenzare la vita e la comunicazione cellulare del nostro organismo.
Le ulteriori ricerche della medicina complementare europea hanno generato molto interesse per i metodi di terapia di bio risonanza includendo il Voll, il Vega, la Mora, Biocom, e altri.
Nelle tecniche Acmos, questi concetti che in passato erano considerati filosofici, trovano la loro espressione nelle misure scientifiche verificabili e riproducibili.
Il sistema ACMOS fa parte del più avanzato e autentico sistema medico di questo secolo.
Il metodo combina la saggezza della Medicina Tradizionale Cinese con le più recenti scoperte della moderna biologia molecolare.
NASCITA DEL METODO ACMOS
La dimensione energetica dell'uomo si rivela essere l'elemento essenziale del suo equilibrio nel suo corpo, nel suo spirito e nel suo ambiente. L'esperienza ha confermato che questa sarebbe un fattore indispensabile affinché le medicine e i trattamenti di qualsiasi genere possano raggiungere il loro bersaglio avendo un effetto duraturo. La scienza è ora perfettamente capace di rispondere a tutti gli interrogativi sulla dimensione energetica dell'essere grazie ai lavori di ricerca, di misura e di conferma di Réné Naccachian, ingegnere, ricercatore in biofisica e in bioenergetica, Dottore in medicina energetica e in scienza e in biologia molecolare.
CAMMINO, PARTENZA
Tutto è iniziato più di 30 anni or sono a causa di un incidente che doveva, alla fine immobilizzare una delle ginocchia di Réné Naccachian. Accanito giocatore di tennis, era per lui un handicap serio.
Curato da uno specialista cinese che migliorò considerevolmente lo stato del suo ginocchio, permettendogli di continuare i suoi tornei di tennis e di classificarsi intuì che se c'è un risultato, ne avrebbe avuto sicuramente conferma dalle analisi biologiche e dalle misure scientifiche.
Quindi, sarebbe stato sufficiente mettere a punto dei processi e dei metodi per misurare e gestire la circolazione dell'energia che i cinesi chiamano "QI".
Così è nato il Metodo Acmos o "Analisi di Compatibilità delle Materie sull'Organismo e la loro Sinergia".
IL CENTRO DI RICERCA SBJ INTERNATIONAL di Parigi Centro di Ricerca Tecnica e Scientifica specializzato nello studio della dimensione energetica dell’uomo.
A partire da questo avvenimento, appassionato dal soggetto, Réné Naccachian si interessa di tutto ciò che può spiegare e oggettivare, da vicino o da lontano, l'aspetto energetico dell'uomo. In un primo tempo, deve riunire i lavori effettuati sul soggetto da eminenti ricercatori e specialisti, di cui alcuni documenti furono riportati dai gesuiti nel XIX secolo e raccolti nella Biblioteca Nazionale, grande depositaria della Filosofia Taoista e della Medicina Tradizionale Cinese. Nella sua fase iniziale, la ricerca è consistita nel confermare l'effetto dei punti dell'agopuntura su soggetti vivi fuori dalla Cina e più in particolare nei paesi occidentali.
Due constatazioni s'imposero:
I CAMPI ENERGETICI UMANI
L'essere umano è un'entità energetica. Quindi riceve ed emette onde vibratorie che generano campi elettromagnetici e termici secondo le leggi della fisica.
Attualmente tre di questi campi sono identificabili e misurabili scientificamente col Metodo Acmos. Essi sono il riflesso della circolazione energetica a diversi livelli del nostro organismo: difese, terreno, ereditarietà e vitalità.
Ogni disarmonia, ogni blocco energetico interiore si traduce con uno spostamento dei campi a diversi livelli:
Il campo di superficie o sintomatico, il più vicino al corpo, riflette i problemi di superficie e di capacità di difesa del presente spesso provocati da disordini di fondo.
Il campo profondo oggettiva i problemi di base, la cronicità, provocata dall'ereditarietà e/o l'acquisito, ciò che il Metodo Acmos preciserà. Si esprime attraverso uno squilibrio di superficie.
Il campo vitale chiamato anche campo vibratorio esprime la qualità dell'irraggiamento vitale dell'Essere. Questa vitalità perfetta nella sua definizione originale subirà dei fattori riduttori dovuti da una parte, al suo innato, integrando tutti gli elementi che hanno presieduto alla sua ereditarietà parentale, cromosomica, genetica e anche atavica, d'altra parte, al suo vissuto, integrando tutti gli choc psichici, fisici e dell'ambiente acquisiti durante tutta la sua vita dal suo concepimento in poi.
Il corpo è attraversato da fasci vibratori che irrigano con l'energia vitale tutte le cellule e le sue parti chimiche, fisiche e mentali. Dal suo concepimento, il corpo assicura il suo equilibrio con grande intelligenza ristabilendo la sua simmetria energetica a tutti i livelli con l'interruzione, il rallentamento o l'accelerazione delle sue correnti energetiche.
Non appena l'organismo ha perso troppi riferimenti e non arriva più a gestire il suo equilibrio, la simmetria è disorganizzata e uno spostamento è identificato dal Metodo Acmos a tale o tale livello. Il disordine allora s'installa provocando disfunzioni, degenerazioni, deperimenti e incapacità di trattenere e fissare gli elementi nutritivi apportati sotto diverse forme.
Il protocollo Acmos vieterà l'applicazione di una regolazione superficiale o sintomatica tramite il trattamento e la medicazione allopatica o omeopatica fino a che l'origine del disordine rilevato dal Metodo Acmos nel profondo dell'organismo non sarà stato identificato e organizzato. Spesso il corpo rifiuterà di fissare dei minerali e qualsiasi elemento nutritivo identificato con le analisi mediche classiche poiché questi elementi aggravano il disordine profondo. Non appena l'organismo è equilibrato nel suo profondo secondo il protocollo Acmos, gli elementi nutritivi saranno allora accettati dall'organismo e le analisi confermeranno il ristabilimento della normalità in superficie.
IL CANALE COSMOTELLURICO E I CIRCUITI DELL'ENERGIA
Per un buon equilibrio globale, il corpo deve essere in comunicazione con l'energia che lo circonda che sia cosmica o tellurica.
Questa relazione o polarità crea una dinamica che ottimizza la rigenerazione cellulare e permette all'energia vitale d'irraggiare in tutto il corpo attraverso i circuiti energetici (i meridiani della tradizione).
Se c'è un'aggressione fisica o psichica, precisa o prolungata, il corpo si protegge disattivando dei fusibili che corrispondono a dei punti di agopuntura catalogati dal Metodo Acmos.
Il blocco energetico è dovuto all'incapacità del corpo ad auto-organizzarsi ed a poter rimuovere i blocchi che ha creato lui stesso per potersi gestire.
Le tossine cellulari non vengono espulse abbastanza velocemente per cui si raggruppano e costituiscono dei tappi. Se nella perturbazione non viene regolata l'energia, essa evolverà verso l'organico e il lesionale.
Si deve constatare che il corpo si situa, nella sua concezione, in avanti su tutto ciò che può esistere come intelligenza pura. Possiede tutti i mezzi di autodifesa, talvolta privilegiando il fondo a danno della superficie.
Il protocollo di ricerca della SBJ consiste prima di tutto nel comprendere e spiegare con le scoperte della biologia molecolare, la biofisica e la biochimica, i meccanismi della circolazione dell'energia vitale della tradizione orientale.
Il tutto è oggettivato dai mezzi più sofisticati della tecnologia moderna.
IL CRITERIO DELLE "3P"
Il Metodo Acmos del test dell'equilibrio energetico e di Analisi della Compatibilità, riposa sul criterio delle 3P:
Personalizzazione - Prevenzione - Potenzializzazione
LA DIAGNOSTICA - UNA NUOVA STRATEGIA
I sintomi di una malattia, dunque le sue manifestazioni esterne, costituiscono spesso una fascia d'informazioni che attira l'attenzione su uno squliibrio che forse è più profondo. Spesso, questo è cominciato con un semplice problema energetico di superficie che non è stato identificato in tempo. Esso ha, in un primo tempo, disturbato gli elementi che sono i punti deboli della persona.
Ognuno ha i suoi e sono queste zone deficienti che cederanno per prime e scateneranno l'allarme psicologico. Ma non bisogna fermarsi a questa manifestazione di superficie e camuffarla con un trattamento sintomatico. L'importante è di ricercare se questa non sia il segnale, al secondo grado, di un problema più profondo.
Per esempio, un dolore ad una spalla potrebbe essere solo un dolore a una spalla; potrebbe essere anche la manifestazione di un problema d'intestino che fa apparire il suo squilibrio! Ci può essere anche in questo dolore di palla l'indicazione di un problema al terzo grado: l'ereditarietà potrebbe essere all'origine di questa debolezza intestinale che si riflette nella spalla e provoca il dolore! Se si tratta solo il problema di superficie, si andrà ad alleviare il dolore in quel punto, oppure a crearne un altro, o ad avere sulla spalla solo un'azione di sollievo provvisorio, episodico, che finirà per diventare cronico. L'interesse del Metodo Acmos è quello di decelerare l'origine dell'allarme in questione fino alle sue cause e questo già dai primi bilanci.
IL BILANCIO ENERGETICO ACMOS
Si tratta di un metodo di diagnosi basato sulla misura bioelettrica dei punti terminali dei circuiti energetici, chiamati punti Ting in medicina cinese. Esso presenta una semplificazione del metodo del fisico tedesco Völl che è molto usato in Germania poiché il 15% dei medici e dentisti lo usano. Una delle utilizzazioni pratiche e sempre più appressate del Metodo Acmos è l'analisi di compatibilità delle medicine su ogni organo.
Principio del procedimento del test energetico SBJ
Lo stato globale degli organi interni e delle funzioni metaboliche, risuona attraverso circuiti specifici chiamati meridiani in medicina cinese e circuiti energetici nel Metodo Acmos. Questi circuiti provocano modifiche elettro-fisiche di alcuni punti precisi e costanti a livello della pelle.
Questi sono i punti dell'agopuntura, chiamati punti energetici nel Metodo Acmos che li utilizza per uno scopo originale e specifico: per ricentrare i campi energetici. Il concetto stesso di ognuno di questi punti prende una dimensione nuova con il metodo: l'emissione di un messaggio ben definito di risonanza vibratoria proprio ad ogni punto, è utilizzato per raggiungere e risolvere un blocco.
Il Metodo Acmos si interessa particolarmente dello spostamento dei campi energetici in rapporto all'asse del corpo, misurati con l'antenna di Lecher.
Questi spostamenti riflettono squilibri della circolazione energetica a diverse profondità provocando asimmetrie energetiche. Gli spostamenti saranno interpretati in modo preciso col Metodo Acmos. Una persona in buona salute fisica e mentale ha i suoi campi perfettamente concentrici. Ogni spostamento indica uno o più blocchi della circolazione energetica che bisogna identificare e localizzare per tentare di risolvere.
Questa localizzazione è effettuata dal Metodo Acmos col test energetico basato sulla variazione bioelettrica dei punti energetici situati alle estremità dei circuiti, in prossimità di alcune unghie delle mani e dei piedi (i punti Ting cinesi). Ogni variazione in rapporto alla media generale è il riflesso di uno stato di squilibrio dell'organo o del sistema metabolico irrigato dal circuito che lo riguarda. La struttura energetica dell'organismo può essere compresa come un sistema di irrigazione dell'energia vitale, di tutti gli organi e funzioni che gli permettono di potenziare tutti gli apporti nutritivi.
La regolazione energetica si proietta in una rete stabile a livello della pelle, sulla quale si possono trovare dei punti precisi, che permettono non solamente di agire su questo sistema, ma anche di ricevere e d'interpretare le informazioni di questo sistema con l'aiuto del Tester Energetico SBJ. Quando l'organo è sottoposto ad un processo infiammatorio, l'eccitazione fisiologica si traduce con una resistenza minima dell'organo in risposta alla corrente emessa: lascia passare più elettricità e l'ago indica un valore più elevato della media generale. Al contrario, quando l'organo è la sede di un processo di sclerosi, si produce un aumento della resistenza: passa meno elettricità e l'ago indicherà un valore inferiore alla misura generale degli altri punti.
Che cosa misuriamo?
Le ricerche della biofisica e della bioenergia medica, soprattutto effettuate in Giappone e in U.R.S.S. e sviluppate dal Centro di Ricerca SBJ Internazionale, integrano le più recenti scoperte scientifiche, confermando l'esistenza di una corrente energetica che circola nei meridiani, o circuiti e che collega l'essere al suo circondario cosmotellurico.
Si può spiegare più oggettivamente il fenomeno misurato col test SBJ riferendosi ai lavori del Centro di Ricerca SBJ e a quelli di eminenti ricercatori come Kirlian, Darras, Mussard, Lentuejoul e altri. In ognuna delle nostre cellule si producono numerose reazioni biochimiche. Ma tutte queste reazioni cellulari producono o consumano energia, comportandosi ogni cellula come una piccola pila.
L'elettrocardiogramma (ECG) e l'elettroencefalogramma (EEG) sono il riflesso diretto di un'attività cellulare energetica ed elettrica prodotta dai tessuti in attività biologica. La tecnologia degli scanner e degli apparecchi a risonanza magnetica nucleare (RMN) è basata sull'esistenza dei campi elettromagnetici del corpo.
Il Metodo Acmos non fa che utilizzare in maniera ancora più profonda questi campi energetici umani per misurare, stimolare analizzare e controllare l'energia vitale che deve irrigare tutti gli organi, le funzioni e le cellule dell'organismo umano.
IL TEST DELLE MEDICINE
Il test delle medicine è parte integrante del Metodo Acmos. Nel momento in cui si mette nella mano del paziente, o nel circuito di misura, la o le medicine allopatiche, omeopatiche o naturali che possono ristabilire il suo stato di salute, si ottiene una variazione della resistenza della pelle che va verso una normalizzazione. L'ago che indicava uno squilibrio tende verso la media energetica personale.
Tutto accade come se l'energia elettromagnetica della medicina equilibrasse momentaneamente, ma istantaneamente, il disordine biologico dell'organo disturbato. Affinché l'ago si piazzi sulla posizione d'equilibrio personale, è necessario che il rimedio indicato sia piazzato nel circuito nella dose o nella diluizione appropriata. La sezione e il dosaggio sono stabiliti dal Metodo Acmos che controlla anche, ed è di una importanza capitale, la loro durata di efficacia nel tempo (un rimedio aggredisce non appena abbia terminato il suo effetto terapeutico).
L'APPROCCIO ACMOS ALLE PATOLOGIE CRONICHE
Il Metodo permette un approccio al paziente e alla patologia che esprime, in accordo con i dati più recenti della biologia moderna esposti nei seguenti estratti. Diventa sempre più chiaro che una disfunzione cronica, anche se banale (artrosi, reumatismo…) o più grave (connettiva, patologia dei nervi, patologia autoimmunitaria, patologia degenerativa) s'installa secondo una schema conosciuto. Il tipo di disfunzione dipende in gran parte dalla predeterminazione che costituisce il codice genetico e dalla programmazione propria dall'individuo. Corrisponde ad un insieme di predisposizioni patologiche e genetiche portate da ogni individuo che, secondo il caso di ognuno, non si esprimerà mai o si esprimerà presto o tardi nella sua vita.
L'evoluzione più o meno rapida verso una patologia dipende in gran parte dall'integrità del sistema di protezione e di controllo dell'organismo: il sistema immunitario. Questo subirà, in funzione del comportamento dell'individuo, della sua biografia, le aggressioni che, poco a poco, nel corso degli anni attenteranno alla sua integrità, fino al momento in cui, sommate le diverse aggressioni, le risposte di questo sistema saranno sbagliate e una patologia potrà apparire.
Le aggressioni del sistema immunitario sono numerose, le più importanti sono:
i focolai di infezioni croniche persistenti (focolai dentari, focolai O.R.L., focolai dell'amigdala, mastoidei, genitali, coliche, colecisti e appendiciti croniche…)
l'accumulo di tossici diversi (tossine medicamentose, coloranti, inquinanti, conservanti, pesticidi, metalli pesanti…) che si fissano soprattutto sui plessi e contribuiscono a sregolare il sistema neurovegetativo.
le malattie infettive e soprattutto virali, le vaccinazioni non necessarie con vaccini virali attenuati.
l'alimentazione sbagliata povera in acidi grassi insaturi e troppo ricca in proteine animali e un cattivo igiene intestinale, una costipazione cronica.
lo stress professionale, i conflitti affettivi non formulati, colpevolizzati, dispiaceri, lutto…
L'insieme di queste aggressioni agisce in modo cumulativo, sommandosi. Il corpo andrà a disgiungere dei punti fusibili vulnerabili identificati dal Metodo Acmos e che proteggono l'organo o la funzione a monte. Un nuovo episodio sopraggiunge e si aggiunge alla somma di quelli già esistenti. Il corpo allora non arriva più a riorganizzarsi.
Grazie al Metodo Acmos che misura i campi e i circuiti energetici, è possibile determinare gli spostamenti dei campi energetici dell'organismo. Questi sono dovuti a blocchi della circolazione energetica creando, nell'organismo, un'asimmetria energetica e quindi uno spostamento della concentricità dei campi.
L'insieme di questi trattamenti costituisce la messa in equilibrio globale dell'energia vitale. Essa ha come effetto di "liberare" l'organismo e di ridurre alcune cause di sregolatezze immunitarie, organiche e fisiche alle quali il medico può avere accesso grazie al nostro Metodo che è semplice e si adatta alle necessità di ognuno.
L'EQUILIBRIO ENERGETICO GLOBALE
Questo equilibrio si ottiene con la stimolazione dei punti energetici che agisce sui circuiti perturbati grazie ad un apparecchio chiamato Acmodermil.
I blocchi sono allora eliminati momentaneamente o definitivamente secondo il loro livello: i campi vengono riallineati e la medicazione adattata ha lo scopo di mantenere questo equilibrio globale.
Il secondo vantaggio, non meno importante, del Metodo è che permette di testare le terapie proposte al paziente sia che esse siano allopatiche, omeopatiche, fitoterapiche, ecc.
Nel corso delle consultazioni successive, il praticante si dedicherà all'investigazione sistematica dei diversi "strati" o campi energetici: termici, magnetici, elettrici e linfatici e ad ogni consultazione si orienterà più particolarmente verso la regolazione tramite la stimolazione dei circuiti bloccati e la medicazione evolverà verso uno stato di equilibrio.
L'approccio Acmos, permette una sistematica, che definisce un quadro relativamente strutturato e nel quale è possibile adattarsi alle necessità di ogni caso. Essa permette anche di utilizzare un piccolo numero di rimedi ben mirati dopo ogni esame. Infine è progressiva e dolce, evitando così le crisi di eliminazione e gli aggravamenti provocati dalla mobilitazione di una carica tossica toppo importante.
Il corpo è giornalmente confrontato con un accumulo di problemi interni e esterni che deve gestire, sia rinforzando i suoi mezzi immunitari, sia interrompendo certi circuiti energetici agenti di comunicazione, ma anche di possibile contaminazione. Dopo ogni allarme, un corpo sano ritrova i suoi riferimenti e ristabilisce da solo le sue coerenze di vitalizzazione energetica, base della vita organica. Ma, se un sovraccarico di aggressioni esterne e interne obbligano l’organismo a rallentare o interrompere troppi circuiti energetici, supera la sua capacità di ristabilire la normalità vitale. Diversi segnali vibratori di richiesta d’assistenza sono identificati con le tecniche Acmos che ristabiliscono la coerenza energetica affinchè il corpo ritrovi progressivamente i suoi riferimenti essenziali e la sua propria capacità all’organizzazione e alla difesa.
Il benessere dell’essere umano è in funzione dei suoi mezzi per far fronte alla coniugazione delle perturbazioni interne e esterne inerenti al suo innato e al suo acquisito, al suo ambiente e alla sua situazione di vita. Nulla può trarre una definizione precisa dei problemi vissuti dal soggetto che non il soggetto stesso. La Bioenergetica Acmos permette una tale impresa e la medicina dell’avvenire proverà sempre di più l’importanza della sua portata sul benessere dell’uomo.
L'originalità del Metodo Acmos sta nello stabilire una diagnostica a partire dalla misura dei campi e circuiti energetici permettendo così un'azione diretta sulla "causa" e non sulla manifestazione del disturbo.
L'UTILIZZO DEI RIMEDI NATURALI
L'esperienza dimostra che l'organismo risponde più favorevolmente ad un'informazione utilizzando sostanze biologiche naturali che hanno subito le minori trasformazioni chimiche. Queste sostanze devono essere preparate per trasformare la sostanza grezza come ce l'ha data la natura, in un prodotto vibratorio avente un'azione armonizzante. Questa preparazione corrisponde ad un processo che trasforma la sostanza dal suo stato iniziale ad uno stato più sottile che la rende capace di dare l'informazione che la caratterizza e che manca nell'organismo in punti precisi che il Metodo Acmos ha identificato.
Tra i prodotti del test e della regolazione armonica utilizzati per la messa in opera del Metodo Acmos, citiamo i seguenti:
La gamma dei regolatori Acmos è concepita per risuonare ad un livello vibratorio elevato, controllato dal metodo Acmos. Permette così d'indurre con il ristabilimento armonico una modifica del comportamento errato dell'organismo sia biologico che psichico, proponendo un modello di processo correttore riconoscibile dallo stesso.
L’acqua “memorizza” e restituisce le frequenze perdute dall’organismo.
La tendenza emanante delle strutture dissipative consiste nel concepire un’energia capace di delocalizzarsi, ovvero, capace di cambiare luogo, di trasportarsi in diversi luoghi, di agire a distanza.
Acmodinamizzazione
E’ il principio dell’Acmodinamizzazione che permette di ripristinare una connessione energetica mancante e di confermare questa restituzione tramite la normalizzazione del potenziale energetico di un circuito innanzitutto in deficit.
ABC (Acmos Brain Connector)
Il principio dei fluidi quantici Acmos e in particolare la gamma degli ABC (Acmos Brain Connector), è basato sulla memorizzazione nei fluidi dei micro-elementi, con i mezzi della fisica quantica, di tutte le frequenze di coerenza che collegano il cervello a tutte le parti del corpo. Quando il senso della comunicazione è centripeto l’ABC è indicato come “Maggiore” e connette il cervello a degli incroci energetici “persi”. Quando il senso dell’organizzazione è centrifugo, l’ABC è chiamato “minore” e connette il cervello all’energia sintomatica con dei risultati molto più “materiali”.
La stimolazione permette infine di riattivare i comandi bloccati, (o punti d’agopuntura) sia con lo stimolatore dei circuiti energetici centripeti e centrifughi: l’ACMODERMIL, sia con lo stimolatore di luce QUANTACMOS, che riattiva i punti bloccati.
Infine questa pratica è soddisfacente e gratificante per il medico che può realmente "scorticare" il suo paziente e comprendere i meccanismi psicosomatici e/o fisiopatologici che l'hanno portato ad entrare in un processo patologico, qualunque esso sia, e seguire da vicino la sua evoluzione verso uno stato di equilibrio globale e di essere meglio confermato dalle analisi biologiche e radiologiche.
POLARITA' INTERIORE E TRATTAMENTO A DISTANZA
Sono due dei più importanti capitoli del Metodo Acmos ma che in realtà non sono che uno solo, poiché il trattamento a distanza Acmos, perfettamente controllabile e misurabile, è tributario della connessione della polarità interiore del soggetto e del suo Bioenergetico.
Ancora qualche anno fa questi soggetti erano tabù e non potevano essere abbordati senza creare emozione e critiche.
Ad un epoca non così lontana, l'arsenale di misura Acmos non era all'altezza del soggetto. Senza prove e misure, non era il caso di garantire una "comunicazione a distanza" conosciuta e praticata da secoli da illuminati ed alti druidi che venivano qualificati come sconsiderati e squilibrati.
La dimostrazione della realtà della comunicazione e la regolazione a distanza ha potuto essere realizzata con tecniche di misurazione rigorose dei circuiti e dei campi energetici prima e dopo l'equilibrio a distanza.
Questo grazie a degli apparecchi sempre più perfezionati, che il Centro di Ricerca SBJ INTERNATIONAL ha messo a punto e sviluppato. Questi apparecchi devono coniugare più qualità per misurare senza influenzare i diversi livelli della dimensione energetica umana nelle sue risorse centripete e nei suoi sintomi centrifughi. Ricordiamo le particolarità energetiche degli apparecchi di misura e di regolazione Acmos:
L'Antenna Lecher Acmos (ALA)
Il suo blocco di distribuzione vibra a livello irraggiante di 17.6 ucta senza per altro interferire con la misurazione. Questa permette di connettere il corpo ed ognuna delle sue armonie alle 10 connessioni essenziali che vanno dalla polarità interiore fino alle correnti evacuatrici delle tossine luce e materia. L'ALA misura solamente, regola, connette e trasferisce l'energia.
L'ALA identifica ed armonizza le zone di blocco sull'uomo (2.5 ucta), sull'animale (4.2 ucta) e sulle piante (9 ucta)… E' uno strumento perfezionato frutto dello sviluppo di tutta una gamma di antenne Acmos. La sua ultima particolarità è il trattamento a distanza.
Uno strumento scientifico applicato alla medicina
Lo strumento Lecher è il principale meccanismo scientifico utilizzato per la rilevazione qualitativa delle interazioni del campo energetico e lo strumento utilizzato entro Analisi Biorisonanza della Salute.
Sviluppato dal famoso fisico austriaco Ernst Lecher, l'apparecchio è progettato per misurare con precisione le lunghezze d'onda e frequenza delle onde elettromagnetiche. Lo strumento Lecher possiede molte caratteristiche che lo rendono ideale per le applicazioni scientifiche - in particolare medico .
Ernst Lecher (1856-1926) è stato un fisico austriaco che, dal 1909, era a capo del primo Istituto di Fisica di Vienna. Egli è conosciuto come il pioniere di misura ad alta frequenza e la mente dietro le linee Lecher un metodo per misurare la lunghezza e la frequenza delle onde elettriche.
La trasmissione di energia dalla propagazione delle onde è fondamentale per quasi ogni branca della fisica. Lo strumento Lecher agisce come una linea di trasmissione su cui è possibile rilevare ad alta frequenza onde elettromagnetiche e molto altro.
Lo strumento Lecher è in grado di identificare la trasmissione di informazioni da una singola goccia di sangue del paziente tramite propagazione dell'onda e permettere di comprendere che il corpo umano contiene tutte le informazioni inerenti alla salute e alla malattia nel sangue, come informazione olografica.
Il motivo per cui lo strumento Lecher è la forma scelta di analisi di energia è perché è l'unico strumento in grado di rilevare entrambi i tipi di informazioni sul paziente - di risorse ( Yin energia centripeta ) e di gestione ( energia Yang centrifuga ).
Nessuna altra forma di test è in grado di rilevare entrambi i campi (solo gestione, non di risorse). Un quadro esauriente e completo dello stato di salute del paziente non può essere determinata con precisione senza la rilevazione di entrambe queste forze di base e primari.
Il corretto funzionamento dell'organismo dipende da due forze - Yin Yang energia centripeta e centrifuga.
L'energia verso l'interno sottile di Yin centripeta è essenziale per comprendere gli squilibri e disfunzioni sottostanti. Si tratta di un onda più corta e più alta frequenza, e può essere misurata solo con lo strumento Lecher. Lo strumento scientifico Lecher rileva e reagisce direttamente alle frequenze attraverso un fenomeno fisico ben noto chiamato "risonanza".
Inoltre, lo strumento Lecher è precisamente calibrato, dando all'operatore il vantaggio di chiedere e ottenere una reazione alla presenza di frequenze molto specifiche.
Questa capacità di rilevare frequenze specifiche apre un mondo di applicazioni mediche e possibilità, alcuni dei quali comprendono:
- Test scientificamente accurati per la compatibilità di qualsiasi prodotto, sostanze, farmaci, ecc..
- La capacità di calibrare, misurare e quantificare la qualità di qualsiasi sostanza che emette radiazioni (tutta la materia)
- Frequenza di trasmissione terapeutica (noto anche come "dinamizzazione " in aggiunta al rilevamento.
Fonte: http://innovativemedicine.com
Il Tester Biofeedback Acmos7
Combina la misura dell'energia Pathos sintomatico e l'analisi di compatibilità. Una striscia di luce tricolore permette di verificare la rimessa in equilibrio ( luce verde…).
E' anche in grado di valutare a distanza attraverso la memoria del corpo energetico interposto, l'effetto, buono o cattivo, di un prodotto, di un luogo o di una persona su questa o quella energia organica.
L’Acmos 7, l’ultimo nato dei tester energetici beneficia di tutte le ultime scoperte dell’elettronica e dei microprocessori per permettere la misurazione scientifica del potenziale dell’energia umana. E’ un apparecchio a scala digitale di grande precisione. Indica lo stato di blocco di un circuito all’inizio e alla fine di una seduta di equilibrio energetico.
Lo stimolatore elettronico Acmodermil
Raggiunge livelli energetici profondi Yin in quanto vibra a 8 e 1.1 ucta quando è sul segno (-) "centripeto".
Molti agopuntori lo utilizzano vantaggiosamente per rapporto agli aghi. E' un vero strumento professionale per la stimolazione dei circuiti e dei meridiani.
Il Detector/Stimolatore Acmodermil è un apparecchio che associa all’alta tecnologia elettronica per stimolare l’energia a tutti i livelli dell’organismo la semplicità dell’impiego.
La micro-corrente alternata a onda quadra o tonda che l’apparecchio emette secondo criteri specifici permette di realizzare, in pochi secondi, una stimolazione energetica differenziata: rinforzando il corpo materia e/o dinamizzando il corpo energetico.
Tutto è stato predisposto per raggiungere la qualità vibratoria ottimale: scelta minuziosa dei componenti, effetto delle onde di forma, purezza dei segnali di uscita.
Lo stimolatore di Luce QuantAcmos (Q8)
E' prima di tutto un rinforzatore del canale cosmotellurico delle cellule, degli oggetti e dei luoghi. Inoltre grazie ai suoi raggi di luce blu e rossa, disperde e tonifica. Collega i punti di agopuntura alla loro polarità cosmica di dinamizzazione e alla loro polarità tellurica di controllo. E' un apparecchio dei punti energetici instabili per attivare le loro funzioni.
Sviluppato dal Centro di Ricerca Tecnica e Scientifica SBJ International, è basato sul principio della fisica quantica della doppia natura della luce che è da una parte un’onda emessa nello spazio e, dall’altra parte, una particella concentrata su un punto che assorbendola si anima.
L’unità di luce o fotone è una particella elementare che è sia corpuscolo e quantum d’energia il cui flusso costituisce l’irraggiamento elettromagnetico. I fotoni portano in essi le informazioni sul luogo che li ha emessi e quello che hanno attraversato. Il fotone è un oggetto quantico, veicolato dall’interazione elettromagnetica.
Il rilevatore d'inquinamento Acmopol
Rileva gli inquinamenti elettrici, elettromagnetici, di micro onde e di cariche di elettricità elettrostatica sul corpo. Prezioso strumento per i Bioenergetici, i geobiologhi e gli…elettricisti che potranno rilevare i muri "carichi" ed i fili elettrici nascosti in profondità.
La Valigia del Test e dell'armonizzazione Acmos
Ognuna delle 280 armonie è una vera fonte d'informazione e di regolazione dell'equilibrio globale.
In Sintesi:
PRINCIPIO metodo ACMOS
L’essere umano è attraversato da circuiti energetici che dinamizzano la vitalità degli organi, delle funzioni e delle differenti regioni profonde (cuore, rene, fegato...) e superficiali (ossa, muscoli, pelle...).
L’uomo in relazione con fattori della sua vita interna ed esterna, quali: digestione, malattia, emozioni, tensioni socio-professionali e di relazione si organizza di continuo. Ciò accade grazie all’attivazione e disattivazione di una rete di circuiti e di fusibili che i Cinesi hanno classificato con grande precisione sotto il nome di meridiani e punti di agopuntura. Il Metodo Acmos utilizza tutti mezzi scientifici di misura e di regolazione per comprendere ed adattare la medicina energetica tradizionale cinese alle scoperte attuali.
L’equilibrio energetico globale dell’uomo sarà realizzato tenendo conto della costituzione della sua forza centripeta che assicura le sue riserve energetiche e del suo irraggiamento centrifugo che vitalizza e rigenera il suo sistema cellulare. Basandosi sui principi della fìsica quantica, il corpo sarà esposto alle gamme di coerenze armoniche Acmos che gli permetteranno di esprimere le sue debolezze energetiche a più di 27 livelli di organizzazione fisica e mentale. Se vi è accumulo di aggressioni, il corpo perde i suoi punti di riferimento e non può più riequilibrarsi da solo. Dopo aver perso il controllo dei suoi punti di comando (agopuntura), l’organismo abbandonerà alcune coerenze per assicurare l’essenziale. E’ così che l’essere si trova implicato in un concatenamento di disordini energetici che provocano alla fine tensioni fisiche e psichiche. Il Metodo Acmos permetterà all’organismo diì identificare da solo la sequenza di disordini, partendo dai più profondi per risolverli ad un ritmo ben definito.
Obbiettivo del metodo Acmos
L’organismo, avendo perso le sue armonie, non riesce più ad organizzarsi. Il metodo Acmos permette al corpo di ristabilire un numero sufficiente di armonie e di punti di comando per ritrovare la sua perfetta capacità di autogestione. Il rigoroso protocollo Acmos realizzerà l’equilibrio globale in modo durevole. Un insieme di tecniche assicurerà la circolazione dell’energia vitale negli organi del soggetto vegliando sulla compatibilità dei rimedi e della loro posologia.
A chi è rivolto il metodo acmos?
Il metodo Acmos riguarda ogni persona che desidera mantenere il suo equilibrio globale a titolo preventivo per meglio resistere alla malattia e alle tensioni della vita quotidiana; e a tutti coloro che vogliono migliorare le proprie prestazioni: nello sport, nello studio, nel lavoro e nella vita di relazione.
COME SI SVOLGE UNA SEDUTA DI EQUILIBRIO
1) La misurazione dei campi vibratori è realizzata con l’antenna di Lecher Acmos. Questa indica i livelli dei blocchi energetici che rallentano la vitalità di un organo, di una funzione o di una regione del corpo.
2) Il bilancio Energetico è stabilito dal Tester Energetico “Acmos 7” che identifica e localizza i blocchi nei circuiti fisici e mentali.
3) L’equilibrio Globale è realizzato con la micro stimolazione effettuata con l’Acmodermil, partendo dai circuiti profondi affinché il corpo ritrovi i suoi punti di riferimento e le sue capacità.
4) L’analisi di compatibilità e il ristabilimento dei punti fusibili e delle armonie è realizzato grazie alla Valigia - Test Acmos che permette di identificare più di 27 livelli di disordini.
5) La ricerca delle aggressioni geobiologiche, ambientali, relazionali, metalli pesanti, radioattività, telefonini, computer, microonde... con l’antenna di Lecher.
COME PREPARARSI PER UN CONSULTO ACMOS
GLI EFFETTI DI UN EQUILIBRIO ACMOS
L’eliminazione dei blocchi permetterà all’energia vitale di raggiungere gli organi, le regioni e le funzioni che erano bloccati e di ristabilire così la loro vitalità. Questo ristabilimento suppone l’eliminazione dei ristagni di tossine; in funzione della quantità eliminata, si può risentire di una certa fatica o di reazioni superficiali se il blocco è importante e vecchio.
I problemi di fondo possono essere liberati solo dalla superficie, e ogni segno esterno di eliminazione conferma che il fondo si sta regolando. La conseguenza di un primo equilibrio può limitarsi ad una urina molto carica che confermerà l’eliminazione.
Ciò che apporta alla Scienza umana e alla salute fisica e mentale di ciascuno dei tre capitoli del protocollo Acmos. L’armonizzazione, La stimolazione e il mantenimento a casa. Essi ottimizzano le nostre facoltà naturali ad assicurare un miglior controllo dell’integrità del funzionamento del Corpo e dello Spirito.
Tutti coloro che fossero interessati ad avere ulteriori informazioni sul metodo ACMOS, possono rivolgersi alla nostra redazione: info@erboristeriarcobaleno.com)
Per prenotare un trattamento nella nuova sede di Valdagno (VI) in Via 4 Novembre 23/B, telefona al centro IBIMED (0445.222757) oppure contatta direttamente la Dott.ssa Maria Chiara Pretto al numero 3281035295.
I Magnifici “sette”consigli anticancro
Una delle armi più potenti per sconfiggere i tumori è nelle nostre mani: la spesa con cui riempiamo le dispense.
Sono tre su dieci i tumori che si prevengono in cucina.
E il perché è sempre più chiaro. Analizziamo i meccanismi con cui il cibo tiene alla larga i tumori oppure li aiuta a crescere. A noi la scelta!
1. Controllare l’insulina
Insulina alta nel sangue ha effetti sul sistema endocrino. Troppa insulina in circolo significa, per esempio, iperproduzione di testosterone da parte delle ovaie e di un fattore di crescita, l’Igf-1, di cui le cellule tumorali sono ghiotte. Più ormoni sessuali e più fattori di crescita liberi di circolare stimolano la proliferazione delle cellule della ghiandola mammaria. Tutte, comprese quelle del cancro. Ecco perché oggi il primo consiglio di una cucina antitumore è tenere a bada l’insulina. Evitando i carboidrati raffinati che hanno un alto indice glicemico, cioè alzano rapidamente la glicemia stimolando il pancreas a produrre più insulina. No a zucchero bianco, che stimola la produzione di insulina anche se ne mangiamo poco, ma no anche a quello di canna, che non è integrale, ma caramellato. E no (o almeno ridurne il consumo) anche a pane bianco e cibi preparati con farine “0? e “00?. Più serenità per la pasta: la semola di grano duro ha un indice glicemico più basso. Non solo: una migliore gestione del metabolismo, favorita da mezz’ora di attività fisica, contribuisce ad abbassare l’insulina. La raccomandazione viene dal Fondo mondiale per la ricerca sul cancro, http://www.wcrf.org.
2. Ridurre l’infiammazione
La strategia migliore resta lo stile di vita, che tiene a bada i processi infiammatori con l’alimentazione. Il motivo: le cellule tumorali, al contrario di quelle sane, crescono meglio nei tessuti infiammati. La dieta antinfiammatoria dimentica la carne rossa e sceglie il pesce piccolo e povero, meglio se azzurro. Limita così gli omega 6 per preferire l’omega 3 di cui sono ricchi i pesci piccoli dei nostri mari, magari inquinati, ma che non hanno avuto tempo di assorbire troppi metalli pesanti. Di recente si sono moltiplicati gli studi sulla curcuma, spezia indiana che viene però assorbita solo se abbinata al pepe. Antinfiammatorio per eccellenza è anche lo zenzero. Curcuma, pepe e zenzero si trovano nel curry. Potente antinfiammatorio, infine, la tricina contenuta nel riso integrale; in quello bianco viene tolta insieme alla fibra. Ecco perché il Wcrf raccomanda solo cereali integrali.
3. Contrastare l’ossidazione
È forse il più studiato dei suggerimenti anticancro. Le sostanze ossidanti attaccano la membrana cellulare aumentando il rischio che il Dna della cellula muti. L’ossidazione dei tessuti è favorita dalla carne rossa, dall’eccesso di grassi saturi (burro, carne, lardo, formaggi) e dal consumo di alimenti a cui si è intolleranti.
4. Eliminare le sostanze tossiche
Il cibo può attivare enzimi detossificanti che agiscono sul fegato favorendo il metabolismo di sostanze estranee, anche cancerogene. L’eliminazione attraverso i reni avviene più in fretta e le sostanze tossiche non vanno in circolo. Tra i detossificanti ci sono le crucifere, cioè cavoli e affini, grazie alla presenza di composti solforati. Il motivo per cui il Wcrf consiglia poi di aggiungere fibre a ogni pasto (cereali integrali, legumi e verdure) è che si legano alle sostanze tossiche prima che vengano assorbite e ne accelerano l’eliminazione. Anche il movimento è detossificante perché aumenta la motilità intestinale.
5. Tenere a bada gli estrogeni
Le donne che dopo la menopausa mangiano cibi ricchi di lignani hanno il 14 per cento di probabilità in meno di sviluppare un tumore del seno. Lo dice una revisione di 21 studi condotta dal German Cancer Research Center. Il motivo? La capacità di queste molecole di legarsi con i recettori degli estrogeni e modificarne l’attività impedendo che favoriscano la proliferazione delle cellule. È lo stesso meccanismo dei fitoestrogeni della soia. Arricchire il piatto di lignani significa aggiungere semi di lino e di sesamo, ma anche broccoli, cavoli, soprattutto il cavolo verza e perfino le albicocche.
6. Affamare le cellule
L’anti angiogenesi è una delle strade più nuove. Significa bloccare lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni vicino al tumore, per affamarlo. In laboratorio, lamponi, ribes, more, mirtilli e melograno, grazie all’acido ellagico sembrano impedire alle cellule tumorali di formare nuovi vasi per nutrirsi. In attesa delle conferme sull’uomo, farne scorta è una buona idea, anche solo per le potenti proprietà antiossidanti.
7. Potenziare le difese È il consiglio sovrano, la summa dei precedenti. Se le difese dell’organismo sono agguerrite, si attivano meglio e prima i meccanismi di distruzione delle cellule cancerose. Sono utili i cereali integrali, 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, pari a 600 grammi, meglio se arcobaleno. E ancora: gli omega 3 del pesce (ottimo lo sgombro) perché validi immunonutrienti. Oltre all’immancabile mezz’ora di attività fisica.
Gli Specialisti del Centro di Medicina Biologica applicano un protocollo multidisciplinare per le patologie tumorali: che comprende per quanto sopra esposto la NUTRIZIONE, NUTRITERAPIA e la TERAPIA CON REGOLATORI DELLA DIFFERENZIAZIONE DELLE CELLULE STAMINALI.
Il concetto è caratterizzato dagli studi scientifici del Dott. Pier Mario Biava, scienziato italiano che ha intuito, sperimentato e poi applicato in pratica la possibilità di ricondurre la cellula tumorale al suo controllo originario. (ulteriori approfondimenti su www.cembio.it)
(fonte: centrodimedicinabiologica.it)
Al di là delle cure
Interventi complementari e di supporto in oncologia
Piero Pantaleo; Ed. Franco Angeli, Milano, 2011; Pagine: 192; Codice: 1370.40
Collana: Scienze & Salute; ISBN-13: 9788856831320;
Disponibile anche in versione eBook.
"Il volume cerca di offrire un'informazione corretta sulle cure complementari, specificando chiaramente che queste non sono alternative alle cure scientifiche tradizionali, ma sono una parte di quella medicina integrata multidisciplinare che accompagna il malato durante tutto il percorso di cura. Inoltre il testo dà adeguato spazio alla spiegazione dei termini usati e alla descrizione delle diverse forme di cure complementari "
(Nota a cura dell'Editore).
Recensioni:
http://www.francoangeli.it/Recensioni/1370p40_R1.pdf
http://www.francoangeli.it/Recensioni/1370p40_R2.pdf
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